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Aiutare i bambini a superare le loro ansie: i consigli delle psicologhe per farlo senza forzature

I bambini di oggi sono sempre più stressati e preoccupati per il futuro, ma i genitori possono svolgere un ruolo fondamentale nel aiutarli a gestire le loro paure e ritrovare serenità. Due psicoterapeute esperte in materia hanno recentemente condiviso alcune pratiche utili per favorire questo processo nella quotidianità.
A cura di Niccolò De Rosa
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Negli ultimi anni, l'ansia tra i bambini e gli adolescenti è diventata una delle principali preoccupazioni per i genitori. L'incessante flusso di informazioni, le pressioni scolastiche e sociali, insieme ai cambiamenti globaliinsieme ai cambiamenti globalire insieme ai cambiamenti globali, stanno contribuendo a un aumento dello stress nei più giovani.

Per affrontare questa sfida, le esperte Maria Evans e Ashley Graber, terapeute familiari e fresche autrici di un libro dedicato alla riduzione di stress e pressioni nella crescita dei bambini, hanno recentemente condiviso in un'intervista alla CNN alcuni consigli e strategie pratiche per aiutare i genitori a sostenere i loro figli nella gestione dell'ansia.

Il metodo SAFER, una guida per i genitori

Nel corso dell'intervista, Evans e Graber hanno raccontato di aver sviluppato un metodo chiamato SAFER, una specie di modello di riferimento che aiuta mamme e papà a creare un ambiente sicuro e sereno (safer in inglese significa proprio "più sicuro") per i propri figli.

attaccamento sicuro ai genitori

"SAFER è un insieme di strumenti terapeutici che aiuta i genitori a mitigare l'ansia nei bambini nel tempo", ha spiegato Evans. Il metodo si basa su cinque principi fondamentali, le cui iniziali vanno a formare il nome dello schema: Set the tone (impostare il tono), Allow feelings to guide behaviors (permettere alle emozioni di guidare i comportamenti), Form identity (formare l'identità), Engage like a pro (interagire in modo consapevole) e Role model (essere un modello di riferimento).

Secondo le due terapeute, questi elementi costituiscono le basi per il benessere psicologico del bambino e dell'intera famiglia: ogni lettera rappresenta infatti un aspetto fondamentale che i genitori "possono integrare nella quotidianità per favorire un ambiente di sicurezza emotiva".

Riconoscere i segnali dell'ansia

Uno dei primi passi per aiutare i bambini è ovviamente riconoscere i sintomi dell'ansia, un compito tutt'altro che banale, anche perché questi possono manifestarsi in modi diversi. "I segnali fisici più comuni includono mal di stomaco, difficoltà respiratorie o tremori", ha ricordato Evans. Altri indicatori possono essere gesti continui e ripetitivi, come manipolarsi spesso le mani o mangiarsi le unghie, o comportamenti antisociali più frequenti, come la tendenza a isolarsi o un'insolita aggressività.

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Creare un ambiente calmo

Molti genitori si chiedono come possano trasmettere serenità ai figli quando loro stessi si sentono sopraffatti. A loro Evans ha suggerito di trovare piccoli momenti di calma nella giornata per riconnettersi con sé stessi e sgomberare la mente: "Anche solo pochi minuti di pausa, in cui ci si siede e si osserva l'ambiente circostante, possono essere d'aiuto".

Graber ha anche aggiunto che la pratica costante di questi momenti di calma può contribuire significativamente a rafforzare la resilienza emotiva dei bambini, aiutando il loro sistema nervoso a reagire meglio allo stress.

Mai trasmettere ansia ai figli

Un altro aspetto cruciale su cui Evans e Graber si sono soffermati è il modo in cui i genitori parlano ai propri figli del mondo che li circonda. A tal proposito Evans ha introdotto il concetto di safe framing (inquadratura sicura), contrapposto al meno auspicabile scary framing (inquadratura spaventosa). In sostanza, spiega l'esperta, i genitori dovrebbero sforzarsi di fornire ai piccoli un quadro il più rassicurante possibile dei problemi della quotidianità, non limitandosi a indicare solamente gli aspetti negativi della situazione: "Il modo in cui i genitori descrivono il mondo influisce profondamente sulla percezione dei bambini".

Questo non significa che i genitori debbano mostrarsi sempre sorridenti e spensierati. L'importante è cercare di moderare le proprie emozioni davanti ai figli per evitare che crescano in uno stato di costante allerta.

Come calmare l'ansia: co-regolazione e autoempatia

Nell'ultima parte dell'intervista, le due terapeute hanno snocciolato anche alcuni consigli pratici per aiutare i bambini stressati a recuperare il proprio equilibrio interiore. Una tecnica proposta dalle esperte è ad esempio quella della co-regolazione, ovvero l'uso della calma di un adulto per aiutare il bambino a rilassarsi. "In terapia insegniamo a regolare la respirazione e a trasmettere questa calma senza bisogno di parole", ha spiegato Graber.

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Questo meccanismo permette ai bambini di sentirsi rassicurati e di sviluppare strumenti per gestire le proprie emozioni in modo autonomo. Che fare però se un genitore è estremamente critico con sé stesso e non riesce a offrire ai figli un punto di riferimento per tranquillizzarsi? In casi simili Evans ha suggerito di esercitare un po' di autoempatia attraverso il dialogo interiore: "Chiedetevi: quante volte dico cose negative su di me?". Spesso, infatti, le critiche che ci rivolgiamo derivano da voci che abbiamo interiorizzato da piccoli. Riconoscerle aiuta pertanto a sviluppare un atteggiamento più compassionevole verso sé stessi e, di conseguenza, verso i propri figli.

Aiutare i piccoli a gestire i pensieri intrusivi

L'ultima riflessione della coppia di esperte ha infine riguardato quelle preoccupazioni e quei pensieri ripetitivi (la paura della morte o della perdita dei cari, il timore di essere abbandonati o l'ansia per le proprie prestazioni scolastiche) che, soprattutto di notte, si annidano nella mente dei bambini e ne ostacolano la serenità.

Per superare questo stallo, una strategia efficace può essere quella di stabilire un momento della giornata dedicato appositamente alle preoccupazioni. "Potrebbe essere un'ora al giorno in cui il bambino può esprimere tutti i suoi timori", ha spiegato Graber. "Al di fuori di quel momento però, si deve lavorare con il bambino per spostare l'attenzione su altro".

Parallelamente, i bimbi dovrebbero imparare anche a riconoscere le proprie emozioni, in modo da comprendere e acquisire potere su di esse. Perché come hanno ricordato Evans e Graber, quando si conosce qualcosa è molto più difficile rimanerne sopraffatti.

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