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Quando i genitori descrivono un’immagine che raffigura dei bimbi ai loro figli, usano solo sostantivi maschili: lo studio

I pregiudizi di genere nascono tra le mura di casa, quando i genitori leggono una fiaba ai loro figli e scelgono di descrivere le immagini che vedono sempre e solo con sostantivi maschili, a confermarlo è stato uno studio della New York University.
A cura di Sophia Crotti
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papà-figlia

Il linguaggio dei genitori influisce moltissimo sulla psiche dei bambini, può anche aiutarli a non cadere negli stereotipi e risolvere l'enigma che ha per generazioni lasciato piccoli e adulti senza una risposta: un ragazzo rimane ferito in un incidente d'auto in cui il padre muore e viene portato al pronto soccorso, dove il medico dice: "Non posso operarlo, è mio figlio". Chi è, allora, il medico?". La soluzione del rompicapo è "la madre" anche se a quasi nessuno viene in mente a causa di quegli stereotipi che ci portiamo nel linguaggio e un po' nella mente.

I ricercatori hanno intervistato 822 coppie composte da genitori e figli e hanno chiesto agli adulti di descrivere ai piccoli alcune situazioni raffigurate, per comprendere se alla loro mente appariva una bambina o un bambino, scoprendo che la loro visione delle cose è sempre stereotipata.

La ricerca sugli stereotipi in famiglia

Gli studiosi della New York University hanno condotto una ricerca pubblicata poi sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences su 822 coppie di genitori (perlopiù madri) e figli di età compresa tra i 4 e i 10 anni. A 400 mamme (per il 90% del campione) e papà sono state fatte vedere delle immagini, raffiguranti bambini o bambine intenti a giocare in un parco, poi è stato chiesto loro di inventare una didascalia e leggerla ad alta voce ai propri bimbi, semplicemente descrivendo le azioni viste. I genitori dinnanzi ad azioni neutre e non stereotipicamente associate a femmine o a maschi sono stati soliti utilizzare etichette aspecifiche per i maschi descrivendo le immagini in cui i piccoli dondolavano in questo modo: "un bimbo sta dondolando" (utilizzando quindi la parola kid che in inglese evidenzia sia maschi che femmine) e invece etichette più specifiche per le bambine: "Una ragazza sta salendo sullo scivolo" (utilizzando la parola girl).

Credits: “Kids and Girls”: Parents convey a male default in child-directed speech_NYU
Credits: "“Kids and Girls”: Parents convey a male default in child-directed speech"_NYU

Ad altri 200 genitori, insieme ai loro bambini è stato chiesto poi di leggere un libro illustrato volto, per i suoi temi, a suscitare discussioni riguardo gli stereotipi di genere. Qui le cose inizialmente sono andate come nel primo esperimento per poi ribaltarsi completamente. I genitori hanno utilizzato l'etichetta neutra "kid" quando hanno descritto bambini maschi intenti a compiere azioni stereotipicamente da maschio, come scavare nella terra e tirare fuori dei vermi, e utilizzato etichette femminili nel descrivere bambine intente per esempio a smaltarsi le unghie. Le cose si sono invertite quando il libro descriveva azioni contro-stereotipate, i genitori proprio non sono riusciti a raccontare ai loro figli che un bambina femmina, connotandola anche con la scelta specifica di un nome femminile scavava la terra per estrarre i vermi, ma sono stati più propensi a connotare con un nome maschile i bimbi intenti a smaltarsi le unghie.

"I nostri studi rendono evidente una cosa, che dinnanzi a un'azione abituale e non connotata da stereotipi, gli stereotipi nella mente dei genitori ci sono eccome perché la prima figura che viene loro in mente per descrivere ciò che hanno visto a loro figlio è sempre e solo un bambino".

Gli stereotipi nell'educazione dei figli

I genitori coinvolti nell'esperimento, però, erano evidentemente propensi a utilizzare nomi femminili per descrivere le ragazze e nomi neutri per i ragazzi, fomentando così un pregiudizio in grado di rendere il pensiero dei figli, maschi o femmine, androcentrico. "Non a caso lo stereotipo nel linguaggio si infrangeva quando il genitore si trovava a guardare immagini che ritraevano donne intente a compiere azioni associate di solito ai maschi e maschi intenti a fare lo stesso con azioni stereotipicamente da donne. I genitori fanno infatti fatica a produrre "etichette del linguaggio" per associazioni atipiche" afferma afferma Rachel Leshin, prima firmataria dello studio. La dottoressa conclude dicendo che esserne consapevoli può aiutare genitori e bambini a modificare il linguaggio e a insegnanti e ricercatori a indicare potenziali modi per affrontare questo pregiudizio.

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