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Valeria Solesin, decine di turisti francesi rendono omaggio alla tomba

La studentessa 28enne uccisa nell’attentato di Parigi il 13 novembre 2015 è ancora viva nel cuore di molti turisti francesi, come conferma il custode del cimitero dell’isola di San Michele dove la ragazza è sepolta.
A cura di Biagio Chiariello
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“Quella di Valeria Solesin è una delle spoglie più visitate di tutta la cittadella lagunare dei morti”, parla così il custode del cimitero dell’isola di San Michele, evidenziando come la memoria della giovane ricercatrice 28enne veneziana uccisa nell’attentato al Bataclan di Parigi il 13 novembre 2015, sia ancora viva anche nel cuore dei francesi. Sono tantissimi i turisti transalpini che in occasione della festività dei morti e della ricorrenza della tragedia hanno lasciato un fiore sulla tomba o si sono raccolti in preghiera per alcuni minuti. “In molti, all’ingresso, ogni giorno ci chiedono esplicitamente come fare a trovarla” dice il custode. Per ora la tomba di Valeria è rappresentata solo da un croce bianca con la sua foto sorridente, conficcata nella terra e circondata da piante e fiori freschi. “Abbiamo ordinato la tomba definitiva ad una ditta del veneziano che la sta realizzando sulla base del nostro progetto – spiega il fratello Dario – e sarà installata proprio in occasione del secondo anniversario della sua morte”.

Sono trascorsi quasi due anni dalla scomparsa di Valeria Solesin. La ragazza aveva 28 anni quando è morta sotto i colpi degli attentatori dell’Isis; originaria di Venezia, si era diplomata nel 2006 al liceo scientifico Benedetti del capoluogo veneto. Laureatasi a Trento, si era trasferita a Parigi dove viveva da circa quattro anni. Dottoranda in demografia nella prestigiosa Università della Sorbona, studiava sociologia e si occupava di temi legati alla famiglia e ai bambini. In passato aveva lavorato anche come volontaria per Emergency. Il 13 novembre 2015 si trovava in compagnia del fidanzato e di due amici all’ingresso del Bataclan, nel momento del primo blitz dei terroristi. Quel giorno hanno perso la vita 130 persone, e oltre trecento sono rimaste ferite.

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