Bambini con balbuzie, 7 su 10 soffrono di “voice shaming”: cos’ è e come si può contrastare
Molto spesso i bambini che balbettano non solo devono fare i conti con la propria difficoltà comunicativa, ma nella maggior parte dei casi devono anche sopportare risate, sberleffi e prese in giro da parte dei coetanei. A dirlo è il secondo rapporto annuale dell’Osservatorio Voice Shaming presentato martedì 22 ottobre a Milano dall’associazione Vivavoce in occasione della Giornata internazionale della consapevolezza sulla balbuzie.
La ricerca, condotta su un campione di 110 bambini e ragazzi con balbuzie e 114 genitori, ha infatti mostrato come 7 bambini su 10 siano vittime del cosiddetto voice shaming, ossia quel fenomeno di costante derisione e discriminazione verso bambini balbuzienti o con disturbi del linguaggio che, dati alla mano, appare in preoccupante crescita.
La diffusione del fenomeno: dove e come si manifesta
Stando a quanto riportato dallo studio di Vivavoce, il 71% dei bambini e ragazzi con disturbi del linguaggio ha subito più di una volta episodi di voice shaming, con la scuola che viene indicata come il luogo principale di queste esperienze negative (61% dei casi), seguita da contesti di svago come parchi e centri sportivi (34%). Questi ambienti, che in teoria dovrebbero essere i più sicuri e stimolanti per i ragazzi, diventano spesso teatro di derisione, isolamento sociale e commenti negativi.
L'indagine ha poi approfondito le modalità con cui il voice shaming si manifesta. La maggior parte dei piccoli ha infatti raccontato di essere stati oggetto di scherno attraverso imitazioni del loro modo di parlare (39%) e veri e propri atti di esclusione (22%). Commenti denigratori, spesso pronunciati da coetanei, rappresentano un ulteriore 17% degli episodi.
Le conseguenze emotive e sociali
Non di rado gli adulti tendono a sottovalutare gli effetti di simili comportamenti, talvolta derubricando il tutto a semplici prese in giro. Le ripercussioni del voice shaming sui bambini, invece, possono essere gravi e profonde. Il report ha mostrato che il 31% delle giovani vittime di questo fenomeno ha sviluppato frequenti stati d'animo riconducibili a sentimenti di sconforto e tristezza, il 26% ha ammesso di vergognarsi per il proprio modo di parlare. Il 25% ha invece manifestato rabbia e frustrazione.
"La voce è un tratto che ci identifica e chi viene deriso proprio su questo aspetto primario della comunicazione viene colpito nel profondo" ha spiegato Giovanni Muscarà, presidente di Vivavoce, sottolineando come questo disagio emotivo abbia spesso impatto devastante anche sulla vita sociale, con molti bambini che preferiscono evitare situazioni potenzialmente umilianti e isolarsi dai coetanei.
Le conseguenze però non si fermano qui: il voice shaming, infatti, non solo mina i rapporti personali e la voglia di comunicare, ma può anche portare a una riduzione dell'autostima e a disturbi psicologici più gravi, come la depressione.
Il punto di vista dei genitori: paura per il futuro
Secondo quanto rilevato dal sondaggio, i genitori – almeno quelli i cui figli sono vittima delle prese in giro – sono apparsi profondamente consapevoli del problema: il 76% ha confermato di essere a conoscenza degli episodi di voice shaming subiti dai propri figli. Più della metà (55%) ha riferito che sono stati i bambini stessi a confidare queste esperienze, un segno della gravità e del peso emotivo che il fenomeno ha su di loro. Madri e padri, oltre a notare un maggiore isolamento sociale nei figli (68%), hanno anche affermato di aver osservato un visibile aumento di emozioni negative come tristezza e ansia (71%) nei comportamenti quotidiani.
Questa situazione, naturalmente, porta i genitori anche ad avere molta preoccupazione per il futuro dei bambini. Il 95% degli adulti intervistati teme infatti che il voice shaming possa comportare effetti a lungo termine sul benessere psicologico dei propri figli, compromettendo la loro autostima e la capacità di affrontare le sfide sociali e relazionali anche durante l'adolescenza e l'età più matura.
La necessità di interventi educativi
L’associazione Vivavoce insiste sull’importanza di interventi educativi mirati per prevenire e contrastare il voice shaming. In particolare, il presidente Muscarà ha ribadito l'urgenza di creare ambienti scolastici più consapevoli e accoglienti, dove gli insegnanti possano riconoscere i segnali di disagio e intervenire tempestivamente. La collaborazione tra famiglie, scuole e specialisti è fondamentale per assicurare ai bambini la serenità di esprimersi senza il timore di essere derisi per la loro voce.
"Per contrastare il voice shaming, è essenziale che genitori, educatori e insegnanti siano formati per riconoscere e affrontare le situazioni in cui si verifica – ha dichiarato Muscarà a Fanpage.it – Solo con un lavoro di consapevolezza e una collaborazione tra scuola, famiglie e specialisti possiamo aiutare ogni bambino a sentirsi libero di esprimersi senza la paura di essere giudicato."
Per favorire tale processo, l"associazione Vivavoce ha risposto a questa emergenza con una campagna di sensibilizzazione sui social, lanciando il video "Ogni voce ha la sua storia", con l’obiettivo di educare il pubblico a riconoscere e combattere gli stereotipi legati alla balbuzie. Secondo i promotori dell'iniziativa, infatti, solo attraverso una maggiore consapevolezza del problema e l'adozione di strategie efficaci per affrontarlo, si potrà ridurre il danno emotivo causato dal voice shaming e restituire ai bambini la libertà di comunicare senza paura.