“Veronica ha negato di avere un secondo telefonino”, terminato l’interrogatorio
Sono le 19.35 quando l'avvocato Francesco Villardita, che difende la signora Veronica Panarello, accusata di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dal legame di parentela oltre che di occultamento di cadavere, esce dal carcere di Piazza Lanza a Catania dopo oltre 3 ore di interrogatorio cominciato tra le 15.30 e le 16 e terminato pochi minuti fa. "La signora ha risposto e non si è avvalsa della facoltà di non rispondere, ha risposto a tutte le domande del giudice, del pubblico ministero e della difesa, in un lunghissimo interrogatorio molto articolato. Ha risposto a tutte le domande senza alcun tipo di cedimento, riconfermando integralmente la stessa versione dei fatti data in questi giorni agli inquirenti. Non si è contraddetta. Ha spiegato ciò che doveva spiegare senza alcun tipo di problema, ha manifestato la propria disponibilità a collaborare con le forze di polizia e magistratura" ha dichiarato l'avvocato che poi ha confermato che entro domani sera, ore 21.03, il Gip dovrà decidere se confermare la custodia cautelare. "Al momento c'è una richiesta di custodia cautelare da parte del pubblico ministero e di scarcerazione da parte della difesa. Noi ci siamo opposti alla convalida del fermo perché non ci sono i presupposti del pericolo di fuga, elemento principe per avere un decreto di fermo" ha dichiarato Villardita che poi ha confermato di non aver chiesto, poiché in questa fase non è affatto possibile, né una perizia psichiatrica né un incidente probatorio.
Il Gip dovrà decidere entro domani se confermare la custodia cautelare
In merito ai filmati, primadonna di questo tragico caso, l'avvocato ha sottolineato che in questo interrogatorio alla signora "non sono stati fatti vedere video" e che, quindi, "si è difesa sugli atti processuali fino a questo momento in suo possesso". Ha negato l'esistenza di un secondo telefonino ammettendo di averne soltanto uno, già a disposizione della magistratura per tutti gli accertamenti del caso. Il telefonino è stato già sequestrato, o meglio "consegnato spontaneamente quando la donna era ancora libera", e al momento sarebbe in mano alla magistratura. Veronica Panarello non ha aggiunto niente di nuovo durante questo lungo interrogatorio di garanzia: anzi, ha ripercorso "in maniera precisa e puntuale tutto ciò che ha fatto quel giorno". Nel dettaglio avrebbe accompagnato il figlio Loris a scuola e sarebbe stata vista da un vigile urbano: "Ha indicato il nome del vigile urbano, una donna". Si è parlato anche di fascette da elettricista con le quali la donna avrebbe potuto strangolare il figlio: le stesse fascette che avrebbe usato anni fa per tentare un suicidio. Fascette ritrovate pochi giorni fa sul luogo del ritrovamento da Paolo Fattori, inviato di "Chi l'ha visto", nota trasmissione di Rai 3. "A proposito di fascette, quando la Panarello le ha consegnate alle maestre e si è sentita dire che non erano mai state utilizzate per esperimenti in classe, si è prodigata affinché arrivassero agli inquirenti consegnandole lei spontaneamente per andare alla ricerca della verità" ha concluso Villardita. Adesso a decidere sarà il Gip che "valuterà con grande coscienza".