Come distinguere la pertosse dall’influenza stagionale? “Attenzione al tipo di tosse del neonato”
Un bimbo di appena 25 giorni, nato ad inizio ottobre in Veneto è venuto a mancare all'Ospedale di Padova, per un presunto caso di pertosse. Quando ha raggiunto la struttura il piccolo manifestava una tosse persistente, comparsa per la prima volta solo 10 giorni prima quando, però non aveva destato troppa preoccupazione essendo episodica e non troppo aggressiva. Abbiamo chiesto al dottor Giuseppe Indolfi, Professore Associato di Pediatria presso l'Ospedale Meyer RCCS e all'Università degli Studi di Firenze, di spiegarci come distinguere la pertosse da una tosse dovuta ad una semplice infezione stagionale.
Dottore, che cos’è la pertosse?
La pertosse è una malattia infettiva che può colpire a tutte le età, prevenibile tramite la somministrazione del vaccino. L'infezione interessa le vie aeree e ha una sintomatologia ben precisa, caratterizzata da una tosse importante, che si definisce pertussoide e nei bambini piccoli si manifesta con episodi molto intensi che sembrano non lasciar respirare il piccolo. Questi episodi si presentano come una salve, poi improvvisamente si interrompono per presentarsi in maniera imprevedibile nelle ore successive.
È dunque facilmente distinguibile dalle altre patologie stagionali?
Sì, è una delle malattie infettive che per le caratteristiche di manifestazione clinica ha delle peculiarità che richiamano l’attenzione del clinico e che nella sua presentazione classica orientano in maniera decisa la diagnosi.
Da che età viene somministrato il vaccino al bambino? Anche alla mamma in gravidanza può essere somministrato?
Il nodo della questione è proprio che il vaccino contro la pertosse per motivi immunologici viene somministrato ai bambini insieme all’esavalente al compimento del loro terzo mese di vita. I piccoli dunque per i primi 3 mesi di vita, periodo più critico per quanto riguarda le forme complicate e critiche di pertosse, sono scoperti, per tanto la strategia più efficace è quella di somministrare delle dosi di richiamo alle mamme già vaccinate o far fare loro il ciclo di vaccinazione primaria. In questo modo la risposta immunitaria della mamma si trasmette al bambino proteggendolo proprio nel periodo in cui è più fragile.
Quali sono i sintomi a cui la mamma deve stare attenta per sollecitare l’intervento di un esperto?
La tosse insistente associata a febbre, che spesso non passa con le comuni terapie antibiotiche e dura oltre ai classici tempi delle tossi infettive non pertussoidi, perdurando per più di 3 o 5 giorni.
La pertosse causa sempre ospedalizzazione nei bambini?
No, non causa necessariamente ospedalizzazione. Nella popolazione fragile, però, ed in particolare nei bambini pretermine o con patologie polmonari pre-esistenti, quando la sintomatologia è completa, l'ospedalizzazione è obbligatoria perché il bimbo va monitorato, bisogna dargli ossigeno e supportarlo dal punto di vista ventilatorio, ovviamente dopo che lo abbia deciso il pediatra di famiglia.
C’è stagionalità nella pertosse o i bambini sono potenzialmente a rischio tutto l'anno?
La pertosse a seconda della circolazione dell'agente eziologico può presentarsi tutto l'anno, anche se la sua diffusione nella stagione invernale è maggiore.