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Come capire se le acque si sono davvero rotte? La dimostrazione social di un’ostetrica

La rottura delle acque è uno degli indizi che segnalano del travaglio, tuttavia non sempre avviene con un getto improvviso, come spesso mostrato nei film. Per chiarire la questione e sfatare qualche falso mito, l’ostetrica Esme Witty si è recentemente avvalsa di un modellino fai-da-te con il quale ha illustrato ai propri follower tutte le dinamiche che possono verificarsi prima della nascita del bambino.
A cura di Niccolò De Rosa
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Nell'immaginario collettivo, la rottura delle acque è il momento che sancisce l'inizio del parto, caratterizzato da un'abbondante perdita di liquido che non manca di conferire un tocco di drammaticità all'evento. Nella realtà dei fatti però, non solo la rottura del sacco amniotico – questo il nome più accurato del fenomeno – non innesca automaticamente il travaglio (a volte possono seguire anche molte ore dalla rottura all'inizio delle contrazioni), ma spesso non si verifica nemmeno quello scroscio che film e serie TV ci hanno ormai abituato ad associare al fenomeno.

Per riportare un po' di chiarezza, l'ostetrica e imprenditrice inglese Esme Witty ha recentemente condiviso sui social uuna curiosa dimostrazione per sfatare i falsi miti più diffusi e offrire qualche consiglio utile alle future mamme. "A volte tutto il gergo dell'ostetrica può confondere un po', così ho pensato di spiegarti!", si legge nel post di Witty, che per essere ancora più chiara ha realizzato una specie modellino fai-da-te per avere un supporto con cui illustrare tutto quello che può accadere in quei concitati momenti.

Un esperimento pratico per spiegare il fenomeno

Quella che tutti conosciamo come "rottura delle acque" è quell'evento che si verifica quando si rompe il sacco amniotico, ossia la "bolla" che avvolge il feto immerso nel liquido amniotico. Spesso pensiamo che si tratti evento unico e inconfondibile, ma in realtà, come la stessa Witty ha tenuto a precisare nella didascalia del post pubblicato su Instagram, esistono due tipi di liquido amniotico: le acque anteriori, che si trovano davanti alla testa del bambino, e quelle posteriori, posizionate dietro. La differenza è fondamentale per comprendere cosa accade quando il sacco amniotico si rompe.

Per rendere il concetto più chiaro, Witty ha poi utilizzato un originale esperimento visivo grazie a un modellino costruito con un bacino in plastica che ha trovato nel suo studio, un sacchetto per congelatore e una bambola della figlia. Simulando la rottura delle acque posteriori, il liquido fuoriusciva lentamente, quasi impercettibilmente. Al contrario, quando ha simulato la rottura delle acque anteriori, l’effetto è stato molto più evidente, con un flusso improvviso e abbondante, proprio come si vede nei film.

Il ruolo della testa del bambino

Secondo l’ostetrica, al momento del parto, nella maggior parte dei casi la testa del bambino si trova rivolta verso l'uscita dell'utero, a stretto contatto con la cervice (il cosiddetto "collo dell'utero"), agendo come una specie di tappo. Se si rompono le acque posteriori, il liquido fuoriesce a poco a poco grazie all'ingombro del capo del piccolo. Quando invece si rompono le acque anteriori, la pressione rilascia il liquido in un colpo solo, generando l’effetto a sorpresa che molte donne raccontano con stupore.

Come gestire la rottura delle acque

Dopo la pubblicazione del video, Witty ha ricevuto un’ondata di testimonianze contrastanti: alcune madri hanno ad esempio raccontato di rotture delle acque così abbondante da bagnare completamente le ostetriche presenti, mentre altre hanno raccontato di non essersi nemmeno accorte della perdita del liquido amniotico.

Insieme ai racconti, l'esperta è stata però sommersa anche da un sacco di domande sulle possibili cause dietro la rottura di questa o di quella membrana. Witty ha però precisato come non esista un motivo preciso per cui si rompono prima le acque anteriori o posteriori, anche se in caso di induzione del travaglio, è sempre la membrana anteriore a essere rotta artificialmente dal personale medico.

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