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“A causa del cambiamento climatico l’allergia dei bambini viene scambiata per raffreddore”: l’esperto

Il cambiamento climatico porta con sé l’allungamento della stagione dei pollini, per questo si rischia di ritardare o sbagliare la cura per l’allergia dei bimbi. Anche gli inquinanti e i cibi ultraprocessati possono causare in loro intolleranze alimentari.
Intervista a dottor Lorenzo Cecchi
Presidente dell’associazione  degli Allergologi Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri
A cura di Sophia Crotti
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allergia

L'estate è sembrata durare pochissimo e l'autunno sembra tardare ad arrivare, frutto del cambiamento climatico che ha dunque un forte impatto anche sulle allergie stagionali dei bambini. Ce ne ha parlato il dottor Lorenzo Cecchi, presidente dell'Associazione Allergologi Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri (AIITO), che prevede da qui al 2050 un aumento tale delle allergie tra gli esseri umani che più della metà degli abitanti del pianeta ne saranno affetti.

La particolare attenzione che il dottore riserva ai bambini è dovuta al fatto che oggi più che mai la stagione dei virus influenzali che coincide con il rientro a scuola e l'abbassamento delle temperature, si sovrappone a quella delle allergie, rendendo difficile distinguere le due patologie e intervenire nell'immediato con le cure giuste.

Lorenzo Cecchi (presidente dell’associazione  degli Allergologi Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri)
Lorenzo Cecchi (presidente dell’associazione  degli Allergologi Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri)

In che modo il cambiamento climatico peggiora le allergie dei bambini?

Da un lato il cambiamento climatico ed in particolare il riscaldamento globale, causato dagli inquinanti, rende più lunga la stagione pollinica, dall'altro l'inquinamento umano ha introdotto circa 300.000 nuove sostanze chimiche, le quali alterano le barriere fisiche in grado di proteggere adulti e bambini dall'esterno, come la pelle, l'apparato gastro-intestinale e quello respiratorio. La conseguenza è un aumento delle malattie allergiche e delle malattie immunomediate.

Quali sono le ripercussioni sui bambini dell'allungamento della stagione pollinica?

Bambini e adulti in egual misura subiscono e subiranno le ripercussioni di stagioni di fioritura molto più estese, perché a settembre e ottobre fioriscono già pollini, come paritarie e graminacee tipiche della primavera e lo stesso accade a fine inverno, attorno al mese di febbraio. La conseguenza principale è che le allergie si sovrappongono ai virus stagionali, cogliendo alla sprovvista i genitori, dal momento che i sintomi sono molto simili. Di conseguenza i bimbi vengono sottoposti alla terapia sbagliata, perché i genitori pensano che siano contagiosi, quando in realtà hanno un'allergia stagionale.

Ci sono dei modi per distinguere l’allergia da una forma influenzale?

Sì certo innanzitutto le forme infettive e l’allergia si assomigliano solo nei primi giorni della loro comparsa. Il primo disturbo in pochi giorni evolve con la comparsa di muco giallo o della febbre, oppure si diffonde tra chi vive sotto lo stesso tetto. Quando quello che si pensava essere il raffreddore, invece, dura per più di una-due settimane e non c’è la tipica produzione di muco giallo, spesso è colpa dell’allergia.

L’aumento delle allergie previsto da qui al 2050 coinvolgerà anche i bambini?

Certo, perché nelle allergie c’è una componente genetica ma anche una grande componente ambientale, che coinvolge soprattutto i bambini nei primi mesi di vita. I primi 1000 giorni dei piccoli sono cruciali, in questo periodo l’ambiente inizia a condizionare il loro sviluppo.

Gli inquinanti c'entrano anche con le intolleranze alimentari nei bambini?

Sì. Un altro problema molto diffuso, sempre dovuto agli inquinanti è un aumento delle intolleranze alimentari date proprio dagli emulsionanti utilizzati negli alimenti, che danneggiano la barriera dell’intestino o al conservante che è nei dentifrici che i bambini mangiano può danneggiare l’esofago e far aumentare l’esofagite eosinofila.

Se si sospetta che il bambino sia allergico cosa bisogna fare?

Prima di tutto rivolgersi al pediatra, in secondo luogo allo specialista allergologo che è importante curi la patologia in modo appropriato e che intervenga rapidamente per evitare la progressione verso l’asma, fattore di rischio importante, per quanto riguarda le allergie respiratorie dei bambini. Lo stesso vale però per le intolleranze alimentari, che si possono in qualche modo prevenire, dando ai bambini cibi sani, prediligendo la dieta mediterranea ed evitando cibi ultraprocessati per loro.

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