Arriva la “Culla di Bologna” all’Ospedale Sant’Orsola per rendere l’esperienza del parto più umana
Il nuovo reparto di maternità del Policlinico IRCCS di Sant’Orsola a Bologna si chiama la Culla di Bologna ed è un perfetto connubio tra tecnologia all’avanguardia messa a disposizione delle donne che stanno per partorire e dei loro bimbi appena nati, e umanizzazione della cura.
Le risorse economiche in parte regionali in parte statali stanziate per riqualificare l’Ospedale della donna e del bambino sono state maggiori di 45milioni di euro e hanno permesso la realizzazione di sale parto moderne, sale d’attesa confortevoli e umane, reparti di neonatologia e terapia intensiva neonatale unificati e all'avanguardia, laboratori e tecnologie sempre nuove per il Centro di Infertilità e Procreazione Medicalmente Assistita della struttura.
Così il parto diventa un'esperienza meno spaventosa e più umana, alla donna viene sempre data la possibilità di trascorrere l'interno travaglio con il partner e quella di decidere se crioconservare i propri gameti se in procinto di subire delle cure che potrebbero compromettere la fertilità.
Chiara Gibertoni, la direttrice generale del Policlinico si dice molto soddisfatta dei nuovi traguardi raggiunti dalla struttura: "Il nuovo padiglione è la dimostrazione plastica di come eroghiamo prestazioni di qualità attraverso tecnologie all’avanguardia e di come affrontiamo insieme a tutte le donne un tratto delle loro vite che lascerà un segno indelebile, che sia una grande gioia come la nascita di una nuova vita o una esperienza di malattia e di sofferenza"
Le vasche per il parto in acqua con liane e partner
Tra le installazioni che più sono in grado di umanizzare la cura ci sono le vasche per il parto in acqua come comunicano dal Sant’Orsola. Si tratta di vasche posizionate in 2 delle 8 nuove sale parto. Pensate per il parto in acqua le vasche hanno acqua calda, liane appese al soffitto che permettono alla mamma di appendervisi per trovare la posizione più comoda a lei per il parto. Le nuove sale contenenti le vasche hanno per la prima volta lo spazio necessario ad accogliere il papà, fin dall’inizio del travaglio. Inoltre il parquet laminato e le pareti pitturate servono a conferire serenità alle partorienti, permettendo loro di superare la paura del parto e mantenere un bel ricordo del momento della venuta al mondo del loro bebè.
Nella nuova strutture dedicate alla maternità si trovano anche una zona per il trattamento intensivo dei neonati che lo necessitino appena dopo il parto e due sale per la gestione delle complicazioni da parto e dei tagli cesarei.
La nuova terapia intensiva neonatale
Il Policlinico di Sant’Orsola è hub regionale per la patologia neonatale specialistica, ogni anno sono circa 850 i piccoli pazienti che, provenienti da tutta la regione, trascorrono qualche giorno o intere settimane presso l’unità di terapia intensiva neonatale della struttura, pertanto sono stati aumentati i posti letto e sono state unificate e fusi i due reparti di neonatologia e tin.
Oltre alle zone comuni vi sono 13 stanze singole per i piccoli della terapia intensiva neonatale e 14 per le patologie da curare nei piccoli nei loro primi giorni di vita. L’intimità delle nuove strutture permette anche ai genitori di poter stare insieme ai loro bambini anche per 24 ore consecutive. Grazie all’Associazione Cucciolo e alla designer Sally Galotti, sulle pareti dalle sfumature fiabesche si scorgono fiori e steli, in grado di rendere quegli spazi in cui si consumano oltre alla cura paura e ansia da parte dei genitori, più umani e accoglienti.
La procreazione medicalmente assistita aiutata dall’Intelligenza Artificiale
Anche per quanto riguarda l’infertilità l’Ospedale Sant’Orsola si è dotato di nuove sale per il prelievo degli ovociti e per la processazione di gameti ed embrioni. La vera novità sarà operativa dal 2025, si tratta di nuovi incubatori timelapse che si appoggeranno su un sistema ottico utile al monitoraggio e sull’intelligenza artificiale che valuteranno in tempo reale le capacità di impianto degli embrioni, migliorando così di volta in volta le possibilità di successo della PMA.
Inoltre la struttura è in lizza per diventare il primo centro italiano di preservazione della fertilità in seguito ad una diagnosi di patologia maligna o benigna, qui infatti una volta consapevoli di doversi sottoporre a interventi o cure in grado di compromettere la fertilità in un ambiente accogliente e umano i pazienti potranno scegliere di congelare e crioconservare i propri gameti per una gestazione futura.