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Ci sono quattro emozioni che i genitori dovrebbero avere il coraggio di affrontare con i figli

I bambini devono essere istruiti dai genitori anche sulle emozioni che provano e sulle conseguenze che hanno su di loro e sugli altri. Alcuni psicologi hanno spiegato come affrontare anche le emozioni più complesse con i figli.
A cura di Sophia Crotti
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genitori parlano con i figli

Ce lo ha dimostrato la serie tv Adolescence che quando i bambini assistono alle reazioni dei genitori, senza che questi le motivino, spiegando loro quali emozioni le hanno causate, una volta adolescenti non hanno idea di come affrontare la rabbia, la tristezza o la paura, se non con la disperazione che si tramuta in violenza. Niente può giustificare l'azione violenta del protagonista delle serie tv, ma è importante che osservare cosa può accadere a un figlio, le cui emozioni rimangono inascoltate, porti le nuove generazioni di genitori ad agire in maniera preventiva. Senza allontanarsi dai figli per responsabilizzarli più di quanto già non lo siano, ma per mettersi davvero in ascolto e relazione con loro, gli psicologi suggeriscono alle pagine di Parents di affrontare insieme a loro queste quattro emozioni spiacevoli, ma umane.

Insegnare a incanalare la rabbia

I bambini tendono a manifestare la rabbia come una profonda agitazione che causa in loro un cambiamento improvviso dei piani o il non ottenimento di ciò che desiderano. Se questi non hanno imparato a fare i conti con la frustrazione che genera un imprevisto, però, potrebbero reagire picchiando il coetaneo che gli ha fatto un torto o urlandogli contro. "I bimbi non hanno ancora imparato a regolare le proprie emozioni ed è dunque più che normale che scattino immediatamente dinnanzi a qualcosa che secondo loro non va come dovrebbe" spiega alle pagine di Parents la psicologa Jaclyn Shlisky. Per aiutarli a gestire questa emozione l'esperta suggerisce ai genitori di seguire questi passaggi:

  • convalidate l'emozione spiegando al bambino com'è la sua faccia e il suo corpo quando si arrabbia: "Basta dire lui, che si vede dal suo volto che è molto arrabbiato".
  • aiutatelo a empatizzare leggendo le favole: quando ci sono personaggi che hanno subito un torto in una favola si può chiedere ai piccoli di immedesimarsi in loro.
  • dare nuove strategie e parole: convalidata la rabbia, emozione che esiste, è importante dare ai bambini delle soluzioni e delle parole per esprimerla che non interferiscano però con le emozioni degli altri: "Devono sapere che grida e botte sono sempre sbagliate, che la rabbia può portare al desiderio di manifestarle ma che esistono altri modi per farlo"

Sentirsi tristi è diverso da essere tristi

La seconda emozione difficile da accettare per i genitori è la tristezza dei figli, eppure i piccoli la provano fin da bambini, quando un amico li delude, quando non vengono scelti per un gioco insieme, quando sentono la mancanza del nonno volato in cielo da tempo. Anche i questo caso, secondo la psicologa Shlisky, la chiave è convalidare l'emozione del bambino, senza cercare sempre e solo di calmarlo, pensando che se non piange più allora avrà superato il momento di sconforto: "La tristezza se non riconosciuta e affrontata può portare i bambini a diventare inclini alla rabbia, ad isolarsi o persino a manifestare dipendenze". Per tanto l'esperta suggerisce di:

  • farsi vedere tristi: non trattenete la tristezza davanti ai bambini e rispondete dicendo loro come vi sentite chiaramente se ve lo chiedono
  • convalidare davvero la tristezza del bimbo: se il piccolo piange perché ha perso il suo peluche e gli manca, spiegate lui che è normale, chiedetegli di verbalizzare le sue emozioni, senza asciugare solo le sue lacrime.

La paura è un meccanismo salva-vita

I bambini provano paura spesso nel loro percorso di crescita, temono di non rivedere i genitori quando questi semplicemente cambiano stanza, hanno paure irrazionali come quella dei ragni o dei mostri, tutte sensazioni che scaturiscono nel momento in cui si alza la loro soglia di allerta di un eventuale pericolo. Anche in questo caso è molto importante capire l'origine dello spavento dei bambini, se per esempio hanno vissuto o visto in tv un evento catastrofico come un terremoto o una guerra è normale che lo temano. In questo caso è importante spiegare loro in che zona si trovano o quali meccanismi di protezione ha messo in atto la comunità per tranquillizzarli sulla probabile manifestazione dell'evento. I suggerimenti per affrontare la paura sono:

  • dare consigli pratici e spiegare con parole semplici ma chiare perché non può accadere nulla di male
  • empatizzare con i bambini, dicendo loro cosa fa paura agli adulti.
  • leggere dei libri che raccontino di personaggi che stanno vivendo e affrontando una paura simile.

La gelosia non c'entra nulla con l'amore

Secondo la psicologa Francyne Zeltser, la gelosia è un sentimento che i bambini provano già a partire dai 3 mesi di età: "Basta che i genitori tengano tra le braccia un altro bambino per scatenare quel mostro dagli occhi verdi che è la gelosia" ha spiegato l'esperta a Parents. Quando poi i piccoli crescono questo sentimento si associa sempre più ad una forte insicurezza, ma alla scuola dell'infanzia il sentimento è soprattutto scatenato dall'invidia che si prova per i coetanei che posseggono questo o quell'oggetto del desiderio. L'esperta invita i genitori a:

  • dare vita a eventi inclusivi per i bambini: feste di compleanno sfarzose non fanno che aumentare le differenze e acuire la gelosia tra piccoli
  • convalidare le emozioni: dire apertamente ai piccoli che li si vede arrabbiati o nervosi e chiedere perché stanno così
  • separare questo sentimento dalle relazioni: è importante spiegare ai bambini che i limiti esistono, non si possono rubare i giocattoli degli amici che si vorrebbero, non si può decidere di superare i limiti che le altre persone ci impongono.
  • preparare il bimbo alle situazioni, insegnandogli anche a gioire per gli altri.
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