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Anche in Inghilterra e Galles si fanno sempre meno figli: “Servono politiche di sostegno alla famiglia”

Galles e Inghilterra hanno registrato dei dati allarmanti riguardo al numero medio di figli per donna, il più basso mai registrato dal 1938. Tra i motivi principali ci sono preoccupazioni di carattere economico dei Millennials, gap salariale tra uomini e donne, e la lentezza delle diagnosi di infertilità.
A cura di Sophia Crotti
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donna incinta preoccupata

Quando si parla di inverno demografico, l’Italia sembra non essere poi tanto sola. La tendenza a fare sempre meno figli dilaga per il globo e, secondo la nuova rilevazione nazionale effettuata dall’Office for National Statistics (ONS) colpisce duramente anche Inghilterra e Galles.

Il tasso di fertilità totale, infatti, quello che anche ISTAT ha calcolato nel nostro Paese per determinare in quali regioni si facessero più figli, in Inghilterra e Galles è pari a 1.44 figli per donna. Un dato così basso non si registrava dal primo anno di rilevazioni sulla popolazione, ossia il 1938.

Numeri che invece in Italia farebbero sognare i sostenitori delle famiglie numerose, dal momento che nascevano così tanti bambini da ogni donna solo nel 2010, e che nel 2023 invece, ultimo anno analizzato dal report attuale su Natalità e fecondità della popolazione residente, è piombato a 1.20, dimostrando che se le donne italiane decidono di avere figli al massimo ne fanno uno solo.

credits: Report "Nascite in Inghilterra e Galles - 2023"
credits: Report "Nascite in Inghilterra e Galles – 2023"

Il dato fa tremare però in Inghilterra e Galles, dal momento che per la prima volta in 21 anni il numero dei nuovi nati è calato sotto ai 600.000, con  563.561 bebè nati in Inghilterra nel 2023 e 27.374  nel Galles.

Perché in Inghilterra e Galles non si fanno più figli?

Un dato, del nuovo censimento realizzato in Inghilterra e Galles, fa ragionare particolarmente su quanto le politiche a sostegno della genitorialità ancora oggi siano lontane a livello europeo e forse globale, eccetto alcuni esempi virtuosi, dall’aiutare i giovani a realizzarsi professionalmente e se lo desiderano parallelamente a costruire una loro famiglia.

Il tasso di donne in età fertile che vivono tra Inghilterra e Galles è il più alto di sempre, sono circa 11.9 milioni le donne di età compresa tra i 15 e i 44 anni, in Paesi dove mediamente le donne diventano madri attorno ai 30.9 anni, come spiega la rilevazione.

Essere in età fertile, dato che può rilevare il governo, tuttavia non significa essere fertili e questo proposito si è espresso Greg Ceely, esperto dell’ONS, alle pagine dell’Independent, specificando che nell’esaminare al dettaglio dei tassi di fertilità si registrano numeri drammatici nella fascia 20-24 e 25-29.

Per tanto diversi esperti si sono mossi parlando di quelle che potrebbero essere delle politiche davvero a sostegno della genitorialità, in un Paese che secondo i dati per non spopolarsi dovrebbe veder nascere più di 2 figli per donna.

  • Parità di genere sul lavoro: in Inghilterra il congedo di maternità dura 39 settimane, quello di paternità appena 2 e secondo la professoressa Getta Nargund del servizio Sanitario Nazionale: L’uguaglianza di genere sul lavoro è da intendere come parte integrante della lotta al calo dei tassi di natalità”.
  • Rapidità nelle diagnosi di infertilità: la dottoressa Nargund, analizzando i dati all’Independent, ha parlato di una popolazione in rapidissimo invecchiamento, per tanto bisognerebbe fare informazione sull’infertilità e poi velocizzare i tempi per le diagnosi.
  • Politiche a sostegno della famiglia: in Inghilterra, come dimostra una recente ricerca dell’UCL Centre for Longitudinal Studies i giovani Millennials, che si approcciano ora alla genitorialità, vorrebbero dei figli ma solo uno su quattro di loro prova concretamente a mettere al mondo dei bambini, per motivi di carattere economico, sentimentali e per il lungo percorso di studi a cui segue un'altrettanto lunga situazione di precarietà. Per questo la dottoressa Nargund per sanare il gap tra figli desiderati dalle coppie e figli concepiti spinge il Governo a mettere in atto politiche che nel concreto facciano fronte alle preoccupazioni anche di carattere economico delle future famiglie.
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