Bullismo e insicurezze adolescenziali, cosa si nasconde dietro il trend #pickmegirl di TikTok
Digitando su TikTok #pickmegirl, ossia “ragazza- scegli me”, si possono trovare tantissimi contenuti, alcuni visualizzati anche 3.8 miliardi di volte, di ragazze che si atteggiano al fine di essere scelte da un ragazzo che a loro piace.
Il trend è iniziato diversi anni fa, secondo alcuni riferendosi ad una celebre frase pronunciata nella serie tv Grey's Anatomy, ma è spopolato negli ultimi due anni.
Le ragazze nei video hanno atteggiamenti che inneggiano al bullismo e che durante l'adolescenza o la preadolescenza possono essere anche molto rischiosi per chi li guarda.
Chi sono le pickmegirl su TikTok
Si atteggiano, arrotolano i capelli sulle dita e ammiccano ai ragazzi le #pickmegirl di TikTok e velatamente mettono in mostra degli atteggiamenti potenzialmente pericolosi.
Titania Jordan, esperta di sicurezza digitale dei bambini online, ha elencato una serie di caratteristiche molto pericolose, in ottica di bullismo e cyberbullismo, delle ragazze che compaiono nel trend, alle pagine di Parents:
- denigrano gli altri, pur di sembrare superiori: queste ragazze specificano che i ragazzi a cui sono interessate, devono scegliere loro, che sono migliori di chiunque altro.
- mentono: trasmettono dunque l’idea che per piacere agli altri ci si debba adeguare ai loro gusti, annullandosi.
- dicono di distinguersi dalla massa: loro sono sempre diverse dalle altre ragazze, le altre mangiano, loro saltano i pasti, per esempio.
- si sminuiscono: queste ragazze mentono anche sul proprio conto, attribuendosi dei difetti o indugiando su delle loro caratteristiche negative, al solo fine di ricevere una smentita.
I rischi del trend per i bambini e i preadolescenti
Considerando che a discapito delle normative che impongono un’età minima di 14 anni, come specifica Save The Children i bambini italiani accedono quotidianamente ad internet già dagli 11 anni, sono diversi i rischi con i quali si interfacciano, prendendo come modello questi contenuti.
I rischi maggiori, come spiega lo psicologo Scott Roth a Parents sono legati proprio all’età degli utenti di questi contenuti.
“In preadolescenza e adolescenza i ragazzi stanno formando la loro personalità, è un momento complicato e contenuti come questi che inneggiano al bullismo, o ad isolare gli altri possono essere pericolosi”.
Un altro rischio sottolineato dall’esperto è che le ragazze e le bambine potrebbero interiorizzare che pur di piacere agli altri si debba essere disposte a fare di tutto e non c’è nulla di più sbagliato.
Lo psicologo ha detto che tuttavia, talvolta, questi atteggiamenti non sarebbero solo contenuti per il web, ma potrebbero essere messi in atto da ragazzi e ragazze anche dal vivo, non perché siano davvero così sicuri di sé da sentirsi migliori degli altri, ma per una sorta di egocentrismo evolutivo:
“In preadolescenza si è molto insicuri, ma questa insicurezza talvolta spinge i ragazzi a compensarla comportandosi all’opposto, quindi mostrandosi molto sicuri di sé".
Lo psicologo non esclude poi che magari da piccoli abbiano ricevuto un rinforzo positivo dagli adulti quando facevano un po’ i gradassi e che quindi abbiano interiorizzato che sia giusto comportarsi così.
Questo atteggiamento però spiega lo psicologo: “Che i ragazzi siano o non siano consapevoli dell'atteggiamento che mettono in atto, demoliscono gli altri, che non sono come loro e finiscono per essere a loro volta isolate”.
Come aiutare i figli a non finire nella trappola della challenge pick-me
Lo psicologo Roth ha stilato una lista di consigli condivisi sulla rivista Parents per evitare che i figli, giovani utenti dei social, rimangano intrappolati tra le ripercussioni psicologiche di questa challenge.
“Ogni generazione ha avuto i suoi problemi e i suoi drammi, solo che oggi con questi nuovi mezzi in un attimo atteggiamenti, anche sbagliati, diventano virali”.
- Assicurarsi che il proprio figlio abbia gli strumenti per contrastare il bullismo: lo psicologo spiega che i bambini fin da piccoli devono imparare che difendersi non significa essere scortesi con gli altri o irrispettosi.
- Insegnare ai ragazzi a sentirsi bene con loro stessi: incoraggiare i figli nelle loro attività sportive, a fare volontariato, teatro e farli sentire apprezzati e amati può essere il modo giusto per vincere le loro insicurezze.
- Essere un buon esempio: non si può pretendere che i propri figli sappiano essere rispettosi e mai gradassi se lo si è per primi.