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Anche una sigaretta al giorno prima della gravidanza può fare male al bebè: il nuovo studio

Una nuova ricerca ha mostrato come anche un consumo minimo di tabacco nei tre mesi prima della gravidanza possa portare a pesanti conseguenze per il nascituro.
A cura di Niccolò De Rosa
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Anche due sigarette al giorno prima della gravidanza possono danneggiare il bimbo.

Quando si tratta di fumo e gravidanza non esiste un consumo minimo che metta il nascituro al riparo da rischi: anche una o due sigarette al giorno prima dell'inizio della gestazione può influire molto negativamente sulla salute dei bambini.

A dirlo è un recente studio condotto da un team di ricerca cinese (ma con contributi di alcuni atenei statunitensi) che ha analizzato le abitudini di milioni di madri americane per tracciare un collegamento tra il vizio del fumo e l'incidenza di problemi di salute nei neonati.

Il fumo nuoce alla salute, sempre e comunque

Per giungere all'ennesima conferma sui danni provocati da nicotina e tabacco, gli autori dello studio recentemente pubblicato sul Journal of Epidemiology & Community Health hanno analizzato i dati riguardanti oltre 12 milioni di nascite negli Stati Uniti, tutte avvenute tra il 2016 e il 2019. Di questi casi, gli scienziati hanno esaminato le abitudini delle madri in merito al fumo durante i tre mesi precedenti la gravidanza e in ciascuno dei tre trimestri della gestazione.

I risultati ottenuti sono stati piuttosto preoccupanti: anche fumare solo una o due sigarette al giorno – una quantità che molte persone etichetterebbero come "fumo leggero" – prima della gravidanza aumenterebbe infatti del 27% il rischio che il neonato sviluppi problemi di salute significativi, come importanti difficoltà respiratorie, crisi convulsive o gravi complicazioni neurologiche.

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Il pericolo poi aumenta ulteriormente se il fumo persiste anche durante la gravidanza e il numero di sigarette non ha dimostrato grandi differenze sull'incidenza del rischio, poiché anche il consumo "moderato" ha mostrato di essere dannoso.

Il fumo in gravidanza è infatti notoriamente associato a rischi maggiori di andare incontro a parti prematuri, aborti spontanei e complicanze alla nascita (il Ministero della Salute presenta una chiara pagina informativa a riguardo), oltre che ad altri problemi di sviluppo durante la crescita, e le madri che hanno fumato in qualsiasi periodo gestazionale hanno visto un incremento del 31-32% nella probabilità che il loro bambino nascesse con più di una condizione di salute considerata "grave".

L'identikit della fumatrice

Oltre a simili tendenze relative alla pericolosità della sigaretta, l'analisi dei dati ha permesso ai ricercatori d'individuare anche alcuni tratti comuni tra le americane fumatrici in gravidanza, le quali spesso sono giovani, bianche, nubili, maggiormente soggette a eccessi di peso, mediamente meno istruite, più soggette più parti prematuri e tendenti a ricevere una quantità minore di cure prenatali.

Un ulteriore passo verso una nuova consapevolezza

Nonostante alcuni limiti dello studio, come la mancanza di informazioni sull'esposizione al fumo passivo e la non distinzione tra chi ha fumato in modo sporadico e chi ha mantenuto l'abitudine per tutto il trimestre precedente alla gravidanza, gli esperti hanno accolto la ricerca come un'importante conferma sugli effetti nocivi della sigaretta (sia tradizionale che elettronica), auspicando che i dati forniti possano contribuire a smontare la convinzione, ancora troppo diffusa, che accendersi solamente un paio di sigarette durante la giornata non possa fare chissà quali danni.

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