“5 minuti per cambiare la scuola”: il progetto che racconta la collaborazione tra insegnanti, genitori e alunni

“Ci sono tante idee che rinnovano la scuola dal basso, attente ai bisogni degli studenti, degli insegnanti e dei genitori, anche se non hanno la pubblicità che meritano” da questo senso di ingiustizia è nato il progetto di ricerca “5 minuti per cambiare la scuola” coordinato dalla pedagogista Anna Granata all’Università di Milano Bicocca e che coinvolge ricercatori e docenti. Il nome del progetto, spiega Granata a Fanpage.it, nasce proprio dall’idea di riuscire a far raccontare in appena 5 minuti, dai protagonisti della scuola, i cambiamenti che hanno reso la loro scuola un posto migliore e possono essere da spunto per molte altre. La docente ne ha elencati alcuni, selezionati dalle tante idee arrivate a loro da tutto lo Stivale, a seguito di una call for ideas realizzata presso la trasmissione Geo.
Le idee dalle scuole di tutta Italia
"Le idee che abbiamo collezionato da tutta Italia ci dicono che pensare a modi diversi per vivere gli spazi e i tempi scolastici può migliorare il modo di imparare e di insegnare all'interno della scuola" dice a Fanpage.it la professoressa di Pedagogia Anna Granata, prima di elencare una serie di idee raccolte provenienti da tutto il Bel Paese:
- "La dirigenza del liceo Righi di Roma dal 2017 affida agli studenti le chiavi dell'istituto": può sembrare qualcosa del tutto rivoluzionario e forse lo è, ma questa responsabilità permette agli alunni di sfruttare gli spazi della scuola durante i pomeriggi e la sera come spazi di studio, sale da ballo, cineforum o luoghi in cui dare vita a degli incontri di loro interesse. "Si tratta di un'idea rivoluzionaria perché rende davvero gli studenti i protagonisti, responsabili anche dello spazio scuola".
- "Gli alunni della scuola primaria di Pinerolo in Piemonte si sono focalizzati sul momento mensa, redigendo il menù settimanale": i bambini hanno svolto un importante lavoro sulla scoperta dei sapori di stagione, scegliendo solo frutta e stagione del periodo e scrivendo il menù della mensa con consapevolezza e responsabilità.
- "Il nido di Piacenza si trova in una casa di riposo": la possibilità di muovere insieme i passi traballanti chi per la giovane età, chi per le forze che mancano, da immensi benefici a piccoli e anziani.
- "In una scuola media piemontese gli alunni studiano le stelle di notte": il dirigente scolastico per venire in contro alle esigenze di ragazzi e famiglie ha distribuito le ore del sabato la sera, quando i ragazzi dal cortile della scuola possono stare con il naso all'insù a studiare le stelle. "I ragazzi hanno sia una didattica interessante basata su uno stretto rapporto con la natura, sia un orario che permetta loro di godersi più tempo in famiglia nel weekend" spiega Granata.
- "La scuola pubblica Pescatore Lozzi di Firenze ha introdotto, grazie all'autonomia scolastica, lo studio dell'educazione affettiva, ritenendola essenziale allo sviluppo degli studenti".
Una stretta collaborazione tra genitori e mondo scuola
La scuola è un ecosistema che sembra essere diventato sempre più fragile, da quando i genitori hanno smesso di riporre negli insegnanti la stima necessaria a ritenerli i detentori dei saperi necessari ai loro figli.

Tra i progetti promossi da "5 minuti per cambiare la scuola", ce ne sono alcuni che vedono un'importante partecipazione attiva dei genitori, nel tentativo di rendere la scuola un posto importante per studenti e famiglie:
- "A Biella i genitori sono portatori di sapere": nel contesto di una pluriclasse, ossia un'aula in cui a far lezione si trovano insieme alunni di età diverse, i genitori degli alunni vengono coinvolti in base alle loro abilità nell'educazione e nell'insegnamento necessario agli studenti: "Un papà falegname ha portato un tronco secolare che ha dato il la per una lezione di storia, intesa come lo scorrere del tempo anche dal punto di vista ambientale".
- "A Udine c'è un centro di istruzione provinciale per adulti (CIPA) che ha coinvolto le mamme di una scuola vicina": gli alunni adulti di questa scuola, frequentata per lo più da uomini, hanno chiesto la partecipazione alle lezioni delle madri straniere di una scuola limitrofa, che avevano difficoltà con la lingua. Da questo incontro ognuno ha tratto qualcosa e la lingua che le donne sono riuscite ad imparare è stata essenziale anche per seguire i figli a scuola.
Le attività proposte sono tutte essenziali a ridare un senso di fiducia perduta agli insegnanti e alla scuola in generale, così da rendere anche l'esperienza degli studenti nelle aule più positiva. La speranza della docente Granata è quella che sempre più istituti si ispirino a queste idee, per tanto invita, previa prenotazione, genitori, alunni e insegnanti alla conferenza che si terrà presso l'Università di Milano Bicocca dalle 14.30 alle 17.30.