“Veronica Panarello non mangiava da giorni, alimentata con flebo”
“Ho incontrato Veronica una settimana fa, ha avuto un crollo fisico perché non mangiava da cinque giorni per cui le hanno dovuto mettere le flebo. Poi, grazie all'aiuto degli operatori penitenziari ha ripreso ad alimentarsi da sola”: a parlare delle condizioni di salute di Veronica Panarello, la donna in carcere con l’accusa di aver ucciso suo figlio, Andrea Loris Stival, è stato il suo avvocato, Francesco Villardita. Il legale è intervenuto alla trasmissione televisiva “Mattino Cinque”. L'avvocato, nel corso del suo intervento, ha anche ribadito la posizione della sua assistita. “Veronica Panarello – ha spiegato Villardita – sotto il profilo processuale è sempre più determinata ad andare avanti nel ribadire la sua innocenza e a difendersi. Non teme alcunché: analisi dell'autovettura, analisi delle forbici, analisi della cintura. Non teme alcunché”. Andrea Loris Stival è stato ucciso il 29 novembre scorso a Santa Croce Camerina, nel Ragusano: la mamma Veronica, che da sempre ha respinto ogni accusa, è finita in carcere dopo qualche giorno dal delitto.
Ricorso dell’avvocato di Veronica Panarello – Intanto l’avvocato è al lavoro per far uscire dal carcere la sua assistita. Nel ricorso in Cassazione contro la decisione del Tribunale del Riesame che ha confermato il carcere per Veronica Panarello, il legale ha scritto che per giustificare la misura cautelare “il Tribunale ha formulato una serie di congetture non suscettibili di verifica empirica e non affidabili perché basate sull'equivalenza tra una sorta di mendacio ricavato da un ragionamento forzatamente colpevolista e i gravi indizi di colpevolezza”. Villardita sostiene che “manca la certezza della gravità indiziaria’”. Secondo l’avvocato della mamma di Loris la motivazione del Riesame è viziata da “illogicità e contraddittorietà” perché il giudice avrebbe “ignorato gli argomenti addotti dalla difesa e per avere travisato gli elementi di prova acquisiti, omettendo di prendere in esame i risultati delle investigazioni difensive favorevoli all'indagata, a volte travisandone il contenuto e omettendo di valutare le consulenze di parte soprattutto in quelle parti che risultano esiziali per la tesi accusatoria”.