Via libera ai cibi avariati: la legge 283 sulla Tutela degli alimenti è stata cancellata
Dall’11 dicembre 2010 la legge 283 non esiste più: la procedura "taglia-leggi" (numero 246 del 28 novembre 2005) ha stabilito che "tutte le disposizioni legislative statali anteriori al 1˚ gennaio 1970 sono abrogate eccetto quelle ritenute indispensabili e che saranno salvate con apposti decreti legislativi". Tra quelle ritenute indispensabili, la legge 283 manca, non c'è in questo elenco ed è lecito domandarsi per quale motivo, visto che riguarda la tutela degli alimenti e quindi la tutela di noi consumatori. Ma vediamo nel dettaglio cosa prevede la legge 283, che è stata cancellata.
La legge 283 del 30 aprile 1962, articolo 5, prevede il divieto di distribuire, per il consumo, sostanze alimentari:
- private anche in parte dei propri elementi nutritivi o mescolate a sostanze di qualità inferiore o comunque trattate in modo da variarne la composizione naturale;
- in cattivo stato di conservazione;
- con cariche microbiche superiori ai limiti che saranno stabiliti dal regolamento di esecuzione o da ordinanze ministeriali;
- insudiciate, invase da parassiti, in stato di alterazione o comunque nocive, ovvero sottoposte a lavorazioni o trattamenti diretti a mascherare un preesistente stato di alterazione;
- con aggiunta di additivi chimici di qualsiasi natura non autorizzati con decreto del Ministro per la sanità o, nel caso che siano stati autorizzati, senza l'osservanza delle norme prescritte. I decreti di autorizzazione sono soggetti a revisioni annuali;
- che contengano residui di prodotti, usati in agricoltura per la protezione delle piante e a difesa delle sostanze alimentari immagazzinate, tossici per l'uomo.
Immediata la reazione del procuratore di Torino, Raffaele Guariniello, che ha commentato: "Dall’11 dicembre la legge 283 non esiste più, buttiamo via centinaia di indagini, grandi e minute di tutela dei consumatori. Naturalmente, dopo aver scoperto questa catastrofe, ho chiamato il ministro della Salute, Ferruccio Fazio. Non ne sapeva nulla e mi ha assicurato il suo intervento. Però, per quanto si riesca a promulgare in fretta le stesse norme, tutti i processi non chiusi con sentenze definitive, per non parlare delle indagini in corso, andranno perduti. Le inchieste sulle mozzarelle blu e le cozze coltivate in acque inquinate, se non si possono contestare altre violazioni, sono da buttare".
Ma l'elenco sui cibi avariati è molto più lungo: le cozze tossiche contenenti biotossine e allevate a Trieste, che hanno intossicato nei mesi scorsi 300 persone fra Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta; salse più rosse grazie a sostanze cancerogene, i cibi scaduti miracolosamente ringiovaniti con nuove etichette, le mozzarelle e il latte blu, il maiale alla diossina, le cotolette alla salmonella, la carne vecchia rinfrescata dai coloranti, le alici con il parassita (l'anisakis), il vino adulterato con additivi chimici all'olio di oliva fatto senza olive, farine alimentari con il prione (ci riferiamo allo scandalo della Muzza Pazza), il mascarpone botulinato, gli ortaggi con il piombo, le acque minerali ricche in cloroformio, il pane, che secondo le nuove rivelazioni da Wikileaks, in Campania è cotto con materiali tossici, anche questi gli "affarri" della Camorra.
E mentre tra i consumatori si diffonde una più che giustificata preoccupazione, c'è chi invece sostiene che la cancellazione della legge 283 sia solo una bufala, nonostante la notizia sia stata riportata dai maggiori quotidiani nazionali.
Tutto sarebbe iniziato il 22 dicembre 2010, quando un commerciante è stato assolto dal reato di detenzione di sostanze alimentari in cattivo stato di conservazione. La linea difensiva, che sembra sia stata accolta dal giudice, si è basata sull'abrogazione della legge 283 articolo 5, disposta il 16 dicembre 2010, quindi 7 giorni prima della sentenza. Si è risaliti alla legge-delega per la semplificazione legislativa, la quale appunto prevede l'abrogazione di tutte le disposizioni legislative statali anteriori al’1 gennaio 1970. La stessa sorte avrebbe dovuto subirla la legge 283 articolo 5, ma come sostengono da Il Fatto Alimentare, ciò non è possibile perché la legge-delega per la semplificazione non può abrogare i provvedimenti che rechino in epigrafe la dicitura "codice" o " testo unico" (legge 246/05, articolo 14, comma 17). E tra questi è inclusa anche la legge 283/1962.