"Trovo che l'attacco di cui mi ha gratificato Matteo Renzi sia davvero miserabile". Con queste parole Anna Finocchiaro risponde a Matteo Renzi che, nel corso di una intervista al TG5, aveva sollevato dei dubbi sull'adeguatezza dell'ex capogruppo dei senatori Pd al ruolo di Capo dello Stato. Il Sindaco di Firenze, infatti, aveva ricordato un episodio di qualche mese fa, quando la senatrice Finocchiaro fu fotografata mentre faceva delle compere all'Ikea, con tanto di scorta a spingere il carrello. Da lì il giudizio negativo sulla possibile candidatura dell'esponente democratica al Colle, dal momento che, secondo Renzi, "gli italiani l'avrebbero ricordata per quello".
Dichiarazioni che non sono piaciute alla Finocchiaro, che ha precisato: "Non mi sono mai candidata a nulla. Conosco bene i miei limiti e non ho mai avuto difficoltà ad ammetterli. Ho sempre servito le istituzioni in cui ho lavorato con dignità e onore, e con tutto l'impegno di cui ero capace, e non metterei mai in difficoltà nè il mio Paese, nè il mio partito. Trovo tuttavia inaccettabile e ignobile che venga da un esponente del mio stesso partito sono dell'opinione che chi si comporta in questo modo potrà anche vincere le elezioni, ma non ha le qualità umane indispensabili per essere un vero dirigente politico e un uomo di Stato".
Insomma, tra Renzi e gli altissimi dirigenti del Partito Democratico è ormai scontro frontale. Dopo la tregua armata del post campagna elettorale, infatti, negli ultimi giorni lo scontro si è inasprito ed il Pd è ad un passo dall'implosione. A pesare sugli equilibri è indubbiamente l'insofferenza di Renzi per la gestione post elettorale di Pier Luigi Bersani, con il corteggiamento "umiliante" al Movimento 5 Stelle e con la perdita di tempo successiva che sottende l'ostinazione del segretario di provare ad ottenere un incarico pieno dal nuovo Capo dello Stato. In tal senso la linea di Renzi è chiara: o larghe intese subito, o voto anticipato, senza ulteriori esperimenti e senza prolungare lo stallo politico istituzionale. Secca la replica di Bersani, che, continuando a proporre la formula del "governo del cambiamento" senza un accordo organico col Popolo della Libertà, è ancora convinto di poter costruire un equilibrio favorevole al Pd intorno all'elezione del nuovo Capo dello Stato. Una distanza fra i due che si è ampliata dopo un paio di scontri verbali e dopo che il Sindaco di Firenze non è stato scelto fra i grandi elettori che giovedì voteranno per il successore di Giorgio Napolitano. Insomma, mai come ora il Partito Democratico è attraversato da polemiche e fronde interne, con il ministro Barca "alla finestra" e pronto a fare un ulteriore passo in avanti nel caso in cui la frattura si rivelasse "non componibile".