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Grazie a videogiochi e serie tv in inglese gli alunni norvegesi prendono voti più alti delle coetanee: lo studio

Videogame e serie tv in lingua inglese non sono da demonizzare tra adolescenti e preadolescenti, ad affermarlo è uno studio norvegese che ne ha compreso le potenzialità nell’insegnamento delle lingue straniere.
A cura di Sophia Crotti
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bimbo a lezione di inglese

In Norvegia i preadolescenti di età compresa tra i 10 e i 13 anni hanno voti migliori delle coetanee nelle lingue straniere e in particolare in inglese. Fanno passi da gigante in poco tempo e padroneggiano sia nello scritto che nelle prove orali una lingua che hanno imparato solo tra i banchi di scuola, secondo quanto emerge dalla ricerca.

Un gruppo di ricercatori dell'Università di Oslo ha voluto indagare le cause di questo divario di genere, pubblicando i risultati della propria ricerca sulla rivista scientifica Assessment in Education: Principles, Policy & Practice.

Lo studio sugli alunni norvegesi

I ricercatori dell'Università di Oslo hanno preso in esame il rendimento scolastico e le competenze acquisite nelle lingue straniere di un gruppo di 1.101.807 studenti norvegesi di età compresa tra i 10 e io 13 anni tra il 2007 e il 2018. In particolare gli studiosi hanno cercato di comprendere i progressi che i piccoli alunni facevano nell'acquisizione delle competenze legate alla lingua inglese, attraverso ad un esame a cui i bambini norvegesi vengono sottoposti sia in quinta elementare che all'ottavo anno di scuola, la nostra terza media. I ragazzi in due momenti del loro percorso scolastico devono completare dei test di grammatica inglese, di lettura, ascolto e comprensione della lingua e in ultimo capacità di rispondere a delle domande orali. Dai test è emerso che, sistematicamente, i bambini di età compresa tra i 10 e i 13 anni avevano un rendimento migliore delle coetanee, situazione che tendeva a ribaltarsi al raggiungimento dei 15 anni. Lo stesso non accadeva per la lingua madre in cui le ragazze ottenevano sempre punteggi maggiori dei ragazzi.

"Dai nostri risultati emerge che i ragazzi non hanno riscontrato un miglioramento generale nella competenza linguistica, ma un miglioramento specifico della lingua inglese" ha affermato l'autrice principale dello studio Astrid Marie Jorde Sandsør.

L'apporto fondamentale di videogiochi e serie tv in lingua

A questo punto gli studiosi hanno cercato di indagare il motivo del divario di genere nelle competenze linguistiche attraverso un altro test, un'indagine che ogni 6 mesi viene proposta ai ragazzi dalla Norwegian Media Authority, sulle loro abitudini di utilizzo dei social media e dei dispositivi digitali.

Ragazzi e ragazze hanno dichiarato di utilizzare la lingua inglese abitualmente anche più del norvegese, mentre guardavano la Tv, delle serie dal loro pc, mentre seguivano i loro Youtuber preferiti sulla piattaforma o giocavano ai videogiochi online. I più grandi smanettatori di videogame sulla rete, o piattaforme da cui guardare film erano però i ragazzi. Il 78% di loro tra i 9 e i 10 anni ha infatti affermato che utilizzare la lingua in queste attività permetteva poi di prendere voti più alti nelle verifiche di inglese, contro il 45% delle ragazze. La percentuale tendeva ad aumentare con l'età, l'83% dei ragazzi di età compresa tra i 17 e i 18 anni ha affermato di aver notato miglioramenti nell'utilizzo della lingua inglese proprio grazie a serie tv e videogiochi in lingua online, contro il 50% delle ragazze della stessa età.

bimbo gioca ai videogame

Di conseguenza gli studiosi hanno compreso che la differenza di genere nell'acquisizione dell'inglese potrebbe derivare dalla differenza di genere nell'utilizzo della lingua nei contesti extra-scolastici. Lo stesso non accadrebbe invece con la lingua madre, dal momento che indistintamente maschi e femmine la utilizzano in tutti i contesti della propria vita.

"L'uso della lingua attraverso la tecnologia e l'interesse per la tecnologia stessa, hanno dunque il potenziale di influenzare l'acquisizione dell'inglese negli adolescenti. Questa consapevolezza potrebbe dunque anche svolgere un ruolo nel colmare il divario di genere che spesso si osserva oggi nell'acquisizione delle competenze linguistiche" conclude il professor Brevik, che si auspica che i genitori non demonizzino le tecnologie ma permettano ai loro figli di utilizzarle dopo aver dato loro i giusti limiti.

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