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Come la forma delle stanze può influenzare i risultati degli esami scolastici: lo studio

Una ricerca australiana ha trovato una correlazione tra gli scarsi punteggi agli esami e lo spazio che ospitava il test: le aule spaziose e con i soffitti alti sembrano essere “nemiche” della concentrazione.
A cura di Niccolò De Rosa
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Voti all'esame: lo spazio può influire sulla concentrazione

Brutti voti all’esame? La colpa potrebbe essere del soffitto. Per quanto possa sembrare strano, quest'ipotesi non è l'ennesima scusa da improvvisare per giustificare un compito andato male, ma il risultato di un recente studio scientifico che ha messo in relazione le performance scolastiche con l'ambiente nel quale di solito vengono svolti gli esami.

La ricerca, condotta da un team della University of South Australia e della Deakin University, ha infatti notato come l'ampiezza delle aule solitamente utilizzate da scuole e università per i test scritti potrebbe influire negativamente sulle capacità di concentrazione degli studenti.

Le differenze d'ambiente rendono più difficile concentrarsi

Lo studio ha posto sotto la lente d'ingrandimento le prestazioni degli studenti universitari, molto più soggetti agli esami scritti di gruppo. Per farlo, i ricercatori hanno analizzato i risultati degli esami di 15.400 studenti e appartenenti a tre campus differenti tra il 2011 e il 2019.

I punteggi ottenuti sono stati poi confrontati con le tipologie di aule entro le quali gli esami erano stati sostenuti e le conclusioni sono state sorprendenti: i voti dei test eseguiti nelle aule con dimensioni ridotte erano mediamente molto migliori rispetto a quelli conseguiti all'interno di aule ampie e con il soffitto alto.

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Il medesimo team di studiosi aveva già scoperto nel 2019 come le facoltà cognitive possano essere condizionate dal modo in cui il cervello umano percepisce l'ambiente circostante. Allora però lo studio si era avvalso di mappature neuronali e tecnologie di realtà aumentata per osservare le varie reazioni e connessioni cerebrali, mentre la ricerca pubblicata a inizio luglio sul Journal of Environmental Psychology ha trovato un effettivo riscontro nell'esperienza reale.

Le possibili cause

Bambini e ragazzi sono infatti abituati a studiare nell'intimità delle loro camere o, al massimo, nel silenzio delle sale delle biblioteche.

Al momento dei grandi esami di gruppo però – come nel caso delle prove scritte della Maturità o dei test universitari– spesso gli studenti si trovano a dover rispondere della propria preparazione in sale molto alte e spaziose che in qualche modo potrebbero "disorientare" il cervello e rendere più difficoltosa la concentrazione.

"Questi spazi sono spesso progettati per scopi diversi dagli esami, come palestre, mostre, eventi e spettacoli" ha spiegato Isabella S. Bower, neuroscienziata e tra le firme principali dello studio. "Il punto chiave risiede dunque nel fatto che le stanze grandi con soffitti alti sembrano svantaggiare gli studenti e dobbiamo capire quali meccanismi cerebrali sono in gioco e se questo colpisce tutti gli studenti nella stessa misura".

Al momento la ricerca è però solo agli albori e serviranno ulteriori approfondimenti per poter stabilire delle correlazioni certe e univoche. Le ipotesi per spiegare il fenomeno infatti spaziano dalle differenze di temperatura (gli spazi più grandi sono scarsamente climatizzati) al disagio di trovarsi in un ambiente poco familiare, passando per le percezioni uditive (come il rimbombo) che potrebbero comportare maggiori elementi di distrazione.

Gli autori del documento auspicano però che le scoperte evidenziate dal loro lavoro possano cambiare le prospettive con cui in futuro non troppo lontano si progetteranno gli spazi dedicati all'educazione dei ragazzi, aule per gli esami incluse.

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