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Vacanza in montagna con i bambini: i consigli del pediatra per viverla al meglio e in piena sicurezza

Il pediatra di montagna e membro SIP Ermanno Baldo spiega a Fanpage.it quali precauzioni adottare per godersi una vacanza ad alta quota senza rischi per la salute dei più piccoli.
Intervista a Ermanno Baldo
Coordinatore della Commissione Nazionale Pediatria di Montagna della Società Italiana di Pediatria (SIP)
A cura di Niccolò De Rosa
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Vacanza montagna in famiglia

Trascorrere le vacanze estive in montagna con i propri figli può essere un'esperienza indimenticabile, ricca di avventure e momenti di condivisione nella natura. Tuttavia, è essenziale pianificare con attenzione ogni aspetto della permanenza ad alta quota per garantire la sicurezza dei più piccoli.

Il pediatra" Ermanno Baldo, Coordinatore della Commissione Nazionale Pediatria di Montagna della Società Italiana di Pediatria (SIP), ha condiviso con Fanpage.it alcuni preziosi consigli per i genitori che desiderano affrontare al meglio questa esperienza, fornendo indicazioni su precauzioni e accorgimenti fondamentali per un viaggio sereno e sicuro.

"Oltre ai vantaggi legati alla vita all’aria aperta ed agli aspetti positivi dell’ambiente montano, è importante considerare che raggiungere determinate altitudini con repentine variazioni di quota può comportare anche dei rischi per la salute, specie per bambini sotto i 3 anni di età, con cambiamenti fisiologici che difficilmente sono distinguibili da patologie che invece sono connesse con le variazioni di quota" spiega l'esperto.

Le precauzioni prima della partenza

La prima cosa da tenere presente quando si sceglie di andare in montagna è conoscere lo stato di salute generale del bambino.

"Bambini affetti da patologie respiratorie acute o croniche non ben controllate, da cardiopatie o da forme di anemia non dovrebbero essere condotti con leggerezza oltre i 2000 metri sul livello del mare" spiega il dott.Baldo.

Il pediatra di montagna Ermanno Baldo
Il pediatra di montagna Ermanno Baldo

Per salire in montagna e avventurarsi lungo sentieri e percorsi impegnativi è poi necessario informarsi bene anche riguardo le previsioni meteo locali: meglio non rischiare mai se le condizioni non sono favorevoli.

"Fra gli altri aspetti che dovremmo considerare già nella fase di programmazione dell’escursione, è particolarmente importante non dimenticare il ridotto adattamento dei bambini alla riduzione della pressione barometrica e dell’ossigeno con l’aumentare dell’altitudine. Per questo va valutata e programmata anticipatamente la quota da raggiungere".

Come preparasi all'escursione

Per il bambino, andare in montagna significa poter osservare la natura, stare in compagnia di genitori (e amici) e vivere un'avventura in un ambiente tutto nuovo. La passeggiata o l’escursione non deve dunque essere troppo stressante per durata e difficoltà, né può richiedere ritmi insostenibili per l’età e le capacità individuali.

"Non c’è nessuna gara da vincere, non ci sono record da battere" ricorda il pediatra. "Ricordiamo sempre che parliamo di bambini, soggetti per i quali è fondamentale la supervisione degli adulti, specie per i più piccoli sotto i 3 anni, i quali si trovano ancora in una fase di sviluppo, con regolazione termica e capacità di adattamento all’ipossia non ancora mature".

Scegliere l'abbigliamento adatto

Proprio perché i bambini sono molto sensibili al freddo, è sempre importante scegliere un abbigliamento adeguato, utilizzando possibilmente capi tecnici, adatti al clima di montagna. Importante poi non dimenticarsi mai di portare nello zaino anche alcuni indumenti asciutti di riserva e una mantellina (o un piccolo ombrello) da utilizzare in caso di pioggia.

Vacanza in montagna con la famiglia

I bimbi poi non vanno mai esposti né al freddo intenso né all'esposizione prolungata del sole.

"I raggi ultravioletti incrementano del 10-12% ogni 1000 metri di altitudine e sono ulteriormente intensificati dal riverbero della neve. Bisogna quindi proteggere bene occhi, testa e cute ed è importante essere attrezzati per garantire una adeguata protezione" ammonisce l'esperto.

"Gli occhi vanno protetti dai raggi solari usando occhiali adatti. per quanto riguarda la pelle invece va prevista l’applicazione ripetuta di creme solari ad alto indice protettivo, senza dimenticare il cappellino con visiera come protezione dai colpi di calore".

Cibo e acqua per non rimanere senza forze

Altrettanta attenzione va poi prestata all’alimentazione e all’idratazione durante le escursioni.

"Occorre offrire spesso acqua o bevande arricchite in sali minerali e a basso contenuto glicemico. Bisogna poi avere a disposizione scorte alimentari sufficienti facilmente digeribili, evitando invece cibi ricchi di grassi, zuccheri e le bevande zuccherate" specifica Baldo.

Attenzione all'età

Per i neonati e i lattanti entro primi 30 giorni dal parto è sconsigliato dormire sopra i 1500 metri d'altitudine. I bambini tra 2 e 3 anni è bene che non pernottino oltre i 2500 metri, mentre i piccoli di età compresa tra i 2 e 5 anni possono salire fino ai 2500-3000 metri, anche se occorre cautela, poiché a queste età non è sempre facile per i piccoli descrivere e comunicare eventuali sintomi.

"Un bambino dai 2 ai 10 anni può presentare male acuto di montagna a quote superiori a 2500 metri, specie se non si rispettano i tempi di acclimatamento, ma si deve evitare di portare a quote superiori ai 2000 metri i minori che presentano sintomi o patologie respiratorie o cardio-vascolari croniche e mal controllate" aggiunge il pediatra.

Cos'è il mal di montagna

Si parla di mal di montagna (AMS) quando soggetti abitualmente residenti a livello del mare salgono sopra i 2500-3000 metri d'altitudine e lamentano cefalea, fatica eccessiva, senso di stordimento o di “testa vuota”, inappetenza, nausea, insonnia, vertigini.

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"I sintomi possono regredire spontaneamente oppure possono richiedere un trattamento farmacologico e/o la discesa a una quota inferiore" spiega Baldo. "Quando parliamo di Pediatria di montagna però, i problemi da affrontare sono molteplici e le evidenze scientifiche ancora poche. Ad ogni modo, le richieste di frequenti delle famiglie riguardano prevalentemente l’adattamento all’ipossia, il mal di montagna e l’acclimatamento, in sostanza, le linee guida per l’avvicinamento all’alta quota".

Per quanto riguarda l’acclimatazione dunque, nei bambini si raccomanda una salita lenta e graduale con la quota notte che, al di sopra dei 2500 metri non dovrebbe superare i 300-500 metri tra una notte e la successiva.

"Un discorso a parte meritano invece i bambini più piccoli, sia per le caratteristiche anatomiche dell’apparato respiratorio, sia per l’incapacità di descrivere eventuali sintomi e a loro va prestata particolare attenzione". In questi casi il pediatra consiglia di rimandare l'esperienza a quote elevate o prestare la massima attenzione ad ogni segnale di disagio.

I benefici di scoprire la montagna

Al di là delle attenzioni e dell'impegno fisico certamente maggiore rispetto ad una rilassante giornata sulla spiaggia, portare un bambino in montagna comporta sicuramente moltissimi vantaggi per la sua salute fisica e l'arricchimento del suo bagaglio di esperienze.

"Affrontata con la dovuta prudenza e consapevolezza credo però che della montagna vadano sottolineate anche le positive caratteristiche fisiche dell’altitudine moderata" afferma il pediatra Baldo.

"La montagna offre un ambiente salubre per i bambini, è stimolante per l’attività fisica e permette di scoprire un tipo di natura del tutto nuovo e affascinante. È importante infine sottolineare che benché spesso la montagna venga rappresenta e percepita come un ambiente pericoloso, la maggior parte delle attività che richiedono il supporto del soccorso alpino e delle strutture assistenziali solo occasionalmente coinvolgono soggetti in età pediatrica".

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