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Vignette sul terremoto, il Comune di Amatrice querela Charlie Hebdo

Il Comune di Amatrice risponde alla satira di Charlie Hebdo depositando alla Procura di Rieti una denuncia-querela per diffamazione aggravata relativa alla vicenda delle vignette sul terremoto pubblicate dal periodico francese.
A cura di Susanna Picone
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Dopo le polemiche, il Comune di Amatrice ha depositato questa mattina, presso la procura del tribunale di Rieti, una denuncia-querela per diffamazione aggravata relativa alla vicenda delle vignette pubblicate dal settimanale satirico francese Charlie Hebdo. L’atto è stato presentato dall’avvocato Mario Cicchetti, in qualità di legale dello stesso Comune colpito dal devastante sisma del 24 agosto che ha provocato quasi trecento morti. Charlie Hebdo, intervenendo con le sue vignette sul tragico evento italiano, aveva scatenato una bufera di polemiche in rete e anche l’indignazione del mondo politico italiano, dal presidente del Senato Pietro Grasso al ministro dell’Interno Angelino Alfano passando per lo stesso sindaco di Amatrice. Due le vignette che il settimanale francese ha dedicato al terremoto in Centro Italia. Nella prima, pubblicata sull’ultimo numero del giornale, c’erano delle persone insanguinate e altre sepolte sotto strati di pasta. “Terremoto all’italiana”, si leggeva nel titolo. Una seconda vignetta è stata pubblicata su Facebook dopo la pioggia di polemiche scatenate dalla prima immagine. “Italiani, non è Charlie Hebdo che costruisce le vostre case, ma la Mafia”, precisavano i vignettisti di Charlie Hebdo.

“Macabro, insensato e inconcepibile vilipendio delle vittime” – Secondo quanto espongono nella querela i legali del Comune di Amatrice, nella prima vignetta Charlie Hebdo aveva raffigurato le vittime del sisma “in modo tale da somigliare a degli stereotipati piatti della tradizione culinaria italiana”, mentre una seconda vignetta “aveva attribuito la colpa della devastazione del centro Italia alla mafia”. “Si tratta di un macabro, insensato e inconcepibile vilipendio delle vittime di un evento naturale – ha detto l’avvocato Mario Cicchetti -. La critica, anche nelle forme della satira, è un diritto inviolabile sia in Italia che in Francia, ma non tutto può essere ‘satira' e in questo caso le due vignette offendono la memoria di tutte le vittime del sisma, le persone che sono sopravvissute e la città di Amatrice”. Secondo l’avvocato “appare assolutamente configurabile la diffamazione aggravata e non si può ritenere in alcun modo sussistente l’esimente del diritto di critica nella forma della satira”.

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