Vermeer a Capodimonte: “La suonatrice di liuto” conquista il pubblico. Ecco perché
Per la prima volta in assoluto, Napoli ospita uno degli artisti più rappresentativi della pittura olandese del Seicento. Grazie ad un accordo fra il Museo di Capodimonte e il Metropolitan Museum di New York, “La Suonatrice di Liuto” di Jan Vermeer sarà esposta nelle sale della Reggia fino al 9 febbraio 2017. L'inverno partenopeo sarà interamente dedicato a lei: preannunciato come uno degli eventi più importanti di questa stagione espositiva, fin dai primi giorni la mostra ha registrato un successo strepitoso. Grazie al fascino indiscutibile del capolavoro, ma anche grazie allo straordinario progetto espositivo proposto da Sylvain Bellenger.
Jan Vermeer ha lasciato poco meno di 40 opere, e non si conoscono molti dettagli sulla sua vita. Il direttore del Museo di Capodimonte Sylvain Bellenger, nel presentare la mostra, aveva ricordato come fino al XIX secolo Vermeer fosse un artista pressoché sconosciuto. Ma, nonostante si posseggano pochissime tracce del suo lavoro (non usava disegni preparatori e bozze), il suo raffinatissimo stile lo rende una "vera star della pittura", come lo ha definito lo stesso Bellenger. L'eccezionalità della sua presenza a Napoli è sicuramente uno dei motivi dello straordinario successo che l'esposizione sta registrando.
La mostra: non solo Vermeer
“La Suonatrice di Liuto” è considerata tra le opere più importanti di Vermeer, dipinta probabilmente nel 1664: ritrae una donna che mentre accorda uno strumento musicale, rivolge lo sguardo fuori dalla finestra. Tipica di Vermeer è la rappresentazione della vita quotidiana: i suoi soggetti sono quasi tutti impegnati nelle faccende della vita domestica, nel lavoro, nella cura della famiglia e dei figli, mentre le scene sono impreziosite da oggetti ricercati e di lusso.
A questo capolavoro unico di luce e armonia sono state affiancate le tele appartenenti alla Pinacoteca di Capodimonte, con l’intenzione di sottolineare lo stretto legame che lega tra l’arte napoletana e quella olandese del ‘600. Opere come la "Santa Cecilia in estasi" di Bernardo Cavallino, la "Santa Cecilia al clavicembalo" di Francesco Guarino e la "Santa Cecilia all’organo e angeli musicanti e cantori" di Carlo Sellitto sono esposti in una sala adiacente.
L'allestimento prevede anche l'esposizione di un liuto francese del 1644, opera di Jean Des Moulins, e una carta geografica risalente allo stesso anno e proveniente dall'archivio della Società napoletana di storia patria. Entrambi gli oggetti, di altissimo valore storico, non sono esposti a caso: compaiono infatti nel quadro di Vermeer quali soggetti principali, insieme alla donna.
Un successo strepitoso: questione di app
La mostra, visitabile senza alcuna maggiorazione sul biglietto ordinario del Museo, su espresso volere di Bellenger, in poche settimane dall'apertura ha riscosso un notevole successo: nei soli tre giorni del 18, 19 e 20 novembre i visitatori sono aumentati del 48 per cento, annuncia orgogliosamente il sito ufficiale del Museo. Un successo certamente incentivato dalla gratuità dell'esposizione, ma voluto e costruito grazie alle novità che ruotano intorno al percorso espositivo di Capodimonte.
Una fra tutte, la nuova app che permette ai visitatori di avere informazioni dettagliate sulle opere in mostra, dando accesso a ulteriori contenuti multimediali, approfondimenti e video che si possono consultare anche una volta usciti dal museo. Un punto in più, decisamente tecnologico, per la valorizzazione di un patrimonio inestimabile quale è quello di Capodimonte. E, certamente, un esempio da seguire.