Bambini e stereotipi: secondo uno studio, già a sei anni i bimbi pensano che le ragazze siano meno brave in informatica
Un recente studio condotto dall’American Institutes for Research (AIR) ha evidenziato come, già a sei anni, i bambini tendano a sviluppare stereotipi di genere riguardo alla scienza informatica e all’ingegneria, percependo i maschi come più capaci rispetto alle femmine. Questi pregiudizi sembrano però meno radicati per la matematica, elemento che ha suggerito ai ricercatori una diversa percezione da parte dei piccoli riguardo a tutti i campi delle cosiddette discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica).
A ogni modo, l'esistenza di bias già così radicati in una fascia d'età tanto precoce suona come un campanello d'allarme per una società e un mercato del lavoro dove le disuguaglianze di genere continuano a sfavorire la crescita professionale femminile, soprattutto in ambito scientifico.
Cosa ha scoperto la ricerca
Lo studio ha preso in esame 98 ricerche condotte tra il 1977 e il 2020, fornendo una base per affrontare gli stereotipi di genere attraverso interventi educativi precoci e mirati.
Dai risultati ottenuti è emerso che, tra tutti i bambini di 6 anni intervistati, il 35% del campione si è detto convinto che i ragazzi siano più bravi delle ragazze nell'informatica, il 22% ha affermato il contrario e il 43% ritiene che non vi sia alcuna differenza. Contrariamente alle aspettative, invece, gli stereotipi legati alla matematica sono molto meno marcati rispetto a quelli sull’informatica o l’ingegneria. Inoltre, i bambini percepiscono i maschi più adatti alla fisica, mentre considerano le femmine migliori in biologia, evidenziando divisioni significative anche all’interno delle discipline scientifiche. D’altro canto, le ragazze sono percepite come nettamente superiori nei domini verbali, come la lettura e la scrittura, una convinzione che si manifesta già intorno agli otto anni e si rafforza con l’età.
Gli stereotipi partono fin dalla primissima infanzia
Lo studio, pubblicato il 9 dicembre su Psychological Bulletin, rappresenta l’analisi più ampia mai realizzata sugli stereotipi di genere in STEM e nelle abilità verbali. Ha coinvolto dati raccolti in oltre 40 anni, analizzando le risposte di 145.000 bambini provenienti da 33 nazioni.
David Miller, autore principale e ricercatore senior presso l'AIR, ha sottolineato come questi pregiudizi emergano già prima dell’ingresso nella scuola primaria, riflettendo messaggi appresi in casa e in altri contesti sociali. "Educatori dell’infanzia, genitori e programmi educativi extracurriculari possono giocare un ruolo cruciale nel contrastare queste narrazioni" ha affermato.
Con l’avanzare dell’età, le ragazze tendono a rafforzare la percezione che i maschi siano più adatti alle discipline STEM, un fenomeno che potrebbe ridurre il loro interesse verso settori tecnologici in rapida crescita, come l’intelligenza artificiale. Miller ha evidenziato la necessità di interventi mirati, aggiungendo che iniziative come "ragazze nella matematica" o "ragazze nelle STEM" potrebbero non affrontare i pregiudizi più radicati. "Occorre un’attenzione specifica verso le ragazze nell’informatica e nell’ingegneria, specialmente nell’infanzia, prima che questi stereotipi si consolidino," ha dichiarato.
Per gli esperti, dunque, contrastare questi pregiudizi rimane fondamentale non solo per promuovere un accesso equo e inclusivo alle discipline STEM, ma anche per ispirare le nuove generazioni a esplorare senza barriere tutto il loro potenziale.