Visco: “2013 anno difficile, fondamentale l’equilibrio dei conti pubblici”
Come anticipato dal bollettino mensile della Banca D'Italia diffuso in mattinata anche il 2013 per l'Italia sarà un anno difficile dal punto di vista economico. Lo ha ribadito oggi il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, nella Lectio magistralis ‘Ruolo, responsabilità, azioni della Banca Centrale nella lunga crisi' all'Università di Firenze. Visco, il cui intervento è stato anche fermato dalle contestazioni di alcuni studenti dell'ateneo toscano, ha sottolineato il fatto che la recessione che colpisce l'Italia potrebbe avere fine solo nella seconda parte di quest'anno e solo se verranno rispettati tutti gli impegni presi in precedenza dal punto di vista delle riforme e del risanamento dei conti pubblici. "Al di là della congiuntura sfavorevole, il nostro paese deve saper trovare le motivazioni e gli incentivi per affrontare con decisione il problema della crescita" ha proseguito il numero uno di Palazzo Koch per questo però servono alcune precondizioni.
In primo luogo "L'equilibrio dei conti pubblici" anche perché l'incertezza generata da conti in disordine si ripercuote "sui mercati finanziari molto legati alle tensioni sui debiti sovrani" che a loro volta "riducono la fiducia, disincentivano l'investimento e l'innovazione". Anche se ha spiegato Visco "non si esclude una ricomposizioni nelle principali poste di bilancio". La seconda precondizione per un successo della crescita economica è applicare le riforme già avviate che porteranno sicuramente ad un abbassamento dello spread sui nostri titoli decennali e di conseguenza dei tassi di interesse sul debito pubblico. Visco infine ha ricordato che ogni misura seppur importante a livello dei singoli Paesi non sarà sufficiente per uscire dalla crisi per questo "Va dato seguito all'impegno di costruire una piena unione economica e monetaria". "L'uscita dalla crisi nell'area dell'euro non potrà derivare da azioni isolate di singole autorità di politica economica" ha sottolineato il governatore della Banca d'Italia, ma "occorre continuare ad accrescere il coordinamento delle politiche economiche e strutturali e gli incentivi alle riforme con vere e proprie politiche comuni".