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7 mamme su 10 gestiscono da sole il carico mentale della genitorialità: “Sono in burnout e obbligate al part-time”

Una nuova ricerca ha evidenziato che sono le mamme ad assumersi il carico mentale della genitorialità in toto. Questo comporta in loro il doppio della fatica che le porta al burnout genitoriale o a dover optare per il part-time involontario.
A cura di Sophia Crotti
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mamma in burnout

7 mamme su 10 si assumono il carico mentale della genitorialità completamente da sole. Un quadro per nulla roseo quello delle mamme americane, che emerge da un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’università di Bath e di quella di Melbourne e pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Marriage & Family.

Le donne sarebbero schiacciate dal lavoro domestico cognitivo, ossia le ansie, lo stress, la preoccupazione e il lavoro mentale che non si vede ma è necessario a far procedere le settimane in famiglia senza alcun problema o intoppo. Il carico, con l’arrivo delle feste, si fa ancora più pesante, tra regali da fare e impacchettare, tradizioni natalizie da rispettare e la magia del Natale da non far svanire per i più piccoli, sono sempre le mamme a rimetterci.

Lo studio sul carico mentale della genitorialità

I ricercatori delle due università americane hanno sottoposto un sondaggio alle famiglie statunitensi, tra febbraio e marzo 2023, per un totale di 3000 genitori di bimbi e ragazzi minori di 18 anni intervistati.

Mamme e papà hanno dovuto specificare chi in casa si occupa di specifiche attività legate a macro categorie, per esempio chi nell’ambito della pulizia si occupa dei vestiti sporchi dei più piccoli, chi nell’ambito dell’assistenza taglia le unghie ai bimbi, chi gestisce le finanze in casa o si occupa di trovare le offerte adatte alla famiglia, visti gli alti costi che comporta crescere un bambino. Hanno spiegato chi tra uomo e donna si occupa di fare manutenzione alla casa quando un elettrodomestico si rompe, chi nell’ambito della cucina decide ogni giorno cosa mangeranno i più piccoli e in ultimo chi si occupa delle relazioni sociali del membri della famiglia, organizzando feste o appuntamenti di gioco o spostamenti per permettere ai piccoli di fare sport.

Dai risultati è emerso che 7 mamme su 10 si occupano completamente da sole della maggior parte delle preoccupazioni legate alla famiglia, con una media del 71% di attività tra pulizie, crescita dei bambini, amministrazione delle finanze e manutenzione svolte da loro. Così il 60% delle mamme in più dei padri, si sente schiacciata dal carico fisico e mentale di un lavoro non retribuito ma che occupa, a tutti gli effetti, la maggior parte delle giornate e di quello che dovrebbe essere il tempo libero.

Gli uomini tuttavia, risultano occuparsi prevalentemente delle attività come manutenzioni domestiche e la gestione delle finanze con un 65% di loro che assume su di se il compito, contro il 53% delle mamme. Solo gli uomini che, dopo una separazione o un divorzio, si trovano a crescere i piccoli, per alcuni giorni della settimana da soli, allora si occupano, più dei padri in coppia, ma ancora una volta meno delle madri del carico mentale della genitorialità.

Il mestiere del genitore: un lavoro che non si vede ma si sente

La dottoressa Ana Catalano Weeks, che si è occupata della ricerca, ha parlato del carico mentale dei genitori come di un lavoro invisibile ma importante che si svolge tra le mura di casa e può portare i genitori a manifestare stress e burnout genitoriale: “Senza contare che questo tipo di lavoro influisce negativamente sulla carriera delle donne. L’esperta spiega infatti che questo squilibrio porta le mamme lavoratrici ad avere il doppio delle possibilità rispetto ai padri di "scegliere" per il part-time involontario, una riduzione di ore di lavoro che permetta loro di occuparsi di casa e figli.

mamma in burnout

“Queste decisioni obbligate possono generare un forte risentimento, in chi ha rinunciato alla sua vita o alla sua carriera per la cura dei figli, che poi crea tensioni nella coppia” spiega la dottoressa Catalano Weeks.

La dottoressa auspica infatti che questo studio dia il via a politiche che supportino la distribuzione equa del lavoro domestico e dunque del carico genitoriale, attraverso un congedo parentale equo e ben retribuito per prima cosa.

“Nell’attesa incoraggiamo le famiglie a parlare del carico mentale e dividersi i lavori in casa, per rendere non solo il Natale, ma ogni giorno di vita in generale, più equilibrato” ha concluso la dottoressa Catalano Weeks.

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