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Come rinunciare al cognome del padre: cosa dice la legge e quali sono le cose da fare

Un cittadino italiano può chiedere la modifica o la sostituzione del cognome paterno se questo risulta ridicolo, se si vuole aggiungere anche quello materno o se il padre ha commesso crimini o atti violenti.
A cura di Niccolò De Rosa
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In Italia si può rinunciare al cognome del padre?

Negli ultimi giorni ha destato un certo scalpore la decisione di Shiloh Jolie Pitt, figlia di Angelina Jolie e Brad Pitt, di dismettere il cognome del padre una volta raggiunta la maggiore età.  La scelta, probabilmente figlia dal tesissimo rapporto che ormai intercorre tra i due ex-coniugi, ha sollevato anche un'interessante curiosità: ma in Italia si potrebbe fare?

Nel nostro Paese infatti, la possibilità di rinunciare al cognome del padre e optare per il cognome della madre è stata recentemente oggetto di riforme e sentenze giuridiche.

Quando si può modificare il cognome

Il cognome non ha solo l'importante compito – insieme al nome proprio – di definire giuridicamente un cittadino, ma comporta anche un forte valore identitario, visto che la discendenza di individuo può significare un importante elemento d'appartenenza ad un certo gruppo familiare o sociale.

Per questo chi non si sente rappresentato dal proprio cognome  e vuole modificarlo rinunciano a quello paterno o aggiungendo quello materno, può farlo rivolgendosi alla Prefettura.

La legge infatti consente il cambio delle proprie generalità ai cittadini maggiorenni in diversi casi, tra cui la presenza di un cognome ridicolo (DPR 396/2000), l'errata trascrizione al momento della registrazione all'anagrafe o, appunto, l'esistenza di esigenze personali.

Lite padre e figlio

Al momento della presentazione della richiesta – scaricabile online sul sito della Prefettura di riferimento – è necessario indicare anche la motivazione per cui si vuole precedere al cambio del cognome.

Tra le possibili ragioni vi possono essere la volontà di aggiungere anche il cognome materno o il desiderio di dissociarsi dalla condotta paterna: è il caso ad esempio dei figli di genitori che si macchiano di delitti, atti di violenza in famiglia o attività criminose.

Una recente pronuncia del Consiglio di Stato (19 settembre 2023, n. 8422) ha poi stabilito che il cognome paterno può essere sostituito anche in caso di un genitore che si dimostrato disinteressato al mantenimento e alla crescita dei figli.

Come si cambia il cognome

Una volta presentata la domanda – la quale deve anche contenere un foglio che attesti l'assenso del genitore di cui si vuole prendere il cognome – la Prefettura ne valuta l'accoglimento. Se tutto risulta conforme alla norma, la richiesta viene affissa per 30 giorni all’albo pretorio del Comune di nascita o di residenza del cittadino richiedente.

Durante questo periodo è possibile per il genitore di cui si andrà a perdere il cognome inoltrare una formale richiesta di opposizione alla procedura. Se al termine dei 30 giorni non sopraggiungono intoppi o ricorsi, la Prefettura emette il verdetto definitivo e il cognome deve essere modificato nei registri anagrafici e di stato civile.

Il doppio cognome

Dalla storica sentenza Sentenza 131 del 2022 con cui la Corte Costituzionale ha stabilito che il cognome del padre non deve essere automaticamente attribuito ai figli, in Italia si è aperta definitivamente la strada al doppio cognome.

Ciò significa che oggi un bimbo viene registrato all'anagrafe sia con il cognome paterno che con quello materno, a meno che i genitori non siano d'accordo ad indicarne soltanto uno. Anche l'ordine dei cognomi può essere scelto al momento della registrazione.

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