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Come proteggere i bambini dalle allergie primaverili: i consigli dell’allergologo

Primavera non è solo sinonimo di prati in fiore, ma anche di pollini nell’aria e insetti dal lungo pungiglione. Dall’Ospedale Bambino Gesù arrivano le dritte per riconoscere e fronteggiare le allergie primaverili dei bambini.
A cura di Sophia Crotti
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bimba con l'allergia

Fiori che sbocciano, temperature che si alzano, giornate sempre più lunghe, se per qualcuno la primavera è il tiepido preludio dell'estate, per altri è solo un momento fatto di fazzoletti, starnuti, apnee notturne e insetti in grado di riempire di bollicine. Le allergie di primavera sono lo spauracchio di bambini e genitori, per questo arrivano dagli esperti dell'ospedale Bambino Gesù, alcuni consigli su come prevenire e tamponare gli effetti della primavera sui corpicini dei più piccoli. "Le allergie primaverili influiscono significativamente sulla qualità della vita dei bambini, causando sintomi respiratori e cutanei che, se non trattati, possono peggiorare" ha spiegato il professor Alessandro Giovanni Fiocchi, responsabile di allergologia dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.

I pollini: tra starnuti e asma

Il polline è uno degli allergeni più comuni in Europa e le allergie causate da questo elemento si posizionano tra i primi posti quando si parla di malattie croniche. In Italia ogni anno circa 9 milioni di persone si ammalano di allergie respiratorie a causa dei pollini presenti nell'aria, tra loro ci sono molti bambini a cui l'allergia viene diagnosticata, come spiega il professor Fiocchi, grazie allo studio della storia clinica del piccolo e a specifici test allergologici.

Questo potentissimo allergene si è sempre librato nell'aria in periodi diversi a seconda del clima e dunque del luogo, a Roma nello specifico le graminacee rilasciano polline nell'aria tra marzo e luglio, mentre la parietaria tra febbraio e metà marzo. Oggi però viviamo in un mondo segnato dal cambiamento climatico e l'innalzarsi delle temperature fa sì che le allergie prima solo primaverili si diffondano anche in autunno. Tra i sintomi che possono nell'immediato indicare ai genitori l'urgenza di una diagnosi per i loro bambini vi sono:

  • rinite allergica: questa infiammazione alla mucosa causata dall'allergia ai pollini provoca fiotte di starnuti, che si ripetono e susseguono rapidamente, gocciolamento del naso, in gergo medico chiamato rinorrea ma anche naso chiuso e sensazione di prurito alla punta del naso.
  • asma: se il piccolo fa fatica a respirare, quando lo fa emette rantoli o fischi o continua tosse secca e stizzosa, potrebbe manifestare l'asma, una malattia cronica dei bronchi, dovuta al repentino restringimento degli stessi.
  • congiuntivite allergica: con questo termine ombrello si sottintendono 4 tipi diversi di malattia allergica degli occhi, di queste solo 2 sono causate dall'allergia, la cheratocongiuntivite primaverile e quella atopica, associata alla dermatite atopica.

Ciascuna di queste patologie, una volta diagnostica e confermato derivi proprio dall'allergia ai pollini, ha una cura specifica, fanno sapere dal Bambino Gesù, per la rinite allergica vi sono i comuni antistaminici, farmaci antinfiammatori come i cortisonici inalatori o i broncodilatatori sono adatti a curare l'asma. Antistaminici e colliri appositi sono adatti alla congiuntivite allergica.

Per reazioni allergiche al polline e alle punture di insetti molto gravi, esiste la possibilità di accedere al vaccino anti-allergico, che somministra per tre o cinque anni, piccole dosi dell'allergene: «La vaccinazione specifica è essenziale per garantire una protezione efficace e sicura nel tempo. I vaccini antiallergici rappresentano oggi l’unica terapia in grado di educare il sistema immunitario, curando così la causa dell’allergia e non solo i sintomi» conclude il professor Fiocchi.

Punture di insetti e reazioni allergiche

Non solo i fiori ma anche gli insetti in primavera possono dare vita a reazioni allergiche per i più piccoli, a dimostrarlo sono i dati dell'Ospedale Bambino Gesù, relativi alla stagione primaverile dello scorso anno.

bimba con punture di insetto

Quasi 500 accessi al pronto soccorso tra i più piccoli si sono registrati proprio a causa delle punture di api, vespe o calabroni lo scorso anno. A differenza delle allergie primaverili, però, gli insetti con pungiglione tendono a presentarsi in estate, il professor Fiocchi, ha spiegato come distinguere una normale reazione causata dal veleno contenuto nel pungiglione dell'insetto da una reazione allergica.

  • Reazione normale: rossore, bruciore, dolore e prurito sono del tutto normali dopo la puntura di un'ape, di un calabrone, di un bombo o di una vespa, dal momento che il corpo del piccolo entra a contatto con una sostanza nociva.
  • Reazione allergica al veleno degli insetti: la reazione è molto estesa, spesso dislocata, ossia nonostante l'insetto abbia punto la mano del bimbo, presenta orticaria sul tronco, ha un picco massimo di rigonfiamento entro le 48 ore dalla puntura e dura anche fino a 10 giorni. Spesso la puntura può essere associata a febbre, spossatezza e nausea. La reazione allergica alla puntura può essere anche molto grave: "Va somministrata tempestivamente dell'adrenalina, che i piccoli devono poter portare con loro, dopo essere stati adeguatamaente formati dai loro genitori sull'utilizzo" ha spiegato Fiocchi.

Per evitare le punture di insetto nei piccoli è raccomandabile:

  • far indossare loro abiti leggeri ma lunghi durante le passeggiate nella natura di mattina o al tramonto
  • evitare prodotti per l'igiene personale dei bambini troppo profumati
  • applicare sempre ai bimbi degli spray repellenti per gli insetti
  • coprire le vivande in caso di pic-nic all'aperto
  • viaggiare sempre con i finestrini dell'auto chiusi.

Se l'insetto riuscisse comunque nel suo intento, è necessario rimuovere il pungiglione, applicare degli impacchi freddi sulla zona attorno alla puntura e monitorare lo stato di salute del piccolo, così da decidere se rivolgersi ad un allergologo.

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