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Autismo nei bambini, scoperti i fattori che aumentano la probabilità di sviluppare il disturbo

Stando ad un recente studio pubblicato sulla rivista “Pediatrics”, il sesso del primogenito nato con autismo potrebbe influire sulle probabilità di avere altri figli con il medesimo disturbo. I ricercatori hanno rilevato che anche la provenienza etnica e il livello d’istruzione della madre potrebbe incidere sull’autismo recidivo.
A cura di Niccolò De Rosa
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Autismo studio

Un nuovo studio condotto su un ampio campione di famiglie sparse tra Stati Uniti, Canada e Regno Unito ha scoperto che i fratelli di bambini autistici hanno una probabilità del 20% di essere autistici a loro volta, un tasso circa sette volte superiore rispetto ai bimbi senza fratelli con disturbi rientranti nello spettro autistico.

Tale tendenza è stata rilevata dal team coordinato dalla ricercatrice Sally Ozonoff dell'UC MIND Institute dell'Università della California, che insieme ai gruppi di ricerca universitari del Baby Siblings Research Consortium ha potuto raccogliere dati e pubblicare le conclusioni sulla rivista Pediatrics.

Un aumento preoccupante

Ozonoff, professoressa di Psichiatria e Scienze Comportamentali, ha studiato la ricorrenza dell'autismo nelle famiglie per decenni e la sua ultima fatica accademica ha rafforzato le considerazioni esposte già un precedente studio del 2011 che aveva messo nel mirino la recidività dell'autismo tra fratelli.

"La diagnosi di autismo nella popolazione è aumentata costantemente dal nostro precedente studio" ha spiegato Ozonoff, sottolineando come le stime più recenti del Centers for Disease Control and Prevention abbiano palesato la diagnosi di autismo per un bambino su 36. Nel 2011 lo stesso dato era di una diagnosi su 68 bambini.

Questo aumento ha spinto i ricercatori a rivedere i dati per comprendere meglio l'impatto dei cambiamenti nei criteri diagnostici e la crescente consapevolezza dell'autismo nelle ragazze.

Lo studio

Lo studio ha incluso dati di 1.605 bambini monitorati in 18 siti di ricerca diversi, un campione più che raddoppiato rispetto al precedente studio del 2011. Tutti i neonati coinvolti avevano un fratello maggiore autistico e l'osservazione ha riguardato le prime visite pediatriche partendo dal compimento dei sei mesi di vita.

I bambini sono stati poi valutati nuovamente intorno ai tre anni utilizzando un test diagnostico standard per rilevare i disturbi dello spettro autistico.

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I risultati ottenuti hanno così confermato un tasso di ricorrenza del 20,2%, rispetto al 18,7% del 2011. Una differenza minima ma reputata dagli esperti molto significativa per la pianificazione degli interventi a supporto delle famiglie.

Un'altra novità rispetto al primo studio è stata il monitoraggio delle famiglie che abbandonavano lo studio triennale, per vedere se i loro esiti differivano da quelli di chi ha completato lo studio. I risultati hanno mostrato che non vi era alcuna differenza significativa, confermando l'importanza di monitorare da vicino i fratelli dei bambini autistici per ritardi nello sviluppo sociale o nella comunicazione.

Oltre all'incidenza, però, i ricercatori sembrano aver anche individuato un fattore chiave dietro l'aumento di probabilità di sviluppare il disturbo

Scoperto un elemento decisivo

Incrociando i vari dati raccolti nei mesi di osservazione, gli scienziati si sono resi conto del ruolo preponderante giocato dal sesso del primo figlio autistico sulle chance di avere altri fratelli o sorelle con il medesimo problema.

Se il primo figlio autistico era una femmina, infatti, la probabilità di avere un altro figlio autistico era del 50% superiore rispetto a quando il primo figlio era un maschio, indicando possibili differenze genetiche. Inoltre, un bambino con più fratelli autistici aveva una probabilità del 37% di essere autistico, rispetto al 21% di chi aveva solo un fratello sullo spettro.

Anche il sesso del nascituro influiva sulla ricorrenza dell'autismo. I neonati maschi avevano il doppio delle probabilità di essere diagnosticati rispetto alle femmine: 25% di possibilità per i maschi e 13% per le femmine.

Altri fattori concorrenti

Lo studio ha rilevato anche dei trend piuttosto curiosi. Stando ai dati raccolti infatti, anche elementi come la provenienza etnica e il livello d'istruzione della madre sembrerebbero incidere sull'autismo recidivo.

Nelle famiglie non bianche, il tasso di ricorrenza era del 25%, mentre nelle famiglie bianche era del 18%. Nelle famiglie dove la madre aveva un'istruzione superiore al diploma di scuola superiore, il tasso di ricorrenza era più basso (16,9%) rispetto a quelle con solo un diploma (32%).

Ozonoff ha sottolineato l'importanza di replicare questi risultati, poiché potrebbero indicare determinanti sociali della salute che portano a tassi più elevati di autismo in determinati contesti familiari..

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