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Festival di Sanremo 2025

Brunori Sas porta a Sanremo la paura della paternità, la pedagogista: “Oggi i papà sono liberi di essere fragili”

La pedagogista Anna Granata ha spiegato a Fanpage.it, perché secondo lei il brano che Brunori Sas porterà a Sanremo “L’albero delle noci” è un inno alla paternità moderna, fatta di gioia e fragilità.
Intervista a Anna Granata
Professoressa associata di Pedagogia all'Università di Milano Bicocca
A cura di Sophia Crotti
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Brunori Sas
Brunori Sas
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Brunori Sas scende per la prima volta le tanto temute scale dell’Ariston portando il brano "L'albero delle noci", il cui testo è stato già elogiato dall’Accademia della Crusca per la capacità evocativa delle sue parole, sempre scelte con cura.

Con la sua canzone Brunori si conferma non solo un poeta moderno, in grado di raccontare per immagini esperienze profonde della sua esistenza e renderle così universali, ma anche un padre in linea con i tempi. La pedagogista Anna Granata infatti ha commentato per Fanpage.it la scelta di Brunori definendolo il primo papà moderno a Sanremo: “Fa parte della Gen X, ma racconta la bellezza e la difficoltà che i papà Millennials, i primi ad essere davvero presenti nella vita dei figli, a viverli e a non avere paura di mettere in mostra le proprie fragilità”.

Nel brano portato al Festival di Sanremo, Brunori solleva 4 temi fondamentali, la gioia immensa in grado di “cambiare le proporzioni del mio cuore” che la nascita di un figlio porta con sé, il terrore che questa felicità scompaia in un attimo, immagine che rende alla perfezione citando un sogno biblico del Faraone, la paura di sbagliare e non essere così un buon padre e in ultimo il tempo, che scorre in un attimo mentre guarda il suo bebè trasformarsi in un essere dai riccioli d’oro in grado di muovere i suoi primi passi da solo. “Comunque andrà questo testo lo ricorderemo, sarà per sempre l’inno dei nuovi papà.

Anna Granata (Professoressa associata di Pedagogia all'Università di Milano Bicocca)
Anna Granata (Professoressa associata di Pedagogia all'Università di Milano Bicocca)

Brunori Sas porta sul palco dell'Ariston la sua esperienza di paternità, i suoi sentimenti danno voce ad un'intera generazione di padri?

Sì, nel suo testo si leggono e sentiremo luci e ombre, slanci e paure, tutte emozioni contrastanti, che ci descrivono con il potere della parola in musica l’aspetto rivoluzionario di cambiamento nella vita di un genitore. Ma la vera potenza e novità sta nel fatto che la voce che canta questi turbamenti è maschile, ma non mi stupisce perché come molte ricerche riportano i papà Millennials si qualificano come i padri più presenti di sempre nella vita dei bambini, fin da neonati.

Si tratta di padri che vogliono esserci per i loro figli fin dall'inizio quindi?

Sì, in Italia siamo ancora all’inizio di un processo di coinvolgimento attivo dei padri nella vita dei figli, sicuramente i papà Millennials sono tra i primi padri che usufruiscono del congedo di paternità, che nel Bel Paese è ancora di soli 10 giorni, a fronte dei 4 mesi in Spagna e in Svezia. Le ricerche ci dicono che 6 papà Millennials su 10 hanno usufruito del congedo di paternità nel 2021. Ciò permette loro di vivere una genitorialità implicata, coinvolta anche dal punto di vista affettivo, dato che in precedenza non era tanto diffuso. Per questo sono belle le emozioni che Brunori tratteggia nella canzone, danno l’idea di tutto il portato che c’è nell’esperienza paterna vissuta da vicino.

Brunori racconta la paternità anche come un periodo di paure, sia nel veder soffrire la propria bambina, che nel poter essere lui la fonte di questa sofferenza. È una riflessione che diventare genitori porta con sé?

Sì, io vedo tanta normalità in questa descrizione. I normali sentimenti di turbamento che provoca l'enorme responsabilità del diventare padri o madri, mai provata prima e che segna l’entrata in una fase pienamente adulta della persona. Brunori sente tutte queste responsabilità nei confronti della sua bambina che ha bisogno di infinite cure e attenzioni sia nei suoi primi giorni di vita che durante l’intero accompagnamento alla crescita.

Quindi i papà moderni, che canta Brunori sono più liberi di mostrare le proprie fragilità e più consapevoli di un tempo?

Sì esattamente, lui usa un’espressione bellissima, parla di una nuova architettura del cuore, che permette quindi l’ingresso di nuove emozioni, mai provate prima e culturalmente poco diffuse nel maschile e nella paternità. Canta la tenerezza, la paura, il senso di responsabilità, il coinvolgimento affettivo, dimensioni che culturalmente abbiamo a lungo negato nel maschile ma che tornano attraverso una delle esperienze esistenziali più forti: la nascita di un figlio.

Un altro tema che solleva Brunori è la rapidità dello scorrere del tempo. Perché quando nasce un figlio ai genitori sembra che il tempo scorra in una maniera più veloce?

Direi perché quando si diventa genitori non c’è più tempo per guardare il tempo, che scorre senza che nessuno se ne accorga. Il primo anno di vita di un bambino è fatto di cambiamenti straordinari a livello fisico, di competenze e capacità che il piccolo sviluppa in una maniera unica e molto rapida. Il genitore è messo nella condizione di osservare dalla sua posizione l’anno del più grande cambiamento nella vita del suo cambia il passo e si abitua ad un nuovo ritmo che scandisce diversamente le sue giornate. Non cambia infatti solo il tempo per un genitore e la sua misura ma mutano anche le priorità.

Qual è il messaggio più bello che Brunori porta a Sanremo?

Proprio questo lasciarsi cambiare le priorità da un nuovo nato che entra non solo nella vita della famiglia ma anche nel mondo, per essere il seme di un cambiamento. Ma anche il dire chiaramente che la nascita di un figlio è una di quelle esperienze che rivoluzionano di più la vita della persona, mettendo in luce, finalmente dal punto di vista maschile, tutte le sfumature emotive che questa esperienza comporta.

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