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Agosto e i compiti last-minute, come riprendere addizioni e grammatica dopo mesi di stop? Il parere del pedagogista

Agosto è iniziato e tra un mese i bambini torneranno sui banchi, nel loro zaino ci saranno anche i compiti delle vacanze ultimati, che però qualcuno di loro non ha ancora iniziato. Ecco i consigli del pedagogista per una routine dei compiti efficace e il meno frustrante possibile.
Intervista a Luca Frusciello
Pedagogista
A cura di Sophia Crotti
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compiti delle vacanze

Il 31 di Agosto c’è una storia che nasce e un’estate che muore”, recita una canzone di Brunori Sas, e in questa storia nascente c’è sicuramente l’inizio di un nuovo anno scolastico per i bambini.

Agosto, se per alcuni è ancora sinonimo di vacanza, per i piccoli studenti inizia a significare un mese alla ripresa delle attività scolastiche. E mentre ci si prepara all’arrivo del nuovo anno, non resta che farsi una domanda: sono stati fatti tutti i compiti delle vacanze? Se la risposta è no, sarà un po’ complesso, secondo il pedagogista Luca Frusciello, fare in modo che i bimbi riacquisiscano tutta la concentrazione necessaria in un solo mese, ma si può sicuramente mettere in atto una routine efficace, che permetta ai piccoli di arrivare preparati al nuovo anno scolastico.

Solo un suggerimento per i genitori: fate i genitori e non gli insegnanti, senza sentirvi in colpa lasciate che siano altri ad aiutare i piccoli nei compiti”.

Luca Frusciello
dott. Luca Frusciello (pedagogista)

Un’ efficace routine per i compiti last-minute

Abituare i bambini ad una routine dei compiti è importante non solo durante l’estate ma per tutto l’anno scolastico. Quando però si arriva ai mesi estivi, in cui la scuola è assente, secondo il pedagogista Luca Frusciello è ottimale seguire nuove accortezze: “Se durante l’anno scolastico la percezione del tempo del bambino è cadenzata dall’alternarsi delle varie materie scolastiche o dagli impegni sportivi, dal lunedì al venerdì, durante l’estate la percezione del tempo per loro è ben diversa, più dilatata, proprio perché tutti i giorni sono uguali e non strutturati”.

L’esperto consiglia di seguire questi suggerimenti per instaurare una routine efficace per i compiti nel mese di agosto:

  • Concentrare i compiti al mattino
  • Alternare 30 minuti di concentrazione a delle pause
  • Non concentrare i compiti solo in 3 giorni alla settimana ma farli fare tutti i giorni ai bambini
  • Mantenere gli stessi metodi utilizzati durante l’anno nella routine dei compiti, se efficaci.

Riprendere in mano i libri dopo due mesi di stop

Angoscia, ansia e frustrazione: sono queste le sensazioni che secondo il pedagogista provano i bimbi una volta riavvicinati a quella agitazione che possono provocare i compiti, se per due mesi non hanno neanche aperto un libro.

“È meglio fare in modo che i bimbi rimangano sensibili alla scuola e alle emozioni che provoca loro, per tutta l’estate. I primi mesi con un’intensità minore ma nel mese di agosto aumentando un po’ la dose di lavoro, in modo che si riabituino alla scuola”.

Il pedagogista spiega che i compiti, effettivamente, possono portare un senso di frustrazione nel bambino, ma che se gradualmente distribuiti durante i tre mesi estivi possono riabituarlo a gestire questa sensazione e la ripresa dei ritmi scolastici.

“Mio figlio non ne vuole sapere di riprendere in mano i libri”

Esattamente come un adulto, davanti alla scelta tra divertimento e lavoro, sceglierebbe il divertimento, ma tuttavia si reca al lavoro, così il bambino in estate, grazie alle alte temperature e alla lunga pausa dalla ripresa scolastica, vorrebbe solo giocare.

Noi adulti ci rechiamo al lavoro tutti i giorni solo se abbiamo interiorizzato il senso del dovere e dell’etica. I bambini si rifiutano categoricamente di fare i compiti solo se durante l’anno non è stato fatto un lavoro sull’aderenza alla lettura della realtà, di cui la scuola fa parte e che non si può pensare di fare solo in estate”.

Il pedagogista sa che è molto complesso aiutare i bambini con i compiti e per questo sconsiglia fortemente ai genitori di farli insieme a loro: “Meglio chiedere a una persona esterna e specializzata di aiutare il piccolo con i compiti, in modo che non si sostituisca a lui e che sappia contenere le sue emozioni”.

Consapevole che poter pagare una persona che aiuti il bimbo è un privilegio per pochi, il dottore spiega che senza sensi di colpa i genitori si dovrebbero sentire liberi di delegare il compito ad amici o parenti per due motivi:

“L’intervento di una terza persona è un incentivo per i bambini a dare il meglio di loro ed evita litigi inutili, dettati dal fatto che sistematicamente un genitore che si cimenta nell’aiutare il figlio con i compiti diventa un suo insegnante, causando non poca frustrazione nel bambino”.

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