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Opinioni

Vengono dal credito i primi segnali di cambiamento dell’economia italiana

La crisi greca distogle l’attenzione da alcuni interessanti novità che iniziano ad emergere nel panorama del credito italiano e che potrebbero consentire di irrobustire l’ancora debole ripresa economica italiana. Unicredit, Intesa Sanpaolo e KKR varano finalmente la “bad bank” privata offrendo servizi di private banking e gestione di turnaround alle aziende italiane il cui credito si sia deteriorato a causa della crisi…
A cura di Luca Spoldi
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La tragicommedia greca distoglie l’attenzione di molti, ma in questi ultimi giorni alcuni segnali sono tornati a indicare che anche nell’ex “bel paese” il quadro economico sta evolvendo. Se da un lato la congiuntura rischia di mantenersi debole a lungo, tanto che Confindustria nel migliorare le proprie stime sul Pil italiano per il 2015 da 0,5% a +0,8% (rispetto al +0,7% previsto dal governo nel Def) e per il 2016 da +1,1% a +1,4% (in linea con il Def) non ha potuto fare a meno di notare che “l’intensità del recupero dell’economia italiana” rimane “modesta” rispetto alle opportunità fornite dal quadro esterno e alla velocità richiesta per recuperare in tempi ragionevoli il terreno perduto dal 2007 e che di questo passo solo per rivedere il Pil ai livelli del 2007 occorrerà attendere sino al 2022 (sempre che il negoziato tra la Grecia e i creditori internazionali non abbiano un esito negativo, nel qual caso “il contagio non può certo essere escluso e farebbe deragliare l’economia dell’Euro area”), dall’altro alcune questioni da tempo in sospeso stanno finalmente giungendo a compimento, con effetti potenzialmente benefici per l'intera economia tricolore.

In particolare ieri Intesa Sanpaolo, Unicredit e KKR, primario intermediario finanziario statunitense, hanno annunciato che KKR Credit (controllata di KKR & Co) ha raggiunto l’accordo per il trasferimento (al soddisfacimento di alcune ultime condizioni) dell’esposizione in crediti e capitale (equità) delle due banche italiane relativi a “un selezionato numero di imprese in fase di ristrutturazione” ad un veicolo gestito dalla piattaforma italiana lanciata dalla stessa KKR Credit. Tale piattaforma, hanno fatto sapere i tre intermediari, ha l’obiettivo di fornire ad alcune società industriali di medio-grandi dimensioni nuovi capitali e competenze operative, supportando così le banche nella gestione dei propri asset. Si vuole infatti consentire alle società di ritrovare l’equilibrio finanziario, tornare a crescere e a creare valore a beneficio di tutti gli stakeholder, inclusi gli attuali azionisti delle società stesse e le banche, che condivideranno i ritorni positivi conseguenti alla ripresa delle performance delle società e del valore degli iscritti a bilancio.

E’, di fatto, il lancio della attesa “bad bank” privata, cosa diversa e per molti versi complementare alle ipotesi di “bad bank” sistemica “leggera”, nella sostanza una serie di misure volte a favorire la nascita di un mercato dei crediti problematici (e non, si spera, un semplice scarica-barile che addossi ai contribuenti le perdite su crediti ormai inesigibili) che tuttora gravano sui bilanci delle banche italiane ed europee, come aveva ricordato un paio di giorni fa davanti al parlamento europeo anche Danièle Nouy, presidente del Supervisory Board della Bce, secondo cui le banche del vecchio continente sono ormai “ben attrezzate per sopportare il più plausibile scenario avverso” che si dovesse presentare, ma continuano a presentare due problemi: “la profittabilità relativamente debole e vasti stock di asset problematici” legati al recente passato (i crediti problematici, o “non performing loan”, appunto).

L’operazione voluta dalle due maggiori banche italiane è interessante perché di fatto non si limita a “rottamare” crediti più o meno divenuti inesigibili a causa della crisi, ma prova a disincagliarli fornendo non solo mezzi finanziari ma anche competenze per gestire ristrutturazioni aziendali, una fase, quella dei “turnaround” aziendali, che finora era stata limitata a pochi grandi gruppi. Si passa dunque da una strategia attendista in cui il credito cala per il peggioramento della congiuntura dopo di che torna ad aumentare molto lentamente e solo a seguito del miglioramento della congiuntura stessa, ad una strategia più propositiva in cui il credito deteriorato viene recuperato (e quello nuovo fornito) contestualmente alla ridefinizione della “mission” aziendale e della sua organizzazione produttiva e distributiva.

Senza una ridefinizione della “mission” aziendale e dell’organizzazione stessa di molte medie e finanche grandi aziende italiane il Pil non avrà alcuna concreta speranza di rafforzarsi, non potendo la politica monetaria spingersi oltre i territori già raggiunti con tassi a zero o finanche negativi ed apparendo difficile che la politica fiscale possa prevedere significativi allentamenti nel prossimo futuro, se non a seguito (e non in anticipo) di un miglioramento ciclico e/o strutturale dell’economia italiana. Anche perché l’alternativa resta altrimenti solo quella del passaggio del controllo dagli imprenditori italiani ad altri soggetti, solitamente esteri, come capitato ad esempio a Pozzi Ginori, celebre marchio tricolore finora controllato da Sanitec ed ora finito nel portafoglio del gruppo svizzero Geberit, che rilevando la stessa Sanitec ha così dato vita a un polo nel settore della ceramica da circa 2,5 miliardi di euro di fatturato (1,8 miliardi Geberit, 800 milioni Sanitec), che si prevede che vada a regime dal primo gennaio del prossimo anno (ma l’integrazione commerciale delle due reti dovrebbe avvenire già da dopo l’estate).

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Luca Spoldi nasce ad Alessandria nel 1967. Dopo la laurea in Bocconi è stato analista finanziario (è socio Aiaf dal 1998) e gestore di fondi comuni e gestioni patrimoniali a Milano e Napoli. Nel 2002 ha vinto il Premio Marrama per i risultati ottenuti dalla sua società, 6 In Rete Consulting. Autore di articoli e pubblicazioni economiche, è stato docente di Economia e Organizzazione al Politecnico di Napoli dal 2002 al 2009. Appassionato del web2.0 ha fondato e dirige il sito www.mondivirtuali.it.
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