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“Ciao Milano! Mi piace la linea blu”: chi sono i bimbi che raccontano il loro autismo negli annunci della metropolitana

Se in questi giorni vi state chiedendo come mai ad annunciare di allontanarsi dalla linea gialla sono dei bambini, dovete sapere che si tratta di 5 piccoli il cui tentativo è quello di sensibilizzare i pendolari e le loro famiglie sul tema dell’autismo. A parlarne a Fanpage.it è stata Laura Borghetto, Direttrice generale dell’Associazione Onlus L’abilità che supportata da ATM e dal Comune di Milano ha dato il via alla campagna.
Intervista a Laura Borghetto
Direttrice generale di L'Abilità Associazione Onlus
A cura di Sophia Crotti
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Credits: Associazione l'abilità Onlus
Credits: Associazione l'abilità Onlus

È stata la voce di Alessandro a fare breccia nel mio cuore di pendolare che ormai si sposta come un automa tra una fermata della metro lilla e l'altra, con le cuffie nelle orecchie. "Ciao Milano! Sono Alessandro e ho 8 anni. Mi piace la metropolitana, ma se parlate tutti insieme, metto le mani sulle orecchie. Buona giornata dell’autismo". In un attimo attorno a me hanno alzato tutti gli occhi dai loro telefonini e hanno rallentato il passo per ascoltare il messaggio di un bambino di soli 8 anni che, con parole semplici, stava raccontando ciò che l'autismo lo porta a fare quando si trova schiacciato tra le persone sulla metropolitana.

Ma Alessandro non era solo, da ieri, giornata dedicata alla consapevolezza sull'autismo, sino al 6 marzo ATM trasmetterà anche le voci di Tiffany, di 9 anni, Kian, suo coetaneo, Francesco, il più grande del gruppo con i suoi 13 anni e Jacopo di 10 anni. La campagna promossa dall'Azienda di trasporti milanese (ATM) e dal Comune di Milano è stata fortemente voluta dall'Associazione Onlus L'abilità che dal 1998, nella città meneghina, offre sostegno alle famiglie di persone con disabilità.

"Abbiamo scelto bambini con una forma di autismo ad alto funzionamento, ci tengo a dirlo, l'autismo non è solo quello che sentite negli annunci della metropolitana, infatti si parla di spettro e le situazioni sono le più disparate ma abbiamo pensato che un'iniziativa vera, che mettesse loro al centro, potesse sensibilizzare davvero sul tema e convincere le persone ad esplorarne ogni aspetto" ha raccontato a Fanpage.it Laura Borghetto, Direttrice generale di L'Abilità associazione Onlus.

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Laura Borghetto (Direttrice generale di L'abilita Associazione Onlus)

L'idea di far annunciare i bambini arriva dalla metropolitana di NewYork

"L'ho letta sul ‘New York Times' e ho subito pensato ai nostri bambini" ci ha spiegato Laura Borghetto, Direttrice Generale di L'Abilità Associazione Onlus, che ha fortemente voluto la campagna di sensibilizzazione sull'autismo che in questi giorni tramite degli annunci della metropolitana registrati da 5 bambini, sta coinvolgendo migliaia di pendolari. Non è un caso che abbiano scelto proprio la metropolitana che, come tutti gli altri mezzi di trasporto, piace molto ai bambini dell'associazione.

Non mente quindi Alessandro quando dice che a lui la metro piace tantissimo, nemmeno Kian quando racconta di guardare affascinato le gallerie della linea lilla e blu, convincendosi che è lui a guidare: "I mezzi di trasporto piacciono molto a questi bimbi, ma salirvi comporta numerose fatiche per chi ha una diagnosi di autismo e dunque non riesce a stare negli ambienti affollati o manifesta alcune fissazioni, come la preferenza per la sola metro gialla". L'idea ha trovato il supporto del Comune di Milano e dell'Azienda di trasporti milanese ATM, consapevoli che questi annunci avrebbero raggiunto davvero tutta la cittadinanza, pendolari e turisti che si spostano per la città, dando risalto al tema dell'autismo.

Chi sono i bambini che chiedono ai milanesi di allontanarsi dalla linea gialla

"Tra i 200 bambini che abbiamo in carico abbiamo dovuto scegliere per la campagna 5 di loro che presentassero tra i disturbi dello spettro autistico quello ad alto funzionamento" specifica subito Borghetto, dicendoci che l'autismo, o meglio, gli autismi, sono molto di più di quello che raccontano i bimbi scelti.

I piccoli che avrebbero dunque potuto leggere gli annunci della metropolitana e scegliere una frase con cui raccontarsi sono stati anche selezionati in base all'approccio che le loro famiglie avevano alla loro diagnosi: "Abbiamo voluto mettere al centro l'autenticità di una delle facce che l'autismo ha, coinvolgendo le famiglie di bambini che si sentivano pronte, perché va detto: l'accettazione della diagnosi del proprio bimbo è un percorso lungo e per nulla semplice".

Credits: Associazione l'abilità Onlus
Credits: Associazione l'abilità Onlus

I piccoli a cui è stata garantita la non riconoscibilità e infatti si mostrano di spalle, intenti a registrare i messaggi che oggi possiamo ascoltare in metropolitana, sono stati informati di quello che sarebbero stati tenuti a fare: "L'autismo ha bisogno di prevedibilità, per tanto abbiamo spiegato loro, in maniera del tutto pedagogica, cosa fosse l'ATM, cosa fosse uno studio di registrazione e cosa avrebbero dovuto leggere". Dopo qualche prova i bambini si sono trovati a registrare i messaggi con la grinta e audacia che si percepisce ogni volta che spiegano ai pendolari di lasciare scendere i passeggeri prima di salire, mentre domandano loro come mai il colore dell'autismo sia proprio il blu. "Il personale di ATM ha condotto i bimbi tra le varie stanze trasformando l'esperienza in un gioco e rendendoli protagonisti, come volevamo fossero". Le storie di questi bambini riassunte in annunci di pochi secondi non hanno la pretesa di raccontare tutte le varie sfaccettature dell'autismo e tutte le sfide che ogni persona si trova a vivere, ma di indurre chi li ascolta a farsi delle domande, a interessarsi al tema.

I mezzi di trasporto sono parte di un mondo non troppo accogliente

Alessandro, uno dei bimbi che hanno partecipato alla campagna, dice che le persone a lui piacciono molto, anche tutte quelle che quotidianamente salgono sulla metropolitana, ma che per stare in mezzo a loro ha bisogno di mettersi le mani sulle orecchie. Questo semplice messaggio ci dà l'idea di quanto un mezzo indispensabile allo spostamento di molti di noi non sia esattamente accessibile a tutti. "La consapevolezza deriva proprio dalla conoscenza, questa campagna ha infatti anche lo scopo di fermare quegli sguardi di disprezzo che certe persone non risparmiano sui mezzi di trasporto ai genitori i cui bambini non si stanno comportando come si aspetterebbero".

Credits: Associazione l'abilità Onlus

Borghetto continua spiegando che l'autismo porta questi bambini a rispondere diversamente agli stimoli sensoriali, provenienti dai rumori forti delle metro, dalle luci e dall'ammassarsi dei tanti pendolari, riconoscerlo potrebbe portare i costruttori a realizzare strutture che possano essere universalmente utilizzate: "Bastano poche attenzioni in più e ognuno può sentirsi a suo agio". La consapevolezza romperebbe anche tutti quei pregiudizi che portano le persone a pensare che i genitori di un bambino che in metro inizia a gridare sono incapaci o degni di giudizio.

L'autismo non è solo del bambino ma di tutta la famiglia

La famiglia è sempre al centro della nostra chiacchierata con Borghetto e lei ci spiega che quando arriva la diagnosi di autismo per un figlio, ad esseri presi in carico, infatti, sono anche la sua mamma, il suo papà e i suoi fratelli.

"Una comunicazione di questo tipo crea una profonda ferita nella vita della famiglia che va rimarginata con il supporto necessario ad avere pensieri di fattibilità e strategie studiate sul bambino". Grazie al supporto dell'Associazione, le famiglie imparano a mettersi in contatto con il loro bambino e ad aiutarlo a trovare la soluzione a ciò che lo spaventa in ogni contesto. "Mi viene in mente la storia di un bimbo molto piccolo che non ne voleva sapere di mangiare a scuola, situazione che spaventava i suoi genitori. Abbiamo studiato la situazione e capito che il problema era il caos che si crea a volte nelle mense scolastiche". In questo caso la strategia vincente è stata quella di spingere i genitori a parlare con la scuola perché l'intera classe potesse scendere al refettorio 10 minuti prima, in modo da non trovare quel caos che destabilizzava il piccolo. "Il bimbo oggi mangia tranquillamente anche a scuola e noi siamo davvero felici per lui e per la sua famiglia".

Credits: Associazione l'abilità Onlus
Credits: Associazione l'abilità Onlus

Il fine ultimo della campagna sta in queste ultime righe, la speranza dell'Associazione rimane che ascoltando Alessandro, Kian, Tiffany, Francesco e Jacopo oltre a distogliere per un attimo la mente dai propri pensieri, si possa pensare alle loro famiglie, alle difficoltà quotidiane e battersi affinché il mondo in cui viviamo sia davvero più inclusivo per tutti.

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