Veto di Russia e Cina sulle sanzioni Onu alla Siria
Come era prevedibile nulla di fatto al Consiglio di sicurezza dell'Onu sulla risoluzione presentata dai Paesi occidentali per il conflitto siriano. Lo stop di ieri e il rinvio del voto alla giornata di oggi non è servito a colmare il divario tra le posizioni in campo, così la Russia e la Cina hanno posto il veto sul testo che prevedeva nuove sanzioni per il regime del Paese arabo. Un no netto dei due Paesi amici di Assad che per la terza volta in nove mesi hanno usato il loro potere di veto in seno alle Nazioni Unite per bloccare ogni intervento in campo internazionale. Quello che non piace a Russia e Cina è soprattutto la possibilità di intervento militare voluta dagli Stati Uniti in caso di non rispetto delle risoluzioni Onu. Oltre ai due voti contrari la risoluzione ha avuto due astensioni e undici voti favorevoli.
Un vero fallimento della diplomazia che non è mai riuscita a far accettare un cessate il fuoco dall'inizio degli scontri. A siglare la resa dell'Onu anche il rientro del capo degli osservatori in Siria che domani vedrà scadere il suo mandato senza aver ottenuto nessun risultato concreto. Ad ogni modo, gli Stati Uniti sono pronti ad agire unilateralmente sopratutto per il pericolo delle armi chimiche in possesso del regime e si starebbero preparando piani di attacco mirati. Intanto dal fronte arrivano notizie non incoraggianti, visto che si intensificano gli scontri nel centro della capitale Damasco, con i carri armati entrati in città e forti esplosioni nei dintorni dei palazzi del potere. La tv di Stato, fedele ancora al regime di Assad, ha avvertito la popolazione che a Damasco ci sarebbero dei presunti terroristi pronti a colpire a sangue freddo come nell'attentato di ieri e che per aggirarsi indisturbati vestirebbero finte uniformi militari dell'esercito regolare. Con l'intensificarsi degli scontri e l'uso delle armi pesanti per bombardare anche quartieri residenziali sono ormai migliaia i civili in fuga dalle violenze, come hanno raccontato gli operatori di alcune Ong che lavorano sul posto.