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Come alleviare l’ansia da ritorno a scuola: i 3 consigli della neuropsicologa

Cambiamenti graduali, sonno regolare e meno tempo passato davanti agli schermi: una psicologa americana ha però individuato tre accorgimenti per aiutare i figli ad abituarsi più rapidamente alla nuova quotidianità post-vacanze.
A cura di Niccolò De Rosa
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I consigli per ritorno a scuola senza stress

Con l'estate ormai agli sgoccioli, molte famiglie iniziano a prepararsi per il ritorno a scuola, un periodo che può portare con sé una buona dose di stress e preoccupazioni.

Per facilitare questa transizione, Jennifer Katzenstein, neuropsicologa pediatrica e direttrice del reparto di psicologia, neuropsicologia e assistenza sociale presso il Johns Hopkins All Children’s Hospital di St. Petersburg, in Florida, ha condiviso sul sito del New York Post tre precisi consigli per permettere ai genitori di rendere più semplici le giornate di ritorno alla normalità e, perché no, consentire ai figli di adottare abitudini corrette durante tutto l'anno.

Ristabilire una routine

Per tanti bambini (e i loro genitori) il periodo di rientro dalle vacanze coincide con settimane piene di stress e ansia date soprattutto dalla necessità di rivedere la propria quotidianità in vista degli impegni scolastici

Per ridurre questo disagio, Katzenstein raccomanda in particolare alle madri e ai padri dei bambini che frequenteranno una nuova scuola di evitare al minimo le sorprese, provando a rendere un po' più prevedibile le novità che li attenderanno con il suono della campanello. Come? Ad esempio portando il bambino a vedere l'istituto qualche giorno prima dell'inizio delle lezione e aiutandolo a familiarizzare con il percorso casa-scuola.

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In questo periodo è poi necessario stabilire una nuova routine, poiché bambini e ragazzi (ma anche molti adulti) hanno bisogno di punti di riferimento certi per vivere al meglio la settimana. Durante questa pianificazione però bisogna stare molto attenti a eventuali segnali di disagio nei bambini.

A tal proposito Katzenstein consiglia ai genitori di osservare se il bimbo appare più irritabile, se manifesta segnali di preoccupazione o nervosismo, o se si notano cambiamenti rilevanti nel sonno o nel comportamento: alcuni bimbi.

In casi simili, potrebbe essere una buona idea consultare il pediatra o uno psicologo di fiducia.

Definire un programma di sonno coerente

Il sonno è fondamentale per la salute e lo sviluppo dei bambini. Secondo il Ministero della Salute (che riprende le linee guida dell'Organizzazione  Mondiale della Sanità), i bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni dovrebbero dormire dalle 10 alle 13 ore a notte, i bambini tra i 6 e i 12 anni dalle 9 alle 12 ore, e gli adolescenti dovrebbero mirare a dormire dalle 8 alle 10 ore.

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In estate è molto facile concedersi qualche licenza in più, andando a nanna un po' più tardi e recuperando il sonno perduto al mattino, ma con l'inizio delle scuola potrebbe essere necessario riportare un po' di rigore.

Per facilitare l'adattamento al nuovo ritmo scolastico, gli esperti consigliano dunque di iniziare a regolare il programma di sonno già una o due settimane prima dell'inizio della scuola, anticipando gradualmente l'orario del sonno e della sveglia di 15 minuti alla volta.

Monitorare l'uso dei dispositivi elettronici

Durante l'estate, molti genitori tendono a essere più flessibili con l'uso dei dispositivi elettronici da parte dei figli, ma con l'avvicinarsi della scuola, è importante ristabilire limiti ben definiti.

La stessa Katzenstein ammette di aver concesso ai propri figli di usare un po' di più smartphone e tablet durante l'estate, ma sottolinea la necessità di ridurre questo tempo a un massimo di due ore al giorno, in linea con le raccomandazioni dell'American Academy of Pediatrics per i bambini dai 5 ai 17 anni. Queste due ore non dovrebbero però includere il tempo dedicato ai compiti.

Tale riduzione non solo consentirà ai piccoli di dedicarsi anche ad altre attività divertenti e creative (disegnare, giocare all'apero, immaginare storie etc…), ma tutelerà anche il corretto sviluppo sociale e cognitivo, visto che un recente studio ha appena dimostrato una rilevante associazione tra l'uso eccessivo dei dispositivi con schermo alla difficoltà nella regolazione delle emozioni.

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