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“Vietare il burqa non viola i diritti umani”, la Corte europea dà ragione alla Francia

Respinto il ricorso di una donna francese che lamentava una discriminazione e una violazione della sua libertà di culto.
A cura di Antonio Palma
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La Corte europea dei diritti umani ha dato ragione alla Francia sul divieto di indossare il burqa in pubblico stabilendo che la legge francese che proibisce di portare il burqa in quanto nasconde integralmente il viso non viola in alcun modo la Convenzione europea dei diritti dell'uomo. I giudici di Strasburgo infatti oggi hanno rigettato un ricorso contro Parigi intentato da una 30enne francese, secondo la quale la misura viola la sua libertà religiosa e di coscienza. Secondo la Corte europea, invece, il divieto di indossare il burqa non viola il diritto alla libertà di religione né quello al rispetto della vita privata ed è quindi accettabile. Anzi, secondo i 17 giudici riuniti nella "Camera grande", è pienamente legittimo l’obiettivo che si pone la legge francese secondo la spiegazione delle autorità di Parigi, cioè la promozione dell’armonia nella società attraverso le interazioni sociali. Rigettata invece l'altra motivazione secondo cui la legge sarebbe stata introdotta per assicurare la sicurezza pubblica.

Il ricorso di una donna contro il divieto di burqa

L'autrice del ricorso, una donna musulmana di origini pachistane, aveva denunciato il divieto a indossare burqa e niqab come una discriminazione, una violazione della sua libertà di culto e della sua vita privata e familiare. Il primo punto è stato respinto all'unanimità dai giudici mentre gli altri due a maggioranza con il voto contrario di due giudici. La donna nel suo ricorso aveva sottolineato anche che "né il marito né alcun altro membro della sua famiglia" esercitava pressioni perché lei si coprisse il volto, e che indossare il velo era una sua scelta "per sentirsi in pace" con sé stessa.

La Corte bacchetta anche la Francia

La Corte europea però ha sottolineato che "il rispetto delle condizioni del vivere insieme è un obiettivo legittimo" della legge e per questo è accettabile che "la barriera sollevata contro gli altri da un velo che copre il viso sia percepita dallo Stato come una violazione del diritto degli altri a vivere in uno spazio sociale che rende la vita in comune più facile". Nella sentenza però i giudici hanno anche bacchettato la Francia ritenendo che emanare leggi come quella sul divieto di burqa possa contribuire a rafforzare  stereotipi e intolleranza contro alcuni gruppi sociali quando al contrario si dovrebbe promuovere la tolleranza.

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