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Vittorio Arrigoni ucciso: Hamas annuncia la cattura di due esecutori dell’omicidio

Fonti di uno dei gruppi ultraintegralisti salafiti della Striscia di Gaza hanno ammesso la responsabilità di una loro cellula “impazzita” nel rapimento e nella feroce uccisione dell’attivista italiano.
A cura di Biagio Chiariello
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Il governo di Hamas ha annunciato l'arresto di "due esecutori" dell'omicidio di Vittorio Arrigoni, ucciso a Gaza da uno dei gruppi ultra-estremisti salafiti della Striscia, che ha ammesso che il rapimento e il barbaro assassinio del volontario italiano è stato commesso da una loro cellula "fuori controllo". Le fonti, che parlavano a nome di "al-Tawhid wal-Jihad" – uno dei movimenti salafiti più popolari a Gaza, e sostenitori di Al Qaeda – negano che l'azione sia stata imposta dai vertici del gruppo: "E' stata un'iniziativa incomprensibile, compiuta da una cellula impazzita, che contrasta con l'insegnamento dell'Islam e i nostri interessi", scrive l'Ansa.  Il cadavere dell'italiano, attivista per i diritti umani dell'International Solidarity Movement, era stato rinvenuto in una casa abbandonata nel corso di un blitz delle forze di Hamas. "I servizi di sicurezza proseguono nel tentativo di rintracciare altri membri del gruppo responsabile dell'assassinio", ha spiegato il ministero dell'Interno di Hamas.

L'identità dei due arrestati per l'uccisione di Vittorio Arrigoni non è stata ancora rivelata; così come non si conoscono ancora i nomi delle due persone arrestate ancora prima del ritrovamento del corpo dell'italiano. Secondo quanto asserito da una fonte anonima a Resalah, uno dei quotidiani più vicini ad Hamas, i salafiti avrebbero chiesto un milione di dollari per la liberazione del loro leader Abdel Walid al-Maqdisi, insieme ad altri "confratelli", entro trenta ore, in cambio del rilascio dell'italiano. Ma le cose, poi, non sono andate come previsto. Lo stesso quotidiano scrive che Vittorio Arrigoni è stato ucciso strangolato da un nastro di plastica dopo aver fatto resistenza.

L'omicidio di Arrigoni rappresenta un nuovo avvertimento ad Hamas, che dal 2007 controlla col pugno di ferro l'enclave palestinese. Vittorio Arrigoni è stato il primo straniero sequestrato a Gaza da quando Hamas governa sulla Striscia e quasi certamente anche il primo militante filo-palestinese ad essere stato assassinato dagli stessi palestinesi. La qual cosa apre imbarazzanti scenari sul ruolo di Hamas nella gestione della regione costiera palestinese.

Intanto la salma di Arrigoni dovrebbe arrivare in Italia non prima di domani, alla luce delle procedure burocratiche che dovranno prima essere adempite. La famiglia del volontario italiano ha infatti manifestato il desiderio che il feretro non attraversi Israele ("una scelta simbolica", ha spiegato la madre, Egidia Beretta). Ci sarà dunque bisogno della riapertura del valico di Rafah, villaggio palestinese sul confine egiziano, che è stato chiuso nel 2007, quando Israele ha imposto il blocco su Gaza.

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