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Come comunicare il bisogno di spazi se sei un genitore introverso? I consigli degli psicologi

Talvolta, i genitori che preferiscono la tranquillità e faticano a gestire un eccesso di stimoli hanno bisogno di una pausa per ricaricare le energie. Due esperti hanno quindi spiegato come superare i sensi di colpa e comunicare questa esigenza ai figli senza farli sentire esclusi o rifiutati.
A cura di Niccolò De Rosa
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Essere genitori è un’esperienza totalizzante, soprattutto quando si tratta di bambini piccoli che richiedono – o meglio, pretendono – di ricevere attenzioni costanti. Questa situazione, di per sé già molto impegnativa, può però diventare ancora più faticosa per quelle mamme e papà dall'indole introversa e che, per carattere, si trovano a loro agio nella quiete e nelle situazioni prive di troppi stimoli. Se infatti gli adulti sono generalmente più comprensivi di fronte a una richiesta di solitudine, i bambini spesso faticano a capire perché mamma o papà abbiano bisogno di un momento tutto per sé.

Preservare il proprio benessere mentale ed emotivo è però fondamentale non solo per la salute dei genitori, ma anche per garantire una relazione equilibrata e serena con i figli, evitando frustrazioni o conflitti che potrebbero minare la serenità dell'ambiente familiare. Per questo motivo un gruppo di psichiatri e psicologi è recentemente intervenuto sul sito Parents per offrire qualche suggerimento a quegli adulti che, pur amando immensamente i propri figli, hanno bisogno di ritagliarsi qualche momento di pace senza sentirsi dei cattivi genitori.

Giusto chiedere spazi: non significa rifiutare i figli

La martellante retorica sui doveri affettivi dei genitori e il desiderio di offrire sempre il meglio ai propri bambini può portare le madri e i padri a provare forti sensi di colpa quando desiderano un momento solo per sé stessi. Lo psichiatra Zishan Khan ha però invitato i genitori a superare tale sentimento, poiché riconoscere i propri limiti significa compiere un atto di responsabilità, non di egoismo. Così come i bambini hanno bisogno di riposare per evitare crisi di pianto e irritabilità, ha spiegato Khan, anche i genitori necessitano infatti di pause per rigenerarsi e affrontare la quotidianità con maggiore serenità.

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Comunicazione chiara e rassicurante

Far comprendere ai bambini questa necessità senza che si sentano respinti può risultare piuttosto complesso e serve che il genitore affronti con delicatezza la questione.

Per evitare fraintendimenti, il dottor Khan suggerisce ad esempio di presentare con chiarezza il tempo da soli come un bisogno universale e non come un rifiuto del bambino. Ricorrere a frasi come "Ora ho bisogno di ricaricare le pile, così dopo possiamo divertirci insieme" o "Ogni tanto bisogna riposare il cervello, quindi ora ci riposiamo, poi riprendiamo a giocare" può aiutare il bambino a comprendere che l’allontanamento è solo temporaneo e che al termine del momento di pausa ci sarà un’occasione per stare di nuovo insieme.

Per i più piccoli, poi, Khan propone di ricorrere anche a strumenti visivi – come un timer o un conto alla rovescia sul display di un telefono – che possono essere utili per rendere più concreto il concetto e rassicurarli sul fatto che il genitore tornerà presto.

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Il gioco del robot per spiegare il bisogno di spazi

Quando si ha a che fare con i bambini, mille discorsi non saranno mai tanto efficaci nel trasmettere un messaggio quanto un gioco ben architettato. Per far comprendere ai piccoli la necessità di prendersi una pausa, la psicoterapeuta Meghan Englert ha quindi proposto un approccio ludico che fa ricorso alla metafora delle batterie interne: alcune persone, spiega Englert, hanno infatti bisogno di un po' di silenzio per ricaricarsi. Pertanto, più la batteria sarà piena, maggiori saranno le possibilità di divertirsi insieme.

Nel gioco suggerito dalla terapeuta i genitori potrebbero dunque porsi come dei giocattoli o dei robot scarichi (rumori e gestualità possono aiutare l'immedesimazione da parte dei bimbi), i quali necessitano di un po' di tempo per recuperare l'energia necessaria a tornare in funzione. Alternandosi nei ruoli, il bambino può poi sperimentare in prima persona l’idea che anche lui, a volte, potrebbe aver bisogno di un momento di pausa per ricaricarsi.

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