Vendetta contro il film blasfemo, donna kamikaze fa 12 morti a Kabul (VIDEO)
Alla base dell’ultimo attentato suicida in Afghanistan ci sono sempre le proteste per il film su Maometto, da giorni al centro delle polemiche del mondo musulmano. Un attentato suicida avvenuto a Kabul e in cui sono morte almeno 12 persone, oltre ad alcuni feriti. L’attentato, secondo quanto ha confermato anche un portavoce della polizia di Kabul, è avvenuto lungo una strada che porta all’aeroporto della città: tra le vittime, colpite in un minibus, ci sono nove addetti di una società estera, tra piloti russi e sudafricani, e tre civili afghani. Sono rimaste ferite, inoltre, due guardie del corpo. Il portavoce dell’ambasciata russa a Kabul però non avrebbe confermato la morte dei suoi connazionali. Fonti dell’Isaf, invece, hanno confermato l’attentato dicendo che al momento non ci sono notizie “sui nostri soldati coinvolti”. Chi si è lasciato esplodere provocando il massacro sarebbe stata Fatima, una ragazza di 20 anni, il suo è stato appunto un gesto per protestare contro il film prodotto in America: questo è quanto rivelato da Zubair Sediggi, portavoce di Hexb-e-islami, che ha rivendicato l’assalto kamikaze.
Al Qaeda: “Uccidete tutti gli ambasciatori Usa” – L’attacco al consolato in Libia costato la vita all’ambasciatore americano Stevens e ai suoi collaboratori potrebbe diventare un “esempio” per i seguaci di Al Qaeda. Il centro americano di monitoraggio dei siti islamisti, IntelCenter, ha rivelato, infatti, l’invito di Al Qaeda nel Maghreb islamico e uccidere tutti gli ambasciatori americani nella regione per protestare contro il film blasfemo. “Chiediamo ai giovani dell’Islam di fare come i leoni di Bengasi strappando e bruciando tutte le bandiere Usa che sventolano su tutte le ambasciate delle capitali islamiche”, è questo l’”invito” da seguire, unito al fatto che tutti i diplomatici americani dovranno essere espulsi dalle nostre terre o uccisi “e vendicare l’onore dei migliori del genere umano”. Dall’Indonesia, invece, arriva la richiesta agli Stati Uniti di pena di morte da parte dei manifestanti islamici nei confronti del produttore del film ritenuto offensivo.