Ventimiglia, decine di migranti tornano sugli scogli
A partire da questa notte decine di migranti sono tornati sugli scogli a Ventimiglia, nella zona a pochi passi dal confine con la Francia già lo scorso anno teatro di una protesta simile. In centoquaranta circa hanno occupato la “pinetina” vicino agli scogli del Balzi Rossi, a pochi metri dal confine di Stato, nella stessa zona già sgomberata con un blitz dalla polizia nel giugno e poi nell'ottobre dello scorso anno. La protesta è iniziata nel corso della notte quando i migranti, che provengono dal campo di temporanea accoglienza gestito dalla croce rossa, hanno costeggiato la ferrovia per arrivare alla “pinetina”. Sul posto sono intervenuti subito polizia e carabinieri, intenzionati a evitare una situazione al confine come quella dello scorso anno. La linea di confine da lato francese è controllato a vista da Police nationale e gendarmerie.
Nella confusione si è anche sfiorata la tragedia: un profugo è infatti rimasto ferito all’interno dell’ultima galleria della linea ferroviaria prima del confine di stato in direzione Francia. Il giovane stava camminando lungo i binari nel tentativo di oltrepassare il confine ed è rimasto lievemente ferito dal convoglio. Il ragazzo è stato soccorso dai medici del 118, che lo hanno trasferito all’ospedale “Saint Charles” di Bordighera.
La protesta dei migranti per la riapertura del confine – “Si è deciso tutto nella notte – ha raccontato così, si legge su Repubblica, una degli attivisti No Borders che hanno accompagnato i migranti di Ventimiglia – Un gruppo di 300 ragazzi ha abbandonato il campo della Croce rossa, in polemica su come viene gestito, e ha deciso di riprendere con forza la protesta per la riapertura del confine”. Così, dopo un’assemblea, i migranti si sono divisi in gruppi di 25-30 persone e hanno preso la strada dei binari verso la Francia. “Arrivati a ponte san Ludovico, all’altezza del confine, hanno deciso di fermarsi ai Balzi rossi e passare qui la notte chiedendo a noi solidali di portare cibo. Ma questa volta, davvero, noi volontari c’entriamo poco: hanno deciso tutto da soli”, ha aggiunto l’attivista, che ha parlato di ragazzi determinati che “vogliono continuare il loro viaggio”.