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La depressione materna può portare i figli a rispondere alla tristezza con le abbuffate: lo studio

Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Eating Behaviors ha evidenziato come la depressione post-partum delle mamme e un rapporto sregolato con il cibo dei figli, siano strettamente collegati.
A cura di Sophia Crotti
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depressione post partum

Che la depressione materna, sia che si presenti nel post-partum o durante la gravidanza, abbia ripercussioni sulla salute della donna e dei suoi bambini era già noto alla scienza, ma i ricercatori dell'Università dell'Illinois hanno voluto indagarne un ulteriore aspetto. Il team si è soffermato sulla relazione tra il disturbo mentale della mamma e il rapporto che il suo bimbo riusciva a instaurare con il cibo.

La relazione tra depressione materna e rapporto con il cibo dei figli

A pochi giorni dalla giornata nazionale del fiocchetto lilla, dedicata alla consapevolezza e sensibilizzazione sui disturbi del comportamento alimentare, è risultato nuovamente evidente, grazie ad una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Eating Behaviors, che il benessere dei genitori è essenziale anche per lo sviluppo di un rapporto sano con il cibo, dei figli.

Il gruppo di studio capitanato da Samantha Iwinsk, ricercatrice associata presso il Dipartimento di sviluppo umano e studi sulla famiglia dell'Illinois, ha sottoposto alle famiglie che hanno partecipato al progetto Midwest STRONG Kids2, volto a indagare quanto il nucleo familiare influenzi i bambini nel rapporto con il cibo, a un questionario. Le mamme, in particolare, hanno dovuto rispondere a delle domande che ne valutassero la depressione post-partum a sei settimane dal parto, le capacità emotive dei bambini a due anni di vita e il loro comportamento alimentare giunti al quarto anno d'età.

Sam Iwinski
Samantha Iwinski_credits:University of Illinois Urbana-Chamapign

Dalla ricerca è risultato evidente che il 12% delle mamme intervistate soffriva di depressione post- partum, a sei settimane dalla nascita del suo bebè. I loro bambini, in particolare non erano in grado di controllo emotivo ed inibizione a due anni di età e erano soliti rispondere alla propria incapacità di gestire le emozioni con abbuffate a 4 anni di età. Questi bambini, dunque, risultavano spesso sovralimentati. Secondo la dott.ssa Iwinsk ciò dipenderebbe dall'incapacità che la depressione post-partum da alle madri di essere reattive alle esigenze emotive e cognitive dei figli, i quali non imparano proprio a regolarsi di conseguenza.

Il cibo che placa la sofferenza

Mangiare per rispondere alla tristezza o allo stress e non perché ci si senta davvero affamati è un atteggiamento non poi tanto inusuale. Tuttavia, come emerge dallo studio effettuato dai ricercatori dell'Università dell'Illinois, può presentarsi precocemente se si osserva la propria mamma sviluppare questo rapporto con il momento del pasto."Le donne con depressione post-partum spesso non hanno voglia di mangiare, o al contrario sopperiscono al loro stato emotivo con abbuffate, i figli osservandole, soprattutto nei primi mesi di vita, potrebbero imitarle" ha spiegato Iwinsk.

depressione post-partum e cibo

Secondo la ricercatrice dunque questo atteggiamento nei confronti delle vivande diventa una vera e propria strategia di risposta e adattamento alle emozioni negative, che i bimbi non riescono a fronteggiare, né tanto meno ad esprimere se non come hanno sempre visto fare alle loro mamme: afferrando qualcosa da mangiare dalla dispensa.

"Ci auguriamo che questo studi sensibilizzi famiglie, professionisti e insegnanti sull'importanza di offrire supporti validi alla salute mentale delle madri e alle abitudini alimentari dei figli, convincendoli anche, tramite gruppi di ascolto ad esprimere le proprie emozioni e ad ascoltare quelle degli altri" ha concluso Iwinsk.

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