Cantare insieme aiuta le mamme a superare la depressione post-partum: l’esperimento italiano
"Cantare mi ha fatta sentire come tutte le altre mamme"; "Quando mio figlio è in crisi canto una delle canzoni imparate, lui riconosce la melodia e si calma"; "Cantare scaccia i brutti pensieri e le ansie che ho da quando sono mamma". Sono solo alcuni dei riscontri positivi che le mamme con diagnosi di depressione post-partum hanno dato ad un corso di canto al quale hanno partecipato insieme.
Canta che ti passa non è solo un modo di dire, ma anche un metodo che nel Regno Unito, in Danimarca, Italia e Romania è stato messo in pratica per alleviare la depressione post-partum nelle mamme che ne soffrono.
Il progetto si intitola “Musica e maternità” e ha coinvolto diverse mamme inglesi che si sono trovate a cantare insieme, vedendo così calare drasticamente i sintomi della depressione post-partum. Di conseguenza l’esperimento ha destato l’interesse dell’Ufficio regionale per l’Europa e dell’OMS che hanno deciso di coordinare uno studio per cercare di inserire questo karaoke tra mamme ed esperti tra le cure primarie contro la DPP.
L’esperimento canoro contro la depressione post partum
In Italia, come riporta lo studio, si registra la depressione post partum in circa il 10-13% delle madri, che entro un anno dalla nascita del primo figlio, può portare le donne anche al suicidio. Per tanto, appurato che il protocollo Musica e Maternità nel Regno Unito aveva dato risultati positivi, l’ISS ha redatto una serie di indicazioni per mettere in pratica anche in Italia questa forma di soluzione artistica ai dolori fisici e mentali della depressione post-partum.
Le donne che hanno partecipato allo studio sono state scelte tra quelle in contatto con le strutture di Assistenza territoriale per contrastare la DPP, tutte maggiorenni e con un neonato di età compresa tra gli 0 e i 9 mesi. Ciascuna struttura assistenziale ha così selezionato 12 mamme e ha permesso loro di poter accedere alle lezioni di canto.
Alle donne è stato chiesto di partecipare alle sessioni di canto di un’ora e mezza con i propri bambini, se questo non causava in loro disagio, dal momento che l’intervento era rivolto a loro e non a costruire un più stretto legame con il piccolo.
Le mamme si sono incontrate per 10 volte con un maestro di canto che si è occupato di far fare loro esercizi preparatori, di far cantare loro diverse canzoni in italiano e in inglese, appartenenti a generi diversi. Il tutto mentre dondolavano tra le braccia il proprio bimbo attorno alla stanza. Inoltre le mamme potevano accompagnare i loro vocalizzi con il suono di tamburelli, maracas, campanellini, fogli di carta, sciarpe, da utilizzare insieme ai loro bimbi. Per permettere alle mamme di confrontarsi e di stringere legami fra loro all’inizio e al termine di ogni lezione vi era un rinfresco al quale partecipare tutti insieme.
Per valutare l’efficacia dell’intervento, al termine dei 10 incontri è stato domandato ai referenti dei centri assistenziali di riferimento, alle 23 mamme da sole o in gruppo e ai maestri di canto di spiegare come fossero andate le lezioni.
I benefici per le mamme
Le mamme si sono dette concordi nell’aver riscontrato dei benefici per la loro condizione di depressione post partum, anche se scettiche all’inizio, poter imparare insieme a cantare canzoni semplici, che non richiedessero eccessivi sforzi canori o mnemonici le ha aiutate.
Una mamma ha anche affermato di aver trovato il corso di canto più benefico di un gruppo di ascolto: “Un gruppo di discussione sulla depressione post partum non mi avrebbe aiutata perché quando si partecipa a gruppi di psicoterapia capita di sentirsi inferiori agli altri, svolgere un’attività insieme alle altre mamme invece mi ha permesso di sentirmi sul loro stesso piano e poi di aprirmi e raccontare la mia storia” riporta lo studio. Il canto, infatti, ha permesso alle madri di esprimere le proprie emozioni e di creare uno stretto legame con i loro bambini: “La musica è la chiave per la guarigione, se vuoi riesci ad aprirti personalmente, se non vuoi i bimbi l’ascoltano e quella melodia può servire a calmarli”.
Le donne hanno affermato di aver tratto beneficio in tempi brevi dal corso e di aver notato un miglioramento nella qualità della loro vita, il leader di uno dei gruppi di canto lo ha confermato: “Il problema principale della depressione post partum è la solitudine delle madri, stare insieme per i soggetti più isolati è stato un vero e proprio fattore di cura”.
A favorire la guarigione, però, è stato anche il fatto che i loro maestri di canto, perché l’intervento fosse efficace, abbiano lavorato a stretto contatto con una rete di esperti, ostetriche, educatrici sanitarie e psicologhe. Gli esperti hanno osservato le mamme e scelto le canzoni adatte a loro, cambiando i generi quando una ninna nanna le rattristava e scegliendo di dedicare diverse lezioni a canzoni del Paese di origine di ciascuna di loro.
Altre accortezze per le mamme che si trovavano in un momento molto delicato della loro esistenza sono state far trovare loro bevande e cibo già in struttura, posizionarsi in strutture facilmente raggiungibili con i mezzi e munite di parcheggi per chi invece raggiungesse il luogo in macchina.
E dopo la fine del corso di canto?
Alcune mamme hanno detto di aver continuato con il canto anche dopo la fine del corso, altre di aver trovato amiche fidate, grazie alle quali non si sentono più le sole al mondo a vivere la maternità in maniera non proprio serena.
“Noi ci troviamo a casa mia in gruppi da 5 e continuiamo a cantare con i nostri bambini – ha rivelato una mamma nello studio – è bello stare insieme”. Alcune mamme hanno spiegato di utilizzare le canzoni imparate durante il corso per calmare i loro bambini: “I piccoli riconoscono le melodie e si emozionano, calmandosi e sorridendo”.
Altre mamme invece hanno invece continuano a cantare nei momenti di sconforto, trovando beneficio e dimostrando che cantare può essere a tutti gli effetti un valido strumento di cura per la depressione post partum: “Il canto mi aiuta a non pensare alle cose brutte, a superare le paure e le incertezze che ho da quando sono mamma”.