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Biglietti da visita per bambini: la nuova idea per fare amicizia e organizzare appuntamenti di gioco

Negli Stati Uniti alcuni genitori hanno cominciato a dare ai propri figli piccole card da dare agli amichetti per organizzare appuntamenti di giochi e fornire qualche informazione in più alle famiglie. Gli esperti: “Idea utile per fare nuove conoscenze, ma attenzione a non diffondere troppi dati sensibili”
A cura di Niccolò De Rosa
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Se fino a qualche tempo bastava prendere un po' di confidenza con i nuovi amichetti per poi fare in modo che i genitori si organizzassero per un pomeriggio insieme, oggi gli appuntamenti di gioco tra bambini hanno preso una piega inaspettatamente professionale, con veri e propri scambi di biglietti da visita per organizzare i loro incontri post-scolastici.

A raccontare questo nuovo trend è stata l'influencer Vanity Rodriguez, la quale ha raccontato con entusiasmo la sua sorpresa quando suo figlio è tornato da scuola con un biglietto da visita ricevuto da un compagno di classe.

Piccole card per fare amicizia

Rodriguez ha mostrato sui social l'origine biglietto che, oltre al nome e alla foto del bambino, conteneva anche l’username di una piattaforma di gioco online e i contatti dei genitori: tutto per facilitare la programmazione di futuri incontri.

"Se sei un genitore estroverso con un bambino altrettanto estroverso, penso che questa sia la cosa più carina che abbia mai visto", ha commentato Rodriguez, la quale ha visto in simili bigliettini un modo semplice per connettersi

L’idea di scambiare biglietti da visita infatti non rimane solo un vezzo creativo, ma rappresenta una soluzione pratica per facilitare la comunicazione tra genitori, specialmente quando si cerca di organizzare incontri tra bambini che frequentano la stessa scuola ma non hanno ancora contatti consolidati, come tra compagni di classe al primo anno.

La trovata è subito diventata un business

Quella che sembrava un’idea originale per gestire le amicizie dei bambini è diventata un vero e proprio business per alcuni genitori intraprendenti.

Come raccontato dal New York Post, la mamma e ex insegnante Brianna Mullally ha cominciato a creare questi biglietti per suo figlio quando la famiglia si è trasferita in una nuova città. L’obiettivo era aiutarlo a farsi nuovi amici, ma presto si è resa conto che l’idea aveva un potenziale commerciale e ha iniziato a venderli attraverso gruppi di artigianato locali, riscuotendo un grande successo.

Non solo gioco: i vantaggi pratici

Oltre a facilitare l’organizzazione di incontri, questi biglietti hanno un’utilità che va oltre il semplice scambio di contatti. Alcuni genitori li utilizzano anche per condividere informazioni utili come allergie o le giornate in cui i loro figli sono disponibili per giocare. In questo modo, si riducono i fraintendimenti e si agevola la pianificazione delle attività dei bambini.

La terapeuta familiare Stephanie Manes ha elogiato l’iniziativa, definendola una "soluzione sensata" alle complesse logistiche legate alle attività dei bambini. Piuttosto che vedere questi biglietti come una trovata eccessivamente formale, Manes li considera un modo per alleviare il carico mentale dei genitori, spesso alle prese con mille impegni.

L'importante è però non sottovalutare il pericolo privacy e proteggere sempre le informazioni personali. Per questo l'esperta consiglia ai genitori di utilizzare contatti email creati ad hoc per simili questioni di famiglia per evitare di divulgare dati sensibili, come l'indirizzo di casa o contatti social.

Attenzione ai "no"

Anche se i biglietti da visita sembrano essere una soluzione innovativa e divertente, non sono privi di rischi per le relazioni tra bimbi. Tara Arutunian, psicoterapeuta interpellata dal New York Post, ha ad esempio avvertito i genitori di preparare i propri figli alla possibilità che l'invito non venga accettato.

Non sempre, infatti, i genitori dell’invitato risponderanno positivamente, e questo potrebbe portare a un sentimento di delusione. È importante, quindi, che i genitori siano pronti a gestire la situazione e a offrire supporto emotivo in caso di rifiuto.

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