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Vatileaks 2: “La Chaouqui diceva di essere dei servizi segreti”

Mentre la Chaouqui chiarisce di avere pronte le querele per i messaggi “hot” usciti nei giorni scorsi sui giornali, sul suo profilo Facebook attacca l’avvocato civile di monsignor Balda Antonia Zaccaria (come tutti non ammesso al processo). E la Zaccaria risponde: “La Chaouqui? Diceva di essere dei servizi segreti. Per dire”
A cura di Giulio Cavalli
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Francesca Chaouqui risponde punto su punto alle indiscrezioni uscite nei scorsi giorni. Lo fa attraverso il proprio profilo su Facebook dove parla senza mezzi termini di una violenza subita a causa dell'uscita di alcuni suoi messaggi con monsignor Vallejo Balda:

"Aggiornamenti. Ieri dopo la pubblicazione degli atti secretati ho fatto un giro di chiamate ed sms per comprendere da dove avessero potuto uscire le conversazioni e non avendo visto gli atti comprendere se fossero o meno vere.
All'esito delle mie ricerche ho scoperto che il materiale non è stato consegnato ma fotografo e mostrato alla giornalista di QN da cui poi gli altri hanno ripreso la notizia. Il materiale è stato consegnato successivamente anche ad altri giornalisti con una parte nascosta in nero, in modo elettronico (ho visto io stessa i documenti) così da far emergere sprazzi di conversazioni strumentalmente sequenziali. Tutti i giornalisti hanno affermato ai loro capi redazioni e direttori di essere sicuri delle fonti poiché nel corso della giornata il materiale è pervenuto a vari di essi nello stesso formato che ho potuto visionare. Tutti hanno riferito che il materiale era da considerarsi valido seppur modificato in quanto proveniva da fonte estremamente qualificata ed autorizzata a possedere la Documentazione. Ho verificato e raccolto tutte le testimonianze, con talmente tanti dettagli da rimanere sconcertata oltre che inorridita. Seppur la strategia sia chiara: un processo dell'opinione pubblica dove io sono il mostro e Balda la Vittima che preferirebbe piuttosto morire che tradire il Papa. Questo a fronte di interi fascicoli di scambi fra Balda e i giornalisti dove l'unico interesse dello pseudo sacerdote era quello di compiacersi della quantità di informazioni in suo possesso e l'ansia di diffonderle. Decine, centinaia".

La giovane professionista calabrese parla di una colpevole decontestualizzazione dei propri messaggi inviati a monsignor Balda che sarebbero semplicemente una parte (minima e scherzosa) del rapporto con il prelato. È un fatto che siano usciti i messaggi più "pruriginosi" rispetto ai temi dell'indagine ma su questo punto l'avvocato (non ammesso, come tutti gli avvocati civili, al processo in Vaticano) ribadisce con forza che monsignor Balda abbia costruito tutta la propria posizione difensiva sul fatto di essere stato "circuito" dalla giovane Chaouqui (con cui ha ammesso una relazione che la Chaouqui smentisce con degno) e da cui sarebbe stato "stalkerizzato" appena prese la decisione di "staccarsene". Ed è la stessa Chaouqui ad attaccare senza mezzi termini ad attaccare l'avvocato:

"Intanto vi racconto un particolare sul quale spero possiate riflettere: l'avvocato Zaccaria, avvocato civile di Balda non ammesso alla difesa, è amica di tale Elena Metti, contro la quale tempo fa sporsi querela e feci azione di risarcimento del danno morale e materiale a seguito di pesanti contrasti professionali. È proprio la Metti, mentore del Balda negli ultimi mesi e mia accanita diffamatrice, tempo fa a presentare la Zaccaria al prelato durante una colazione in cui io stessa ero presente. Un giro a mio avviso squallido ma per Balda vitale: concerti, incontri, cene. Il Balda quando la gendarmeria lo ha cercato per notificargli il provvedimento di arresto era proprio a casa di Elena Metti, è lì a Prato che i gendarmi vanno a consigliare di persona allo pseudo sacerdote di tornare da bravo a casetta per poi da lì essere portato in cella. "

E Antonia Zaccaria risponde alle accuse: "Monsignore era a Prato – ci dice l'avvocato Antonia Zaccaria, che dichiara di essere stata in silenzio per rispetto al Vaticano ma ora non deve più rispettare nessun segreto istruttorio, ci dice, non essendo stata ammessa al processo, come gli altri avvocati non iscritti all'albo Vaticano e specificando di avere scritto personalmente il memoriale di monsignor Balda – non per un misterioso motivo ma semplicemente perché fuori dai propri impegni di lavoro è libero come tutti di essere dove meglio gli pare. Non vedo sinceramente nessuno scandalo. Anzi: appena fu chiamato si mise in viaggio verso il Vaticano con un'auto messa a disposizione dalla Santa Sede in assoluta tranquillità Per quanto riguarda i concerti e le cene forse vale la pena dire che monsignor Balda partecipò al concerto di Claudio Baglioni con la madre ultraottantenne".

E la Zaccaria rilancia: "Ho conosciuto la Chaouqui in una cena il 27 dicembre. Ebbi la sensazione che ci fosse uno strano rapporto tra lei e monsignore. In quell'occasione raccontò addirittura di lavorare per i servizi segreti italiani e quando poi monsignor Balda decise di allontanarla (del resto aveva scoperto anche che fosse sposata) lei disse che il suo era un matrimonio di copertura. Tanto che Balda si rivolse anche ai servizi segreti italiani per chiedere informazioni. Era spaventato. E lo è ancora. Mi vuole querelare? Lo faccia pure".

Abbiamo provato a chiedere direttamente alla Chaouqui. Che però non risponde. Questo spazio è a sua disposizione per sapere com'è andata. Intanto questo processo diventa un thriller. A pochi giorni dal Giubileo.

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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