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Bullismo e insicurezze adolescenziali, cosa si nasconde dietro il trend #pickmegirl di TikTok

Il trend di TikTok #Pickmegirl potrebbe spingere i giovani utenti a imitare atteggiamenti di bullismo, a isolare gli altri o a mentire pur di piacere a chi li circonda.
A cura di Sophia Crotti
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pickme girl

Digitando su TikTok #pickmegirl, ossia “ragazza- scegli me”, si possono trovare tantissimi contenuti, alcuni visualizzati anche 3.8 miliardi di volte, di ragazze che si atteggiano al fine di essere scelte da un ragazzo che a loro piace.

Il trend è iniziato diversi anni fa, secondo alcuni riferendosi ad una celebre frase pronunciata nella serie tv Grey's Anatomy, ma è spopolato negli ultimi due anni.

Le ragazze nei video hanno atteggiamenti che inneggiano al bullismo e che durante l'adolescenza o la preadolescenza possono essere anche molto rischiosi per chi li guarda.

Chi sono le pickmegirl su TikTok

Si atteggiano, arrotolano i capelli sulle dita e ammiccano ai ragazzi le #pickmegirl di TikTok e velatamente mettono in mostra degli atteggiamenti potenzialmente pericolosi.

Titania Jordan, esperta di sicurezza digitale dei bambini online, ha elencato una serie di caratteristiche molto pericolose, in ottica di bullismo e cyberbullismo, delle ragazze che compaiono nel trend, alle pagine di Parents:

  • denigrano gli altri, pur di sembrare superiori: queste ragazze specificano che i ragazzi a cui sono interessate, devono scegliere loro, che sono migliori di chiunque altro.
  • mentono: trasmettono dunque l’idea che per piacere agli altri ci si debba adeguare ai loro gusti, annullandosi.
  • dicono di distinguersi dalla massa: loro sono sempre diverse dalle altre ragazze, le altre mangiano, loro saltano i pasti, per esempio.
  • si sminuiscono: queste ragazze mentono anche sul proprio conto, attribuendosi dei difetti o indugiando su delle loro caratteristiche negative, al solo fine di ricevere una smentita.

I rischi del trend per i bambini e i preadolescenti

Considerando che a discapito delle normative che impongono un’età minima di 14 anni, come specifica Save The Children i bambini italiani accedono quotidianamente ad internet già dagli 11 anni, sono diversi i rischi con i quali si interfacciano, prendendo come modello questi contenuti.

I rischi maggiori, come spiega lo psicologo Scott Roth a Parents sono legati proprio all’età degli utenti di questi contenuti.

In preadolescenza e adolescenza i ragazzi stanno formando la loro personalità, è un momento complicato e contenuti come questi che inneggiano al bullismo, o ad isolare gli altri possono essere pericolosi”.

Un altro rischio sottolineato dall’esperto è che le ragazze e le bambine potrebbero interiorizzare che pur di piacere agli altri si debba essere disposte a fare di tutto e non c’è nulla di più sbagliato.

Lo psicologo ha detto che tuttavia, talvolta, questi atteggiamenti non sarebbero solo contenuti per il web, ma potrebbero essere messi in atto da ragazzi e ragazze anche dal vivo, non perché siano davvero così sicuri di sé da sentirsi migliori degli altri, ma per una sorta di egocentrismo evolutivo:

In preadolescenza si è molto insicuri, ma questa insicurezza talvolta spinge i ragazzi a compensarla comportandosi all’opposto, quindi mostrandosi molto sicuri di sé".

ragazza sui social

Lo psicologo non esclude poi che magari da piccoli abbiano ricevuto un rinforzo positivo dagli adulti quando facevano un po’ i gradassi e che quindi abbiano interiorizzato che sia giusto comportarsi così.

Questo atteggiamento però spiega lo psicologo: “Che i ragazzi siano o non siano consapevoli dell'atteggiamento che mettono in atto, demoliscono gli altri, che non sono come loro e finiscono per essere a loro volta isolate”.

Come aiutare i figli a non finire nella trappola della challenge pick-me

Lo psicologo Roth ha stilato una lista di consigli condivisi sulla rivista Parents per evitare che i  figli, giovani utenti dei social, rimangano intrappolati tra le ripercussioni psicologiche di questa challenge.

pickmegirl

Ogni generazione ha avuto i suoi problemi e i suoi drammi, solo che oggi con questi nuovi mezzi in un attimo atteggiamenti, anche sbagliati, diventano virali”.

  • Assicurarsi che il proprio figlio abbia gli strumenti per contrastare il bullismo: lo psicologo spiega che i bambini fin da piccoli devono imparare che difendersi non significa essere scortesi con gli altri o irrispettosi.
  • Insegnare ai ragazzi a sentirsi bene con loro stessi: incoraggiare i figli nelle loro attività sportive, a fare volontariato, teatro e farli sentire apprezzati e amati può essere il modo giusto per vincere le loro insicurezze.
  • Essere un buon esempio: non si può pretendere che i propri figli sappiano essere rispettosi e mai gradassi se lo si è per primi.
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