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Come presentare il nuovo partner ai figli: i consigli dell’esperto per ridurre traumi e conflitti

Quando i figli non riescono ad accettare il nuovo arrivato, è importante che il genitore si adoperi per tutelare la serenità familiare senza rinunciare alla propria relazione. Le parole d’ordine? Chiarezza, dialogo e gradualità.
Intervista a Lelio Bizzarri
Psicologo e psicoterapeuta
A cura di Niccolò De Rosa
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Come presentare il nuovo partner ai figli: i consigli dell'esperto per ridurre traumi e conflitti

La rottura di una coppia è un evento che segna profondamente la vita di una famiglia e l'arrivo di un nuovo partner rappresenta sempre un momento di grande incertezza.

Se infatti alcuni figli riescono ad accogliere di buon grado l'ingresso di una persona sentimentalmente legata al genitori, altri invece reagiscono con ostilità a quello che viene percepito come un intruso e un ostacolo alle dinamiche cui si erano abituati.

Che fare dunque in questi casi? Come comportarsi per promuovere un ambiente familiare sereno e positivo per tutti i membri coinvolti, in particolare per i bambini? Fanpage.it ne ha parlato insieme a Lelio Bizzarri, psicologo e psicoterapeuta.

Perché talvolta un figlio non accetta il nuovo compagno?

I motivi possono essere molteplici e cambiano molto di caso in caso. In generale possiamo dire che spesso tali difficoltà sono legate al cosiddetto "conflitto di lealtà", che porta il bambino o la bambina a mostrare resistenze nell'accettare il nuovo partner per timore di dispiacere l'altro genitore biologico. Ciò è più comune quando il figlio si trova a vivere con il compagno subentrante. Un secondo fattore può essere invece legato all'inevitabile cambiamento nelle dinamiche tra figlio e genitore.

Cosa intende?

Chi inizia una nuova relazione è solitamente molto coinvolto e ha un po' meno tempo a disposizione da dedicare ai figli. Molto spesso poi, quando una coppia si separa, il genitore tende ad investire molto sul rapporto con il figlio, rafforzando un legame che diventa ancora più intimo e profondo. L'ingresso di una nuova figura potrebbe dunque stravolgere questo equilibrio e spingere il figlio ad assumere comportamenti oppositivi.

Anche il genere del figlio può incidere?

Sì, soprattutto in età adolescenziale. L'arrivo di un nuovo partner può ad esempio innescare nel figlio maschio delle reazioni di tipo "edipico". Oppure, viceversa, se una ragazza è abituata a vivere l'intimità della propria casa con una certa libertà, la presenza di una nuova – ed estranea – figura maschile comporterebbe un radicale mutamento delle abitudini domestiche, il che spesso provoca fastidio e disagio.

Lelio Bizzarri, psicologo
Lelio Bizzarri, psicologo

Cosa può fare una mamma o un papà per favorire l'inserimento del nuovo partner nel contesto familiare?

La chiarezza e la trasparenza sono elementi imprescindibili. È fondamentale che i figli non abbiamo mai la percezione che le cose vengano fatte alle loro spalle e che si metta bene in chiaro la tipologia di rapporto instauratosi tra il genitore e la nuova persona.

E per evitare il trauma del cambiamento?

La gradualità è molto importante: meglio verificare poco a poco la reazione del figlio, così da capire quale può essere il prossimo passo da compiere senza imposizioni e cambiamenti repentini. Un altro consiglio è poi quello di cercare il più possibile di preservare degli spazi d'intimità, continuando a parlare e passando del tempo di qualità insieme.

Se i figli continuano a opporsi, c'è un confine entro il quale è giusto imporre la presenza del nuovo partner?

La prima cosa da fare è dialogare a viso aperto con i figli per comprendere i motivi dietro questo continuo rifiuto. Le forzature andrebbero sempre evitate, poiché possono scatenarsi complicazioni rilevanti per lo sviluppo psicologico del minore, tuttavia ciò non significa che un genitore non abbia il diritto di rifarsi una vita e avere altre relazioni. L'importante è lavorare sul problema e capire come agire per migliorare piano piano la situazione. A volte ad esempio è il comportamento dell'ex ad ostacolare il feeling tra i figli e i nuovi partner, dunque in questi casi una possibile soluzione può risiedere nel dialogo (o nel confronto) con l'altro genitore biologico.

Può essere d'aiuto che l'ex e il nuovo partner si frequentino.

Se le parti in gioco hanno la giusta disponibilità e maturità per gestire la cosa allora può essere senz'altro di grande utilità per stemperare le tensioni e fugare dei possibili equivoci. Viceversa, se l'incontro tra presente e passato deve innescare delle dinamiche conflittuali, allora è meglio evitare.

È vero che il tempo alla fine riesce a sanare il rapporto?

Diciamo che il tempo può stabilizzare una convivenza conflittuale. Il problema è capire si tratta di guerra "fredda" o di un conflitto guerreggiato. Un figlio può anche non accettare mai la nuova figura della famiglia, senza però ostacolare attivamente la relazione del genitore.

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