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“Veronica Panarello madre assassina con un’elevatissima capacità criminale” scrive il Riesame

Durissime le parole che i giudici del Riesame di Catania hanno rivolto a Veronica Panarello, accusata di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. E’ stata descritta come una madre assassina che avrebbe agito con “lucidissima freddezza”, senza alcuna pietà e con “odiosissima crudeltà”.
A cura di Fabio Giuffrida
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Il Tribunale di Catania, quinta sezione penale, ha confermato la custodia cautelare in carcere di Veronica Panarello argomentandola in 109 pagine ed utilizzando termini durissimi nei confronti dell'indagata, accusata di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. L'uccisione del figlio, stando all'attività investigativa, sarebbe avvenuta tra le ore 8.48 e 9.30, un "efferato crimine", "un inconfessabile gesto omicidiario" compiuto dalla Panarello che, rientrando a casa e utilizzando delle fascette custodite all'interno dello sgabuzzino di casa, lo avrebbe strangolato: "Rapidissima la morte da strangolamento, velocissimi i movimenti della madre assassina" che gli avrebbe tolto jeans e mutandine. Subito dopo avrebbe sistemato l'abbigliamento del "corpicino martoriato": un gesto che avrebbe compiuto grazie alla confidenza che soltanto una madre può avere con il corpo del proprio figlio. "Con fredda lucidità la Panarello ha trasportato poi il gracilissimo corpicino in garage" pur rischiando di essere vista dagli altri condomini. Ma non aveva messo in conto che qualcuno avrebbe potuto scoprirla? Secondo il Riesame, invece, avrebbe compiuto un rapidissimo controllo della situazione proprio per evitare spiacevoli incontri: una pianificazione dell'omicidio che avrebbe svolto con "lucidissima freddezza". Smentita anche l'ipotesi che la Panarello non sarebbe riuscita a tenere in braccio suo figlio dal momento che la stessa indagata avrebbe riferito di aver preso in braccio il piccolo Lorys in diverse occasioni proprio davanti alla scuola elementare dove, come vi abbiamo documentato, presto potrebbe sorgere un auditorium a lui dedicato.

Il movente: perché è stato ucciso il piccolo Lorys?

Il movente, fino ad ora, è stato il tassello mancante: in questi mesi, infatti, il legale della Panarello, Francesco Villardita, ha più volte fatto notare come, pur essendoci indizi di colpevolezza, mancasse il motivo che avrebbe spinto concretamente la sua assistita ad uccidere il piccolo. Una discussione con Lorys che, proprio quella mattina del 29 Novembre, avrebbe deciso di rimanere con la madre, non volendo andare a scuola: avrebbe così sconvolto i piani dell'indagata che di lì a poco si sarebbe dovuta recare al corso di cucina a Donnafugata. "La Panarello era in preda ad un'incontenibile impulsiva furia aggressiva" che non avrebbe consentito al piccolo Lorys di reagire, di provare a difendersi per l'ultima volta. L'utilizzo delle fascette stringicavo utilizzate persino sui polsi sarebbero servite alla Panarello per simulare un omicidio a sfondo sessuale compiuto, con sevizie, da un uomo estraneo alla famiglia. Una "rabbia incontenibile" poiché quel giorno non era stata prevista "l'ingombrante presenza del primogenito": e così, scrive il Riesame, con "glaciale freddezza" lo avrebbe ucciso.

Il profilo: chi è Veronica Panarello

Il Riesame ha analizzato minuziosamente i "precedenti" di Veronica Panarello: era davvero una mamma premurosa? Litigava mai con i suoi figli? "Una personalità contorta […] Un difficile vissuto familiare" si legge sull'ordinanza. La Panarello sospettava di essere nata da una presunta relazione extraconiuguale di sua madre con un altro uomo? E' stata cacciata via di casa poiché la famiglia d'origine non accettava il fidanzamento con Davide Stival? E che rapporto aveva Veronica con i suoi figli? "Le urla provenienti dall'appartamento della Panarello erano una quotidiana routine per tutto il condominio e costei inveiva, nella maggior parte dei casi, contro i propri figli, talvolta insultandoli pesantemente" hanno dichiarato i vicini di casa. Altri hanno riferito di aver sentito in passato rumore di sedie ed altri oggetti sbattere per terra oltre che un uso continuo di parole offensive in presenza dei figli. Non c'è mai stato, tra l'altro, un buon rapporto né con la sorella Antonella né con la mamma Carmela. La Panarello, dunque, avrebbe agito di impulso ma con dolo con una modalità "efferata del gesto criminoso", con "odiosissima crudeltà", senza alcuna pietà e con una totale "incapacità di controllo della furia omicidiaria". Glaciale è stato definito il suo comportamento nell'ordire una presunta simulazione di rapimento a scopo sessuale con una "impressionante determinazione di liberarsi del cadavere del figlio". Subito dopo, con "un agghiacciante indifferenza", avrebbe agito da "lucidissima assassina". La sua insospettabile tenuta psicologica e capacità elaborata di una pronta strategia manipolatoria sopporterebbero ancora una volta il giudizio di "elevatissima capacità criminale".

L'avvocato Villardita: "Ricorso in Cassazione"

In un'intervista rilasciata qualche giorno fa a "Piazza Verga", un programma in onda su Sestarete, tv locale siciliana, Francesco Villardita, rispondendo ad una domanda del conduttore e avvocato Giuseppe Lipera, ha dichiarato: "Molto probabilmente farò ricorso in Cassazione", riferendosi alla decisione del Riesame di Catania che ha confermato la custodia cautelare in carcere alla mamma del piccolo Lorys.

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