Non ci si annoia mai nei processi vaticani: corvi, corvetti, topi e ragioni che si piantano per poi volare via alla prima folata di vento. Non è un romanzo ma è il sempre più bizzarro (e un po' patetico) processo detto "Vatileaks" che vede alla sbarra i presunti corvi monsignor Vallejo Balda, l'onnipresente Francesca Chaouqui insieme ai giornalisti Nuzzi e Fittipaldi con il segretario della "fu" Commissione Cosea.
Abbiamo appena finito di scrivere pagine e pagine sugli arguti stratagemmi orditi dalla giovane Chaouqui, pr calabrese che dimostra ogni giorno di più una comoda abitabilità dentro lo scandalo, i settimanali di destra e sinistra hanno collezionato addirittura copertine sulle vita della giovane presunta amante e ammaliatrice del monsignore e ora cambia tutto. Monsignor Balda dice che si è sbagliato. Meglio: vorrebbe dimostrare di essere stato incapace di intendere e di volerete. In sostanza quel suo memoriale che tra babydoll e servizi segreti ha fatto parlare le comari di tutta Italia oggi si scopre che è falso. Falso. Bugie. "Quello che ho scritto non corrisponde alla realtà", dice monsignor Balda e anche la sua difesa si ritrova ad impostare il processo tutto da capo, come se fino a qui avessimo scherzato.
Non ci sarebbe stato il rapporto sessuale tra i due (che, da solo, è valso gran parte dello sdegno generalizzato) e addirittura i testimoni che avrebbero dovuto confermare le tesi del memoriale (evidentemente false) hanno negato la loro disponibilità. Nessun riscontro quindi e, se possibile, l'interrogativo più grande rimane il senso di una linea difesa per niente attinente con i fatti del processo. I legali di Balda, secondo alcune fonti, avrebbero addirittura chiesto all'avvocato Zaccaria (primo difensore di Balda) di esimersi dal rilasciare dichiarazioni.
A questo punto diventa sempre più chiaro che monsignor Vallejo Balda sia stato il "corvo" del passaggio di documenti a Nuzzi e Fittipaldi (che per un cortocircuito tra l'altro si ritrovano incriminati, da uno Stato non loro, per avere compiuto semplicemente il proprio mestiere) mentre si alleggerisce sicuramente la posizione di Francesca Chaouqui.
La stessa Chaouqui, che sulla vicenda non ha voluto rilasciare dichiarazioni, ammette di avere avuto una telefonata chiarificatrice con Elena Metti, citata da Balda come testimone, con cui entrambe hanno riconosciuto la propria estraneità ad una vicenda che pur avendo assunto proporzioni gigantesche nel chiacchiericcio sembra non avere nessun fondamento giuridico.
E ora? Si fa più difficile l'impresa di impostare una linea difensiva per Balda e i suoi legali mentre il processo potrebbe subire un'improvvisa accelerazione. I fatti sono indagine infatti sembrano essere abbastanza chiari nei loro meccanismi. Il resto, invece, non è cronaca ma gossip. E quello, di sicuro, non si fermerà qui.