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Fluoro nell’acqua e sviluppo cognitivo: uno studio sfata i falsi miti sui danni al cervello dei bambini

Una ricerca condotta in Australia da un team internazionale di esperti ha rilevato non solo che l’esposizione maggiori concentrazioni di fluoro durante l’infanzia non comporta alcun pericolo per il quoziente intellettivo dei bambini. Per gli esperti l’integrazione di fluoro per i piccoli rimane una pratica sicura e utile per limitare il rischio di carie.
A cura di Niccolò De Rosa
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Il fluoro nell'acqua non danneggia il cervello dei bambini

Uno studio condotto dall’Università del Queensland, in Australia, ha confermato che l’esposizione all’acqua contenente rilevanti concentrazioni di fluoro durante l’infanzia non comporta significativi effetti negativi sullo sviluppo cognitivo. La ricerca, guidata dal professor Loc Do della School of Dentistry, ha analizzato i punteggi del QI di 357 giovani adulti, partecipanti allo studio nazionale sulla salute orale dei bambini (2012–2014).

Oltre al team dell'università australiana, il lavoro di recupero e analisi dei dati ha coinvolto esperti di vari settori (odontoiatria, psicologia, tossicologia e biostatistica) provenienti dall’Università di Adelaide, dal Queensland Health e dall’Università di Bristol, nel Regno Unito. Questo approccio multidisciplinare ha rafforzato l’affidabilità dei risultati, offrendo rassicurazioni sulla sicurezza e sull’efficacia della fluorurazione dell’acqua come pratica di salute pubblica.

I risultati: nessun impatto negativo

Esaminando i dati relativi a persone di un'età che oggi si aggira tra i 16 e i 26 anni, gli studiosi hanno valutato l’eventuale impatto del consumo di acqua fluorurata sulla crescita cerebrale. Secondo quanto riportato dalla ricerca, pubblicata sul Journal of Dental Research, chi aveva bevuto regolarmente acqua ricca di fluoro durante l'infanzia l'adolescenza non solo non ha mostrato particolare tendenze a deficit cognitivi, ma anzi ha registrato un punteggio medio di QI superiore di 1,07 punti rispetto a chi non era stato esposto a simili quantità di fluoro.

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Anche tra coloro che presentavano fluorosi dentale – una condizione generalmente innocua caratterizzata da picco,e macchie bianche sui denti, indicative di un’eccessiva esposizione al fluoro durante l’infanzia – i punteggi del QI risultavano leggermente più alti (0,28 punti in più) rispetto alla media.

Lo studio ha tenuto conto di fattori come lo status socioeconomico e le condizioni di salute dei genitori per garantire l’affidabilità dei risultati. "Spesso si sostiene che la fluorizzazione dell'acqua possa influire negativamente sullo sviluppo neurologico dei bambini, ma questi risultati forniscono prove coerenti che non è così" ha spiegato il professor Do, sottolineando come il lavoro del suo team abbia invece ha confermato come la pratica di prevedere piccole integrazioni di fluoro nei più piccoli sia sicura e non rappresenti un rischio per la crescita cognitiva.

Un’arma contro la carie

La co-autrice dello studio, la dottoressa Diep Ha, ha anche ricordato come la fluorurazione dell’acqua sia uno strumento altamente efficace per prevenire la carie dentale, una delle malattie croniche più comuni nei bambini a livello globale.

"La carie può essere molto dolorosa e spesso richiede l’estrazione dei denti", ha dichiarato l'esperta. Espandere la fluorurazione dell’acqua – la dottoressa Ha ha ricordato come, sebbene circa il 90% della popolazione australiana abbia accesso a questa risorsa, molte aree rurali e remote ne sono ancora prive – potrebbe ridurre significativamente questi problemi senza rischi per la salute.

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