“Cerchiamo casa ma nessuno ce l’affitta perché abbiamo un figlio piccolo”: la storia di Sara
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Sara e Victor sono due giovani bolognesi in cerca di una casa in affitto dove poter abitare con il loro figlio di quattro mesi, Andrea. Purtroppo, nonostante gli sforzi e i continui tentativi, da oltre un anno e mezzo la coppia continua ricevere solo rifiuti e promesse mancate, soprattutto quando i potenziali affittuari vengono a sapere del bimbo di pochi mesi.
Così, dopo l'ennesima porta sbattuta in faccia, Sara ha deciso di rendere pubblica la sua situazione, postando su Facebook una foto che la ritrae insieme al figlio e al compagno come una sorta di presentazione per vincere le diffidenze e i pregiudizi dei proprietari di casa.
"In questo periodo abbiamo contattato più o meno una sessantina tra proprietari e agenzie per trovare un appartamento in affitto, ma finora tutto è stato inutile" ha raccontato Sara a Fanpage.it. Da qui l'idea del post "provocatorio", una specie di grido disperato per denunciare la loro storia.
"Ora stiamo viviamo in provincia di Bologna, in casa dei miei suoceri, ma non è una situazione facile, visto che la casa è di 39 metri quadri e attualmente ci viviamo in sei. Non possiamo più andare avanti così. Per questo ho scelto di mostrare a tutti ciò che stiamo vivendo".
Quali sono le difficoltà che state incontrando?
Una volta ci informammo per un monolocale. All’inizio il proprietario sembrava ben disposto poi, quando gli abbiamo detto che stavamo aspettando un bimbo, ha subito cambiato atteggiamento, dicendo che non ci avrebbe affittato l’appartamento perché era troppo piccolo per due genitori con un neonato. Per noi lo spazio andava bene, non era un buco, ma lui aveva già deciso e non se ne fece nulla.
Altre volte invece le proposte erano effettivamente troppo anguste…
Sì, alcuni ci hanno proposto soluzioni invivibili e a prezzi folli. In una casa che abbiamo potuto visitare di persona non c’era nemmeno lo spazio per mettere il lettino del bimbo. Questo è accaduto sia in città che in provincia, rendendoci di fatto impossibile trovare un posto dove poter iniziare a costruire una famiglia senza dover dipendere da nessuno.
Avete rischiato anche truffe?
L’ultima è stata divertente (ride, ndr). Dopo aver contattato una proprietaria attraverso un’app di soluzioni immobiliari, siamo stati dirottati verso un fantomatico ex-marito che a quanto pare gestiva l’appartamento. Dopo qualche messaggio, quest’uomo ci ha detto che abitava in Spagna e sarebbe venuto apposta per mostrarci l’appartamento e, eventualmente, suggellare il contratto. Prima però avremmo dovuto versare una caparra doppia (quasi 3000 euro). Ovviamente non ci siamo fidati.
Perché pensi che il grosso ostacolo sia la presenza di vostro figlio?
Mi sembra palese, anche se nessuno si è azzardato a dirlo esplicitamente. Per mesi, nei nostri profili e nelle richieste non segnalavamo il fatto di essere genitori. Quando però i proprietari scoprivano che stavamo aspettando un bambino iniziavano subito ad accampare scuse. Lo stesso avviene oggi quando spieghiamo che abbiamo un bambino appena nato. I "sì" diventano "forse" – che poi si trasformano in “no – e all’improvviso spuntano complicazioni, dubbi, dietrofront.
Ai potenziali affittuari presentate tutte le garanzie del caso?
Purtroppo né io né il mio compagno abbiamo contratti a tempo indeterminato, anche se speriamo che possa arrivare con il prossimo rinnovo. Tuttavia abbiamo come garanti non solo i nostri rispettivi genitori, ma anche i nonni, quindi da quel punto di vista siamo abbastanza coperti in fatto di garanzie di riscossione per gli eventuali affittuari.
Avete provato a percorrere la strada dell’edilizia popolare?
Certo, ma molte famiglie come la mia vivono un paradosso come la mia: pur non riuscendo nemmeno ad affittare una piccola casa, allo stesso tempo siamo ‘troppo ricchi’ per le graduatorie delle case popolari. Risultato: da più di 18 mesi non riusciamo a mettere un tetto sopra la testa di nostro figlio. A chi possiamo chiedere aiuto? Chi ci tutela? È davvero questo il Paese che chiede ai giovani di fare più figli?
Qual è la cosa ti ha fatto più male di tutta questa vicenda?
Al di là dell’enorme problema che ci sta impedendo di vivere una vita normale, dopo la pubblicazione del post su Facebook qualcuno ci ha accusato di aver utilizzato il volto di nostro figlio per impietosire il prossimo ed elemosinare una casa. Non era questo lo scopo di quella foto. Io ho solo presentato la mia famiglia e reso pubblica la nostra storia.
Dopo la pubblicazione della vostra storia è arrivata qualche proposta?
Sì. Oltre ai tanti messaggi pieni di speranza ed empatia per la nostra situazione, per fortuna sembra essere arrivato anche qualcosa di concreto. Un’associazione ci ha contattato dicendo di avere un appartamento a disposizione e proprio in questi giorni dovremmo andare a vederlo. Non possiamo che sperare e incrociare le dita.