Bambina si gratta una puntura d’insetto e sviluppa un’infezione su tutta la gamba: “È stato orribile”

Durante una vacanza in campeggio, quella che sembrava una banale puntura di zanzara si è trasformata in un'esperienza ben più drammatica per una famiglia australiana. Un evento ordinario, comune a molti bambini soprattutto durante la stagione estiva, ha infatti innescato una catena di complicazioni mediche che ha portato Ava, una bambina di nove anni, al ricovero ospedaliero, alla diagnosi di una malattia difficile da trattare e a un lungo (e doloroso) percorso di cure
Tutto è cominciato il mese scorso, con un semplice morso di zanzara, uno dei tanti che Ava aveva già ricevuto durante le avventure all’aria aperta con la sua famiglia, spesso impegnata in campeggi ed escursioni attraverso il Paese. Nulla di strano all’apparenza: un po’ di prurito, una pomata lenitiva e via.
"I nostri bambini sono stati punti da zanzare e moscerini innumerevoli volte e non hanno mai avuto una reazione", ha raccontato al sito australiano Kidspot la signora Bek, madre della piccola. "Così ho semplicemente messo una crema antibatterica contro le punture di zanzare per aiutarli a fermare il prurito". Questa volta, però, la cosa non sembrava destinata a risolversi come al solito. Nel giro di pochi giorni, la puntura è infatti diventata sempre più gonfia, dolorosa, rossa e dura al tatto. "Il quinto giorno, la zona era triplicata di dimensione e Ava non riusciva più a camminare".
La diagnosi: un’infezione da stafilococco resistente
Portata in ospedale, la bambina è stata subito presa in carico dai medici. Il fatto che la puntura fosse situata dietro il ginocchio ha sollevato timori per una possibile infezione articolare. Dopo un primo ciclo di antibiotici senza successo, però, è arrivata la diagnosi definitiva: Ava aveva contratto lo Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA), un ceppo resistente del batterio chiamato anche "stafilococco aureo" e noto per la sua difficoltà a essere trattato. Nel frattempo l’infezione si era ormai estesa fino alla coscia, con arrossamenti, febbre e linfonodi ingrossati: "È stato orribile vederla passare attraverso qualcosa di doloroso, mentre dovevano inserirle una cannula per gli antibiotici", ha ricordato la madre.

Credits: Instagram/@thescenicrouteaustralia
"Mi è stato spiegato che tutti portiamo lo stafilococco sulla pelle, ma se entra nel sangue da una ferita aperta, è difficile da eliminare" ha dichiarato Beck. I medici le hanno infatti spiegato che molto probabilmente il batterio era riuscito a penetrare nell'organismo della figlia grazie a una piccola lesione che Ava si era procurata grattando la puntura di zanzara che l'aveva morsa all'altezza della coscia. "Abbiamo commesso l'errore di mettere quei cerotti resistenti e di toglierli dalle zone di pelle rimasta scoperta e, nel giro di due giorni, c'erano otto nuovi punti che si erano tutti infettati".
La prevenzione come unica difesa
Per fortuna i medici sono riusciti ad arginare l'azione nociva del batterio, ma se le ferite fisiche stanno via via guarendo, la bambina sta ancora facendo i conti con un forte contraccolpo psicologico. "Ora ha paura di toccare qualsiasi cosa sulla pelle e teme che l’infezione rimanga per sempre nel suo corpo" ha raccontato Beck, decisamente provata dall'esperienza.
Dopo la dimissione dall'ospedale, la famiglia si è rimessa in viaggio con la sua roulotte anche se ora tutti si sottopongono quotidianamente a un protocollo di decontaminazione, disinfettando con cura ogni parte del caravan, facendo lavaggi con prodotti antibatterici, e igienizzando la biancheria ad alte temperature. E quando qualcuno viene punto da una zanzara, nessuno si azzarda più a cedere al prurito.