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“Controllare i figli online non è sbagliato”: i consigli delle esperte per proteggere i bambini dai pericoli del web

Chat e social media sono sempre più terreno di caccia da parte di malintenzionati e predatori sessuali, perciò è importante che un giovane sappia come evitare le trappole della Rete e tutelare la propria incolumità. Per favorire tale processo, un genitore dovrebbe stabilire regole ben precise, instaurare un dialogo costruttivo e, se necessario, operare un costante controllo sulle attività online del minore.
A cura di Niccolò De Rosa
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Pericolo social e violenza

La crescente diffusione dei social media tra bambini e adolescenti ha portato nuove sfide per i genitori, soprattutto riguardo alla sicurezza online. Se infatti una volta risultava decisamente più efficace (e intuitivo) tenere i figli lontano da luoghi poco e frequentazioni poco raccomandabili, oggigiorno sorvegliare i contatti e le attività social dei giovani risulta ben più complicato.

Un recente studio presentato al congresso dell'American Academy of Pediatrics 2024 ha rivelato che circa il 7% dei minori trattati per abusi sessuali in un ospedale californiano ha affermato come i social media abbiano facilitato il contatto con il loro aggressore. Analizzano solo i casi in cui gli aggressori non erano familiari delle vittime, poi, la percentuale sale al 12%.

Per la dottoressa Shalon Nienow direttrice medica del Chadwick Center for Children and Families presso il Rady Children’s Hospital di San Diego e firma principale dello studio, i dati più recenti potrebbero essere addirittura più preoccupanti.

Pericoli di Internet

"I social media sono una forma di comunicazione onnipresente per bambini e adolescenti che può generare un falso senso di sicurezza e di ‘amicizia' con coloro che incontrano online" ha dichiarato l'esperta alla CNN, sottolineando come questo fenomeno, se non controllato, può i portare i bambini a diventare bersagli facili per i malintenzionati che sfruttano la fiducia acquisita attraverso interazioni online.

Per scongiurare questo pericolo, la dottoressa Nienow ha quindi stilato un elenco di accorgimenti da adottare in famiglia.

Parlare di sicurezza e consenso

Una delle misure più efficaci per contrastare questo pericolo è una comunicazione aperta e tempestiva tra genitori e figli riguardo ciò che si può trovare online, pericoli inclusi.

Per la dottoressa Nienow è infatti fondamentale che i genitori spieghino ai loro figli i rischi di interagire con estranei sui social media, premurandosi di far capire loro perché non dovrebbero mai incontrare di persona individui – coetanei o adulti – conosciuti solamente in chat, soprattutto senza il consenso di un genitore.

"Una volta bastava sapere dove si trovavano i propri figli, ma ora le molestie sessuali possono verificarsi nelle nostre case senza che i genitori lo sappiano" ha spiegato alla CNN Anna Akerman, professoressa associata presso il dipartimento di comunicazione dell'Adelphi University di New York.

Da qui l'importanza di far sì che i ragazzi sappiano dire di no alle richieste che li mettono a disagio, anche perché – come ha evidenziato la stessa Akerman – dopo che il misfatto viene compiuto, molti giovani tendono a non denunciare l'episodio a causa di vergogna e sensi di colpa.

Monitorare le comunicazioni

Per proteggere i propri figli, i genitori devono anche poter (e saper) monitorare i contatti dei loro bambini, tenendo traccia delle persone con cui parlano in chat e suoi social. Sebbene molti genitori temano che ciò possa essere percepito come una violazione della privacy, Nienow ha tenuto a ribadire come l’uso di smartphone e social network rimane un privilegio che comporta responsabilità.

Alcune piattaforme, come Instagram, hanno recentemente introdotto funzionalità di sicurezza che consentono ai genitori di vedere quali account i loro figli hanno recentemente contattato, senza tuttavia poter accedere al contenuto dei messaggi.

Simili strumenti rappresentano un aiuto prezioso per mantenere sotto controllo le interazioni social senza invadere eccessivamente la sfera privata dei ragazzi.

Educare sui contenuti inappropriati

Oltre alla supervisione delle comunicazioni, i genitori devono prestare grande attenzione ai contenuti che i loro figli pubblicano sui social media.

La professoressa Anna Akerman ha infatti spiegato che spesso gli adolescenti si mettono a rischio involontariamente, postando immagini o messaggi che possono essere interpretati come provocatori. Tale comportamento spesso è riflesso dalla loro inesperienza e dalla scarsa capacità di giudizio che caratterizza l’età. Un esempio frequente è quello delle ragazze che pubblicano immagini sessualizzate di sé stesse per ottenere più "like" e approvazione sociale, senza comprendere pienamente le implicazioni di queste azioni.

Akerman ha evidenziato come sia cruciale che i genitori parlino con i loro figli del pericolo di pubblicare immagini inappropriate e di come queste possano attirare l'attenzione di predatori. Inoltre, è consigliabile che i genitori seguano attivamente ciò che i loro figli condividono sui social, assicurandosi che non ci siano contenuti compromettenti.

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Superare le paure e le resistenze

Cosa fare però se, nonostante gli sforzi per limitare i rischi, i ragazzi tentano di eludere le regole dei genitori? In casi simili può essere utile riportare degli esempi concreti per dimostrare la pericolosità di certi atteggiamenti.

Akerman ha citato a tal proposito il caso di una ragazza che, dopo il divieto di pubblicare foto in bikini su Instagram imposto dalla madre, ha comunque scelto di condividere quelle stesse immagini su un'altra piattaforma. Queste foto sono state poi ripubblicate su un account che sembrava dedicato al traffico di ragazze, spaventando la giovane, che fortunatamente ha trovato il coraggio di rivolgersi alla madre per chiedere aiuto.

La collaborazione come strumento di prevenzione

Quando si tratta di bambini e ragazzi, le misure restrittive da sole non sono mai molto efficaci. Per far sì che i figli si costruiscano una corazza contro i pericoli del Web è infatti importante accompagnare controlli e limiti con dialoghi aperti e costruttivi per educare al corretto utilizzo di Internet e inculcare la necessità di mettere la propria incolumità prima di ogni altra cosa.

La sfida principale, ha concluso Akerman, è infatti mantenere una vigilanza costante su una realtà in rapida evoluzione, come quella dei social media, senza però soffocare l’autonomia dei ragazzi. E probabilmente sarà proprio questo il fronte più importante su cui impostare il discorso educativo delle nuove generazioni.

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